di Virna Bottarelli | Sistema Impresa, associazione datoriale che rappresenta oltre 167mila tra micro, piccole e medie imprese nei settori Commercio, Turismo, Servizi, Agricoltura, Artigianato e Industria, ha organizzato lo scorso aprile a Crema la presentazione di un romanzo sull’AI e l’evoluzione digitale, “Il rinoceronte governerà il mondo” di Angelo Gatto.
“Il rinoceronte è la rivoluzione tecnologica guidata dall’Intelligenza Artificiale”, ha spiegato l’autore, che dopo una laurea in sociologia, ha dedicato la propria vita professionale all’educazione degli adulti. Operando nel campo della formazione continua e della consulenza aziendale. Negli ultimi anni Angelo Gatto si è anche interessato allo studio dell’impatto dell’IA nei diversi ambiti della vita di tutti noi e ha scelto di scrivere, su un tema tanto complesso quanto affascinante, un romanzo.
La presentazione del libro ha visto, oltre all’autore, la partecipazione di Flavia Munafò, sociologa clinica, educatrice professionale, criminologa e presidente di Sociologi Italiani Associati. Intervenuta insieme a William Nonnis, analista tecnico per la digitalizzazione e innovazione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Pnrr, e Bellino Elio Panza, presidente di Sistema Impresa. A moderare l’incontro Laura Reggiani, giornalista e direttrice della nostra rivista Forme.
Consapevolezza prima di tutto
L’evento si è aperto con i saluti istituzionali di Cinzia Fontana, vicesindaca del Comune di Crema e membro del Parlamento, prima come deputata e poi come senatrice, nella XV, XVI e XVII legislatura, e Renato Ancorotti, senatore della Repubblica.
“Sul tema dell’IA è importante acquisire consapevolezza”, ha detto la vicesindaca. “L’innovazione corre veloce e nel caso dell’Intelligenza Artificiale i tempi sono molto accelerati. Per coglierne le opportunità e per comprenderne i rischi, è fondamentale fare informazione”. Secondo Renato Ancorotti l’IA è “una sfida complessa, ma anche affascinante”. Il senatore ha sottolineato come, per quanto si tratti di una tecnologia molto pervasiva, in molte piccole aziende l’IA fatichi a diffondersi. “Dobbiamo impegnarci affinché nessuno sia escluso dall’innovazione. Facendo formazione e facendo in modo che l’IA sia anche una leva di progresso, non solo tecnologico, ma anche umano e sociale”.
Sono poi intervenuti Bellino Elio Panza ed Enrico Zucchi, rispettivamente presidente e direttore di Sistema Impresa. “Credo sia importante partecipare a eventi come questo per riflettere sull’impatto che l’IA ha sulle nostre vite e sulla società in generale”, ha detto Panza. Anche Enrico Zucchi si è soffermato sull’importanza di comprendere gli effetti sociologici di questa tecnologia, citando la metafora del rinoceronte riportata da Gatto nel titolo del suo romanzo. “Il rinoceronte grigio simboleggia un evento che, a differenza degli eventi imprevedibili e improvvisi, classificati come cigni neri, è prevedibile, lo vediamo avvicinarsi a noi. Come l’Intelligenza Artificiale, quindi, va affrontato per tempo, per doverci, inevitabilmente, convivere”.
Perché un romanzo sull’AI
Con l’intento di portare l’attenzione sul tema dell’Intelligenza Artificiale nel modo più coinvolgente possibile, Gatto ha scelto di scrivere un romanzo. Animato da personaggi intriganti, attraverso i quali far emergere gli scenari di una IA molto reale, tutt’altro che fantascientifica.
La storia di questo romanzo sull’AI ruota attorno al magnate cinese Zhang Li, un uomo ambizioso e spietato che domina il settore dell’alta tecnologia con la Zhang Hi-Tech Laboratories. La sua visione va oltre il successo economico: Zhang vuole modellare il futuro del mondo sfruttando l’Intelligenza Artificiale. Sua figlia Zhang Kumiko, laureata in nanotecnologie, diventa un punto cruciale nella sua strategia. Mentre il suo fidanzato, Vishal Sharma, un brillante esperto di AI di origini indiane, si trova coinvolto nei piani del magnate.
L’intreccio si sviluppa tra colpi di scena, spionaggio industriale e tensioni geopolitiche, con la crescente minaccia di una crisi finanziaria e sociale di portata globale. Zhang, grazie a una rete di contatti potenti, guida segretamente una serie di eventi destinati a destabilizzare il mondo. Nel frattempo, l’Intelligenza Artificiale gioca un ruolo sempre più pervasivo, diventando uno strumento in grado di sovvertire gli equilibri di potere.
La tecnologia al servizio dell’essere umano
Il romanzo di Gatto parte da premesse scientifiche e passa attraverso temi fondamentali come crisi della leadership, assenza di una visione politica, ruolo della cultura e necessità di recuperare un’etica della responsabilità umana. “Sicuramente l’IA porterà innumerevoli miglioramenti nella qualità della vita di ciascuno di noi. Ma, se non attuiamo da subito le necessarie precauzioni, rischieremmo di trovarci in uno scenario in cui le macchine potrebbero decidere che non esistono motivi per cui dover arrestare il loro sviluppo. E a quel punto ne avremmo perso il controllo”, ha commentato Gatto.
“Il tema principale è proprio la paura di non saper gestire questo ‘mostro’ dell’IA”, ha detto Flavia Munafò, affrontando temi come la morale, intesa come buon senso, il rapporto di fiducia in chi detta le regole del gioco, i tempi di risposta, che nell’IA sono molto più rapidi rispetto a quelli dell’essere umano. “Il mostro è qualcosa di cui abbiamo timore perché è qualcosa che non conosciamo a fondo. Ecco perché è fondamentale studiare questo strumento e usarlo in modo da trarne vantaggio, da renderlo anche uno strumento di inclusione e integrazione”.
Più tecnico, invece, il commento di William Nonnis, che ha richiamato l’attenzione sulla questione della sovranità digitale nell’era dei dati e dell’IA. “Oggi, le Big Tech sono i veri stati sovrani, perché detengono il controllo dei dati. Se non vogliamo essere solo consumatori di servizi digitali, c’è bisogno che le nostre classi dirigenti comprendano l’importanza della gestione dei processi di digitalizzazione. Come europei non abbiamo visto arrivare il digitale, mentre Cina e Usa lo hanno visto per tempo e lo stanno governando. Dovremmo riflettere sul fatto che in Cina, ad esempio, i bambini già dalle scuole primarie studiano l’Intelligenza Artificiale”.
Anche Nonnis ha comunque chiuso con un messaggio positivo, invitando a non avere timore dell’Intelligenza Artificiale ma a essere predisposti a studiarla, anche da adulti. “Credo che l’AI genererà lavoro, perché farà una sorta di restyling dei mestieri che oggi conosciamo. Se però vogliamo che la persona sia al centro di questo processo di trasformazione, la via da percorrere è necessariamente quella della formazione continua. L’IA deve ancora esprimere tutto il suo potenziale e lo possiamo cogliere, in positivo, solo studiando e aggiornandoci continuamente”.
Il ruolo strategico della formazione
L’AI porta con sé una rivoluzione che tocca le nostre coscienze, la società e l’economia in un modo nuovo. Non si tratta solo di sostituire l’uomo con la macchina, come è successo con la rivoluzione industriale, e di modificare i processi di lavoro. Piuttosto si tratta di un cambiamento che interessa tutti gli aspetti della nostra vita, come cittadini, consumatori, lavoratori, imprenditori, professionisti.
Una rivoluzione tecnologica dalla portata così pervasiva deve essere indirizzata e ha bisogno di formazione. Lo ha spiegato bene, in chiusura dei lavori, Bellino Elio Panza: “Bisogna far comprendere all’imprenditore e ai lavoratori che c’è un nuovo modo di pensare, di vivere e di lavorare. Il lavoro può cambiare da un momento all’altro e c’è bisogno di più flessibilità, senza che venga meno la garanzia di occupabilità”. Panza ha evidenziato la necessità di “un supporto concreto alle imprese e ai lavoratori, affinché nessuno sia lasciato solo in questa fase di trasformazione del modo di lavorare e produrre”.
E come proprio i principi di flessibilità e occupabilità abbiano sempre ispirato Sistema Impresa nel suo impegno condiviso con le parti sociali verso la formazione e la certificazione delle competenze. Sistema Impresa offre servizi che supportano tanto l’imprenditore quanto il lavoratore, ispirandosi a un principio secondo il quale la tutela degli interessi del lavoratore non è in conflitto con le esigenze di produttività dell’impresa. Neanche quando si parla di Intelligenza Artificiale.