Tra le principali criticità da affrontare, per le ApL, c’è il talent shortage.
Manpower Group ha recentemente dedicato un rapporto a questo tema, intervistando oltre 40mila datori di lavoro nel mondo. Dalla ricerca, emerge che nel nostro Paese il 78% delle aziende vorrebbe assumere nuove risorse ma non trova candidati con le necessarie competenze. Vale soprattutto nei settori “trasporti, logistica e automotive”, “sanità e life sciences” e “industria e materiali” e nelle imprese di medio-grandi dimensioni. In particolare, c’è una grande domanda per le competenze digitali.

Talent shortage e ruolo delle ApL
Nel confronto globale, il dato italiano appare superiore alla media. Restringendo l’analisi all’Europa, tuttavia, la condizione italiana risulta migliore di quella della Germania – dove il talent shortage raggiunge l’86%, valore più alto al mondo – e in linea con Paesi paragonabili come Francia e Regno Unito, entrambi al 76%. Nel continente spicca il dato della Polonia (59%), tra i Paesi al mondo con le minori difficoltà di reperimento.
“Per ricoprire posizioni nuove o profondamente trasformate serve un rinnovato bagaglio di competenze in costante aggiornamento”, spiega Anna Gionfriddo, AD di ManpowerGroup Italia. “Come emerge dal nostro report, allo stato attuale questo ha portato a un distacco tra le richieste delle aziende e le competenze in possesso dei candidati. Emerge quindi con forza l’importanza della formazione e dell’upskilling e reskilling delle competenze”. Le ApL contribuiscono in prima persona allo sviluppo delle competenze. Nel caso di Manpower, ad esempio, l’agenzia ha una propria Academy, che offre alle aziende la possibilità di aggiornare le competenze di collaboratori e candidati con una formazione mirata.
Ostacoli da superare e scenari 2025
Per capire, almeno in parte, lo scenario reale nel quale si stanno muovendo le ApL bisogna anche considerare il momento che stanno vivendo i due mondi per i quali esse fungono da punto di contatto: le aziende e i lavoratori. A questo scopo è utile dare uno sguardo al report Hays Salary Guide 2025, presentato lo scorso gennaio da Hays Italia, Agenzia per il Lavoro aderente ad Assolavoro.
Nel 2024 quasi sei aziende su 10 hanno dichiarato di aver aumentato il proprio organico per il 2025. Più di otto su 10 hanno intenzione di assumere soprattutto figure con contratto a tempo indeterminato (68%). In questo contesto positivo le imprese devono però scontrarsi con alcune criticità che limitano il raggiungimento degli obiettivi strategici. Tra cui, appunto, la carenza di competenze (per il 15%) e la difficoltà a trattenere il personale, indicata dal 19% degli imprenditori e manager.
La figura più difficile da ricoprire è senza dubbio il livello intermedio (per il 57% delle aziende). Mentre a livello generale le aziende indicano come cause principali della carenza di competenze la mancanza di formazione e di sviluppo professionale (39%), il calo di professionisti che entrano nel mercato del lavoro nel loro settore (36%) e i bassi livelli retributivi (34%). Per superare questi ostacoli, nel 2025 ben l’85% delle aziende è pronta a investire in ambito HR con programmi di formazione per i dipendenti (41%). Adottando misure per trattenere i talenti (40%) e adattando le proprie strutture organizzative (31%).

Come intervengono le ApL
Sul fronte dei lavoratori, quattro su 10 sono insoddisfatti del proprio lavoro per mancanza di opportunità future, stipendio basso e ruolo poco stimolante e il 51% di essi prevede di lasciare la propria società nel 2025. Alle ApL si presenta così una platea di milioni di lavoratori, per lo più donne e over 50, pronti a trovare strade alternative. E nella ricerca di queste ultime, non è solo la retribuzione a essere una discriminante: il 49% degli intervistati indica il pacchetto benefit come un fattore determinante nella scelta.
Commentando i risultati dell’indagine, Carlos Manuel Soave, Managing Director di Hays Italia, tocca tutti i temi che stanno animando il dibattito sul lavoro. Sui quali anche le ApL sono chiamate ad agire: “Dal sondaggio emerge una situazione complessa e ricca di sfide. È incoraggiante vedere che l’81% delle aziende sia pronto ad assumere, con una forte preferenza per contratti a tempo indeterminato. Tuttavia la bassa soddisfazione dei lavoratori e la loro propensione a cambiare lavoro indicano la necessità di un ripensamento delle strategie aziendali. La carenza di competenze e la difficoltà a trattenere il personale sono ostacoli che le imprese devono affrontare investendo maggiormente in ambito HR. Inoltre, l’adozione crescente di tecnologie di AI Gen rappresenta un’opportunità per migliorare efficienza e innovazione. Per distinguersi sul mercato, è fondamentale creare un ambiente lavorativo stimolante e adeguato, che valorizzi la diversità generazionale e offra opportunità di crescita professionale”.