Mentre i dipendenti si adattano agli ambienti di lavoro post-pandemia, il dibattito sugli obblighi di rientro in ufficio continua ad alimentare tensioni.
LiveCareer ha dedicato alla progressiva fine dello smart working il report “Rientro in ufficio: realtà e previsioni”, basato su un sondaggio condotto a gennaio 2025 su oltre 1.000 lavoratori. Sebbene la maggior parte dei dipendenti preferisca il lavoro da remoto, il 91% dichiara di conoscere qualcuno a cui è stato richiesto di tornare in ufficio a partire dal 2023. Nonostante queste difficoltà, i lavoratori continuano a dare grande valore ai benefici del lavoro da remoto.
Rientro in ufficio e possibili ripercussioni
Stando a quanto indicato dai rispondenti, il 60% delle persone prevede che nel 2025 più aziende forzeranno il rientro in ufficio rispetto al 2024. L’86% ha riportato conseguenze per chi si è rifiutato di tornare in ufficio: il 63% è stato licenziato e il 23% ha ricevuto richiami formali. Due terzi dei lavoratori non scambierebbero il lavoro da remoto per un aumento di stipendio del 15%.
Guardando al futuro, i dipendenti si aspettano una continua spinta verso il lavoro in presenza:
- 60% ritiene che più aziende richiederanno il lavoro full-time in ufficio,
- 31% prevede meno obblighi,
- 9% non si aspetta cambiamenti significativi.
Perché apprezzare il lavoro da remoto
Il sondaggio evidenzia diverse ragioni chiave per cui i dipendenti rimangono fermi nella loro preferenza per il lavoro da remoto e ibrido e il non rientro in ufficio full time:
- 49% apprezza il tempo risparmiato evitando gli spostamenti casa-lavoro,
- 42% sottolinea il risparmio economico su trasporti e pasti,
- 40% indica una maggiore flessibilità e un miglioramento della produttività,
- 32% beneficia di un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata,
- 20% preferisce evitare la routine legata alla presenza in ufficio, come vestirsi in modo formale o curare l’aspetto ogni giorno.
Anche i dati sui curriculum confermano il crescente interesse per le opportunità di lavoro da remoto. Nel database di LiveCareer, le menzioni al “lavoro da remoto” nei CV sono passate dal 4% nel 2018 all’11% nel 2025, quasi triplicando in soli sette anni.
Se aumenta lo stipendio?
Nonostante i vantaggi del lavoro da remoto, alcuni lavoratori hanno indicato a quali condizioni sarebbero disposti a tornare in ufficio. Il 37% tornerebbe per un aumento di stipendio di almeno il 15%, il 35% rinuncerebbe al lavoro da remoto per una settimana lavorativa di quattro giorni, il 10% lo farebbe in cambio di ferie pagate illimitate. Emerge con chiarezza quanto i dipendenti tengano al lavoro da remoto. Per la maggioranza di loro, infatti, gli incentivi economici da soli non bastano a compensarne la perdita.
“Anche se molti prevedono un aumento delle richieste di rientro in ufficio, la forte preferenza per il lavoro da remoto sottolinea un cambiamento profondo nei valori professionali. I datori di lavoro che daranno priorità alla flessibilità e capiranno queste esigenze avranno un vantaggio nell’attrarre e mantenere i talenti”, conclude Jasmine Escalera, esperta di carriera per LiveCareer.
Consulta lo studio completo di LiveCareer.