Lavoro o università? Le alternative post diploma dei giovani

Riprendono quota le alternative all'università: 1 giovane su 5 baratterebbe la laurea per un lavoro o una qualifica professionalizzante e 1 su 4 vorrebbe fondare un'azienda tutta sua   

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Post diploma dei giovani: inchiesta sulle attitudini

I giovani italiani nel post diploma: la ricerca di una laurea rimane il percorso principale per circa 1 studente su 2, ma sempre più giovani si orientano verso valide alternative. Molti ragazzi e ragazze progettano il proprio futuro sin dai banchi di scuola: tra chi si vede imprenditore (25%), 1 su 10 sta già costruendo la sua impresa.

È quanto emerge da “Dopo il diploma”, una ricerca condotta da Skuola.net ed ELIS su 3mila studenti delle scuole superiori.

Post diploma: i giovani si mettono in gioco

Alle scuole superiori, il 45% degli studenti ancora non ha chiaro cosa fare dopo il diploma. Un dato preoccupante, perché si manifesta in proporzioni simili anche tra le ragazze e i ragazzi che tra pochi mesi dovranno scegliere cosa fare dopo la maturità. La Generazione Z, tuttavia, sembra non volersi rassegnare a ingrossare le file dei NEET, giovani che non studiano e non lavorano.

La voglia di mettersi in gioco sin dai banchi di scuola è un elemento da non sottovalutare. Pur essendo impegnati nella principale occupazione di studenti, infatti, quasi la metà (45%) dei ragazzi intercettati dall’indagine di racconta che già sta facendo delle “prove tecniche di lavoro”, per crearsi un piccolo salvadanaio o togliersi qualche sfizio. Il 26% lo fa nei periodi di pausa dalla didattica (vacanze estive, natalizie, ecc.), il 19% anche durante i mesi di scuola.

I “lavoretti” diventano digitali

Certo, in 6 casi su 7 si tratta dei classici “lavoretti” (cameriere, baby-sitter, fattorino, ecc.). Ma è significativo che 1 su 7 guadagni puntando su lavori “digitali”. Ovvero quelli che sfruttano il web e le nuove tecnologie informatiche. I più diffusi? In rigoroso ordine di preferenze riguardano:

  • e-commerce;
  • sviluppo e gestione di app e servizi online;
  • gestione di pagine social;
  • fintech (acquisto/vendita di criptovalute, trading online);
  • influencer marketing;
  • gaming;
  • informazione online.

Non è raro, quindi, imbattersi in adolescenti che acquistano prodotti griffati da rivendere online oppure in social media manager in erba. Per non parlare dei visibili influencer sulle varie piattaforme di social media e streaming.

Formazione e mondo del lavoro

Anche la complicata relazione tra formazione e mondo del lavoro sembra stia iniziando a cambiare. A oltre un anno dall’insediamento del Governo Draghi, che ha puntato sul rilancio della filiera di istruzione secondaria tecnico-professionale. E sulla creazione di percorsi post diploma professionalizzanti come gli ITS.

Circa 1 su 5, subito dopo il diploma, punta ad avere presto un’occupazione. L’8% immettendosi direttamente nel mercato del lavoro, il 10% seguendo un corso, ITS o similare. E, tra quanti hanno invece in programma di andare all’università, una quota simile – il 19%, che tra i maschi sale fino al 26% – cambierebbe idea se venisse a conoscenza di un percorso alternativo capace di garantire ampie possibilità di collocamento. Non mancano poi quelli (il 7%) che sarebbero interessati ad entrare nelle forze armate o di polizia. Di contro, complice forse anche l’incertezza in cui stiamo vivendo negli ultimi tempi, l’obiettivo laurea sembra registrare un calo di appeal. Rispetto alla stessa indagine, svolta lo scorso anno, ben l’11% di studenti in meno è intenzionato a considerare solo ed esclusivamente l’opzione università dopo il diploma.

I timori dei giovani post diploma

Tuttavia, emerge una preoccupante incertezza su quello che accadrà dopo la scuola. 1 studente su 5 immagina che i mesi successivi al suo diploma saranno dedicati alla riflessione sul futuro. Oppure addirittura a un anno sabbatico. Mentre 1 su 10 si rifugia nella sempreverde prospettiva di andare all’estero per tentare la fortuna. “La scuola italiana secondaria ha difficoltà a orientare i propri studenti – sottolinea Gianluca Sabatini, responsabile ,arketing ELIS -. È necessario quindi sviluppare una didattica che sia esperienza e relazione. Per farlo, bisogna portare le aziende dentro le scuole e la scuola superiore dentro le aziende. Esattamente l’obiettivo che ELIS persegue da anni attraverso le attività del Sistema Scuola Impresa, tra le quali si inserisce la sua Open week: una settimana ricca di appuntamenti finalizzati a orientare i ragazzi attraverso il confronto con professionisti aziendali, attività laboratoriali e incontri ispirativi con le role model delle imprese del Consorzio ELIS”.

Sarebbe infatti un peccato disperdere un capitale umano che sembra pronto a guardare il mondo del lavoro in maniera diversa dai propri genitori, orientati al posto fisso. Oggi, infatti, 1 ragazzo su 4 vorrebbe al contrario costruire qualcosa di suo, calandosi nei panni dell’imprenditore. Mentre il 23%, pur non osando aspirare a tanto, si immagina da grande come un lavoratore autonomo per avere più libertà. Solamente il 20% aspira ancora alla sicurezza del “tempo indeterminato”. Tuttavia, di nuovo, non tutti hanno pensato al proprio futuro professionale: il 32% degli intervistati ancora non l’ha fatto. A differenza degli aspiranti capitani d’azienda, la maggior parte dei quali pensa di avere già in mano l’idea vincente. Mentre 1 su 10 sta già sviluppando la sua impresa insieme a un team.

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