Lavoro domestico in crescita, ma aumenta quello irregolare

Nonostante l’emersione avviata nel 2020, il settore domina la classifica del tasso di irregolarità, al 52,3%, contro una media nazionale del 12%: le principali evidenze dell'ultimo Rapporto Domina

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Rapporto annuale Domina sul lavoro domestico

Il quarto Rapporto annuale sul lavoro domestico, a cura dell’Associazione Domina, fotografa la realtà e le tendenze del lavoro domestico in Italia.

Oltre all’analisi dei dati, il Rapporto offre spunti di riflessione per la riforma del settore e per garantire un maggiore sostegno alle famiglie italiane nella gestione della cura e dell’assistenza. Nonostante l’emersione avviata nel 2020, il settore domestico è nettamente al comando della triste classifica 2021 dei settori per tasso di irregolarità (52,3%), contro una media nazionale del 12,0%.

I dati sul lavoro domestico irregolare

I lavoratori domestici totali sono circa 2 milioni, di cui meno della metà in regola. Considerando anche i datori di lavoro, il settore comprende oltre 4 milioni di soggetti. Le ragioni della diffusione del lavoro informale in ambito domestico sono molteplici di varia natura. La sfida per il settore è di ridurre quegli elementi che rendono più conveniente per le famiglie il lavoro informale rispetto a quello in regola. Grazie all’analisi della banca dati fornita in esclusiva dall’Inps a Domina, è stato possibile analizzare in modo puntuale i dati sui datori di lavoro, che nel 2021 superano quota 1 milione (108 ogni 100 lavoratori).

Nell’ultimo anno le famiglie italiane hanno speso oltre 15 miliardi di euro per il lavoro domestico: 8,1 miliardi per la componente regolare e 7 miliardi per quella irregolare. Numeri che peraltro sono destinati a crescere, visto l’inverno demografico ormai inarrestabile che determina un aumento costante della popolazione anziana.

Il ruolo strategico del settore

Si tratta di un settore caratterizzato da una forte presenza straniera (70% del totale), soprattutto dell’Est Europa, e da una prevalenza femminile (85%). Anche se negli ultimi anni si è registrato un aumento sia degli uomini che della componente italiana. Nell’ultimo anno sono aumentati soprattutto gli uomini immigrati (+22,1%), generalmente i primi beneficiari della “sanatoria”.

Grazie all’impegno delle famiglie, il settore ha contribuito nel 2021 alla creazione di 17,6 miliardi di valore aggiunto, pari all’1,1% del Pil nazionale. Ciò ha determinato un risparmio di 10,1 miliardi per le casse dello Stato (0,6% del Pil), ovvero l’importo di cui lo Stato dovrebbe farsi carico se gli anziani accuditi in casa venissero ricoverati in struttura.

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