Segni particolari: professionisti della formazione

Il regolamento emesso da Fondimpresa per l’accreditamento dei soggetti attuatori ha posto in primo piano un aspetto a lungo trascurato, quello dei profili professionali e delle professionalità di chi opera nel settore della formazione finanziata.

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profili professionali

di Giovanni Galvan |

Quello degli operatori della formazione finanziata è un comparto che ha contorni storicamente poco definiti e in cui operano migliaia di soggetti (e qui intendiamo società, studi e associazioni) dalla provenienza più disparata, classificabili con estrema semplificazione in alcune macro categorie: soggetti, per lo più di provenienza sindacale, che vengono dall’esperienza dei Fondi Strutturali che ormai data dagli anni ’80; operatori che vengono dall’esperienza del mercato privato; soggetti costituiti ad hoc per operare con i Fondi Interprofessionali.

Molti di questi soggetti, soprattutto del primo tipo, sono anche accreditati a vario titolo presso le Regioni per la formazione professionale, cosa che comporta l’adesione a un modello basato sulla disponibilità di importanti infrastrutture e di un certo staff composto da personale fisso, anche se non obbligatoriamente di altissimo profilo. In tutti questi operatori si riscontrano modelli organizzativi molto differenti, nonché diversi criteri di selezione, gestione e sviluppo delle risorse umane utilizzate per operare con i Fondi Interprofessionali.

In questo scenario è centrale la gestione finanziaria di questi soggetti, resa precaria dai molti fattori che rendono complesso il rapporto con i Fondi, e che fa in modo che spesso il personale, anche qualificato, subisca un pesante turn over che impedisce la capitalizzazione delle esperienze all’interno dell’organizzazione. In tal senso Fondimpresa, sempre alla ricerca di partner affidabili, specie per la gestione dei Piani a valere sul Conto Sistema, con il regolamento emesso lo scorso anno per l’accreditamento ha inteso sottolineare ancora una volta la volontà di innalzare il livello dei soggetti attuatori in termini di qualità e affidabilità, nonché di conseguente capacità di “buona spesa” delle risorse impegnate.

La certificazione delle competenze

Certamente non si può affermare che la modalità di certificazione delle competenze degli operatori indicata (molto genericamente) nell’accreditamento possa rappresentare la soluzione a tutti questi problemi. Questo principalmente per due motivi.

1 – La certificazione viene affidata a dei soggetti, quali sono quelli riconosciuti dal Mise (Ministero per lo Sviluppo Economico) ai sensi della legge 4/2013 come “Associazioni che rilasciano l’attestato di qualità e di qualificazione professionale dei servizi prestati dai soci”, che sono stati abilitati al riconoscimento di professionisti (peraltro non ordinistici) e non di funzionari o membri di staff.
Inoltre, non va trascurato che meno di una decina tra le circa 150 associazioni riconosciute sono effettivamente in grado di certificare un CV di un operatore di questo settore.

2 – I profili individuati non rispecchiano così da vicino dei profili già individuati nell’Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni e sono, in parte, definiti in maniera abbastanza generica.

Certamente questi limiti sono dovuti alla mancanza di uno scenario ben definito, nel quale Fondimpresa vuole esplicitamente fare da “apripista” e, non è da escludere, che a breve molti altri Fondi e alcune Regioni possano riprendere il tema della certificazione dei profili professionali a cui ci si riferisce in fase di accreditamento dei vari Soggetti Attuatori.

L’analisi dei profili professionali

Proviamo comunque a cogliere l’occasione per analizzare i profili proposti.

Profilo: Direzione

Spesso la Direzione non è costituita da formatori e certamente questa non è la sua caratteristica principale. Il Direttore è un manager, che deve gestire risorse umane, finanziarie, tecnologiche e commerciali (ad esempio il rapporto con le imprese clienti) nello scenario complesso delle regole del “quasi mercato”. Deve però sapere come rapportarsi con i formatori (docenti, tutor, coach, progettisti) soprattutto dal punto di vista organizzativo e gestionale. Ovviamente deve poter valutare anche la qualità della didattica e della relativa progettazione, ma per questo può avvalersi di collaboratori specializzati.

La Direzione è quindi la figura più complessa e strategica. Da un lato lo scenario attuale delle Direzioni degli Enti è molto frastagliato. Esistono ancora molti dirigenti di Enti che non sono laureati e anche tra i laureati esiste una notevole varietà di titoli (ingegneri, psicologi, laureati in lettere, filosofia, statistica, ecc.).

In comune queste figure però hanno ruoli e competenze che esulano ampiamente la propria estrazione universitaria o formativa. Il Direttore di un Ente (o di un Piano formativo) racchiude infatti in sé moltissime competenze; a solo titolo di esempio potremmo citare quella di project management, di gestione finanziaria e cash flow, di gestione del personale, di conoscenza di normative di settore (sia per quanto riguarda i finanziamenti alla formazione che per quanto riguarda gli adempimenti formativi obbligatori), di conoscenza degli strumenti di finanziamento dei Fondi, nonché di quelli pubblici (nazionali, regionali, europei, ecc.), di analisi dei fabbisogni formativi e delle organizzazioni, di servizi al pubblico, di promozione e marketing e di tutto quanto sia necessario per muoversi nel complesso scenario in cui operano aziende, lavoratori e Fondi.

La parte pedagogico-formativa (che spesso rappresenta per queste figure il background culturale ed esperienziale) nel tempo ha sicuramente dovuto lasciare il posto ad altri aspetti più “manageriali”, che risultano centrali per l’interesse di Fondimpresa di avere interlocutori all’altezza degli standard richiesti per la gestione dei Piani e della suddetta “buona spesa”.

Profilo: Gestione economico-amministrativa

Se c’è una cosa che in questo settore risulta evidente è la differenza tra i processi di rendicontazione dei costi e quelli di normale amministrazione e bilancio, all’interno di un complicatissimo scenario in cui ogni Ente erogatore (Fondi, Regioni, ecc.) ha un suo regolamento e più piani dei conti. Questo fa in modo che spesso le figure che curano la rendicontazione non abbiano una provenienza strettamente “contabile” ma siano più legate ad esperienze dirette di attuazione di Piani finanziati.

Questo perché il lavoro amministrativo richiesto è di tipo fortemente “qualitativo”, più simile a un controllo di gestione tramite contabilità analitica anziché a una classica gestione contabile. Resta sempre fondamentale la capacità di gestire gli aspetti finanziari e il cash flow dei Piani finanziati, anche se questo spesso è gestito da figure più strettamente amministrativo-contabili. Eventuali interventi sulle loro competenze devono servire quindi a rendere i contabili un po’ più “gestionali” e viceversa.

Profilo: Analisi dei fabbisogni

Tema strategico di qualsiasi intervento formativo, purtroppo nei fatti questa molte volte è la “Cenerentola” delle attività di progettazione. Questo principalmente perché: spesso le imprese non sono in grado di fare o facilitare un’analisi dei fabbisogni effettivi (e non “percepiti”) e dunque gli Enti tendono comunque a imporre/vendere alle aziende corsi formativi già a catalogo, sviluppati quindi a prescindere dall’analisi stessa; i Fondi stessi non finanziano molto facilmente una dettagliata analisi dei fabbisogni, per le note problematiche di tempistica delle spese ammissibili, molto legate ai problemi burocratici e formali posti dal Ministero e dall’Anpal, quindi si rischia in caso di non ammissione al finanziamento di perdere un notevole investimento in termini di ore-uomo molto qualificate.

L’analista, in teoria, sarebbe una figura di grande professionalità, in grado di far emergere quei fabbisogni “nascosti” ma reali di formazione e di cambiamento all’interno dell’impresa, anche con strumenti scientificamente seri e affidabili. Certamente importante è anche la conoscenza delle organizzazioni e dei singoli comparti, dei quali l’analista dovrebbe essere esperto.

Profilo: Progettazione

In moltissimi casi il progettista coincide con l’analista dei fabbisogni, anche perché se l’attività di analisi non è stata fatta a dovere (o non è stata proprio fatta) è difficile progettare qualsivoglia intervento secondo dei principi di qualità. La funzione del progettista però è più legata alla comprensione degli strumenti messi a disposizione dall’Ente finanziatore per finanziare la formazione.

In particolare, se ci si passa il termine, il progettista deve ottenere il massimo apprezzamento da parte del valutatore del Fondo cercando di proporre, all’interno delle regole previste dagli Avvisi, le azioni formative (ed eventualmente di accompagnamento) più in linea con gli intenti del Fondo stesso e con i risultati dichiarati relativamente all’analisi dei fabbisogni, se ben fatta e se coerente con gli intenti del Fondo. Il tutto tenendo conto anche dei limiti imposti dall’organizzazione delle imprese (turni del personale, esigenze temporali, ecc.). Non è un mestiere facile e richiede molta esperienza, anche per questo vi si dedicano persone dai più vari titoli di studio.

Profilo: Erogazione dei servizi

Qui la definizione di Fondimpresa sembra effettivamente un po’ vaga e ancora più lontana da una vera e propria identificazione di profili per competenze e conoscenze. In linea generale, secondo la prassi invalsa in questi anni, a questo profilo sono stati nella pratica riportati tre profili che potremmo definire sotto-profili specialistici: formatore; tutor didattico; orientatore. I primi due sono le figure centrali di qualsiasi intervento formativo, ovviamente senza docente non c’è formazione. Qui tutto sommato ha un ruolo centrale la competenza specialistica, anche se non è secondaria l’importanza della competenza sulla didattica. Per quanto riguarda il tutor sarebbe importante incentivare questa figura molto specifica. Di fatto viene spesso identificata in chi porta i registri, apre e chiude l’aula (una specie di “bidello”) quando invece può fare la differenza tra il successo e l’insuccesso effettivo di un’azione formativa.

Si tratta infatti di un facilitatore del processo di apprendimento, a nostro avviso indispensabile, soprattutto per la formazione degli adulti. L’orientatore è in effetti una figura più lontana dagli interventi di formazione continua tipici di Fondimpresa, tuttavia è parte integrante dello staff di quei soggetti che hanno accreditamento presso le Regioni anche per l’orientamento; si tratta infatti di una figura strategica e interdisciplinare molto importante, paragonabile a quella del formatore per quanto riguarda la formazione continua.

Come ti certifico l’operatore

La certificazione è stata erogata dalle Associazioni riconosciute dal Mise secondo due modalità:

esclusivamente tramite la valutazione del CV (titolo di studio, esperienza nel settore, esperienza nel ruolo);

aggiungendo a tale valutazione l’obbligo di frequentare corsi integrativi finalizzati specificamente all’acquisizione delle competenze e delle conoscenze che l’Associazione ritiene attinenti ai profili professionali indicati da Fondimpresa.

Va sottolineato che, almeno per ora, Fondimpresa non ha emesso altre specifiche relative alle modalità di certificazione, demandando completamente alle Associazioni le scelte in merito.

Quello che i “certificandi” non sanno

A proposito della formazione proposta/imposta da alcune Associazioni per queste certificazioni, va fatta qualche considerazione. La formazione per queste figure deve assolutamente tenere conto dei loro CV e delle loro esperienze e competenze acquisite sul campo e non può essere uguale per tutti. Quindi è fondamentale, se si vuole aggiungere un percorso formativo obbligatoriamente breve (sono tutti lavoratori occupati), trasferire informazioni che questi profili potrebbero non sapere, relative soprattutto a questioni operative attinenti all’operato dei Fondi, previo un accurato check delle competenze in merito. Infatti, il rapporto con Fondi Interprofessionali e Regioni richiede un complesso bagaglio normativo e procedurale, nonché una notevole interdisciplinarietà dovuta alle peculiari caratteristiche di questo “quasi mercato”, che riguarda tra l’altro utenze finali molto diversificate (dai disoccupati ai dipendenti delle imprese).

Le prime quattro figure e in parte anche le altre, si muovono infatti in questo scenario, caratterizzato da elementi normativi, concorrenziali, economici, finanziari, politici, sindacali, ecc. molto complessi.

Un piccolo passo

Se anche l’iniziativa di Fondimpresa non può (e non vuole) essere esaustiva di tutte le problematiche della certificazione delle competenze in questo settore, ha rappresentato sicuramente l’occasione per una riflessione approfondita, concomitante, peraltro, con la pubblicazione dell’Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni, sul ruolo e sulla professionalità di migliaia di operatori che finora hanno operato in un mercato alquanto de-regolato e che necessitano di nuovi sistemi di inquadramento e di riconoscimento delle loro competenze.

Il coinvolgimento delle Associazioni è stata l’occasione per capirne meglio il ruolo e per sperimentare sul campo (anche se non quello previsto dalla legge 4/2013) nuovi sistemi di riconoscimento delle competenze e delle esperienze acquisite. Resta da vedere come mettere a regime tutto questo in maniera seria e oggettiva magari, una volta tanto, aggiungendo una coerenza per ora assente in tutte queste iniziative.


Un Atlante per orientarsi nel mondo del lavoro

L’Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni è una mappa dettagliata del lavoro e delle qualificazioni, descritti secondo un linguaggio comune e condiviso fra le Istituzioni. All’interno sono presenti diversi strumenti informativi, ciascuno con una finalità e un utilizzo specifico. È organizzato in tre sezioni:

Atlante Lavoro: descrive i contenuti del lavoro in 24 settori economico-professionali seguendo uno schema che individua per ciascun settore i processi di lavoro, le sequenze di processo, le aree di attività e le attività specifiche.

• Atlante e professioni: raccoglie le Professioni regolamentate, il Repertorio delle professioni dell’apprendistato, le Associazioni professionali che riuniscono le professioni non organizzate.

• Atlante e qualificazioni: raccoglie le qualificazioni rilasciate nei diversi ambiti del sistema di apprendimento permanente: Scuola, Istruzione e Formazione Professionale, Formazione superiore e Formazione professionale regionale.


 

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