Pal: la voce delle Agenzie per il Lavoro

In rappresentanza delle ApL, il presidente di Assosomm Rosario Rasizza delinea l'attuale situazione delle politiche attive e il futuro - diverso - che dovrebbero raggiungere

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Agenzie per il lavoro: l'opinione di Rosario Rasizza

di Virna Bottarelli |

“La pluralità di modelli regionali per quanto riguarda le Politiche Attive crea una frammentazione che impatta sull’efficienza dei modelli stessi e sull’efficacia delle singole iniziative”. Lo dice Rosario Rasizza, presidente di Assosomm, l’associazione italiana delle Agenzie per il Lavoro. “È importante valorizzare i sistemi regionali che vantano best practice, ma non possiamo ignorare sistemi in cui l’eccesso di burocrazia causa regolamentazioni complesse, confusione, poca focalizzazione sui veri obiettivi delle Pal e, di conseguenza, criticità nell’attuazione di queste ultime”.

Con il Pnrr cambierà qualcosa per le Agenzie per il Lavoro e nei vostri rapporti con gli enti locali che si occupano di politiche attive del lavoro?

L’inserimento del piano GOL nell’ambito del Pnrr è un banco di prova importante per sperimentare nuove (se non addirittura inedite) modalità di collaborazione tra servizi per l’impiego pubblici e privati. Da più parti si sono sentite voci favorevoli al coinvolgimento delle Agenzie per il Lavoro. Lo stesso premier Mario Draghi ha indicato proprio le Politiche Attive come snodo fondamentale da affrontare mediante una visione finalmente industriale, che permetta di inserire facilmente i lavoratori nei settori dove c’è domanda.

Noi abbiamo sempre teso la nostra mano per essere coinvolti, anche molto prima che si cominciasse a parlare del piano GOL. Deve essere però un coinvolgimento a monte, e non a valle, della definizione delle modalità e dei meccanismi delle Politiche Attive, altrimenti sarà l’ennesima occasione persa. Sapendo che il ruolo nevralgico per l’attuazione del programma è demandato alle Regioni, in tema di definizione di piani di attuazione, noi ci siamo mossi da subito, avviando per tempo un rapporto di collaborazione con gli enti pubblici. Una collaborazione strategica e finalizzata al rilancio del mercato del lavoro: uno stesso percorso da affrontare alla stessa velocità, valorizzando il pubblico come un soggetto attivo e determinante nel raggiungere l’obiettivo, senza che sia impegnato solo nello smaltire la burocrazia e la compilazione delle carte.

Gli ultimi dati sull’occupazione sono positivi: segno che qualcosa si è mosso anche sul piano delle politiche attive?

Il buon andamento dell’occupazione nell’ultimo periodo non ha nulla a che fare con le Politiche Attive del Lavoro. Che continuano a essere, almeno a parole, oggetto di progetti di riforma che poi puntualmente non si realizzano. L’inserimento lavorativo avviene grazie alle Agenzie per il Lavoro, con il passaparola, con le segnalazioni, con gli annunci e attraverso altri canali più o meno diffusi, comunque in gran parte più efficaci rispetto ai Cpi. Oggi l’occupazione registra dati positivi perché il mercato è dinamico e gli imprenditori hanno continuato a investire sul capitale umano.

Alla luce di ciò, rimane quindi l’interrogativo su quale situazione avremmo se avesse funzionato anche il sistema delle Pal. Mi chiedo che tasso di occupazione avremmo se si fosse investito su un programma di formazione efficace per offrire alle aziende personale skillato e re-skillato. Potremmo essere alla vigilia di un cambio di rotta: GOL migliora la normativa e favorisce quella cultura delle Pal che finora è mancata. Vedremo presto se l’applicazione corretta delle politiche, attive e passive, porterà quella scossa attesa ormai da troppo tempo.


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