Quali politiche per rilanciare le attività produttive e il lavoro?

“Le imprese e i lavoratori oltre la pandemia - Le politiche del lavoro per il rilancio delle attività produttive” è il titolo del digital debate organizzato da Formazienda, che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Tiziano Treu, presidente del Cnel

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lavoro e formazione

Si è tenuto il 4 febbraio il digitale debate promosso da Fondo Formazienda dal titolo “Le imprese e i lavoratori oltre la pandemia – Le politiche del lavoro per il rilancio delle attività produttive”. Moderato dal giornalista del Corriere della Sera Lorenzo Salvia, l’incontro ha visto la partecipazione di Tiziano Treu, presidente del Cnel, Martina Nardi presidente della X Commissione Attività Produttive della Camera, Walter Rizzetto membro XI Commissione Lavoro della Camera, Angelo Raffaele Margiotta segretario generale Confsal e Berlino Tazza presidente di Sistema-Impresa. Per il Fondo Formazienda è intervenuta Rossella Spada, direttore generale. 

Sono diversi i temi emersi, sui quali pende anche l’incertezza politica, essendo in corso proprio in queste ore le consultazioni per la formazione di un nuovo Governo: “Credo assisteremo molto probabilmente a un décalage mirato e selettivo del blocco dei licenziamenti e della Cassa Integrazione, mentre vedo a rischio la continuazione del Cashback, se non per il semestre in corso, per il prossimo: l’iniziativa drena troppe risorse, che potrebbero essere riassorbite e dirottate verso i ristori”, ha detto Salvia introducendo il dibattito. “Non dimentichiamo poi che la vera emergenza sono le fasce che sono state più colpite dalla crisi: le donne, i giovani e i lavoratori non tutelati dal blocco dei licenziamenti. Intervenire su queste categorie non è solo una questione di equità e giustizia sociale ma anche di tenuta del sistema”.

Il lavoro sarà transizionale

La necessità di un’uscita graduale dal provvedimento che prevede il blocco dei licenziamenti e la CIG è stata sottolineata anche da Tiziano Treu, che invita a guardare più avanti: “Dopo il 31 marzo, auspicando un progressivo superamento dell’emergenza Covid, come rimetteremo in moto le attività? Nel Cnel abbiamo avviato un dibattito sulle risorse europee di cui potremo disporre: siamo il Paese che ha avuto le maggiori risorse e ciò è indicativo del fatto che l’Italia è un anello importante nella costruzione dell’Europa. Il piano di ripresa deve avere al centro il lavoro, ossia ogni suo capitolo deve prestare la massima attenzione alle ricadute sul lavoro: quanto le diverse azioni favoriscono e sostengono l’occupazione buona?”. Secondo Treu, il mercato del lavoro sarà “transizionale”, con una mobilità sempre più elevata tra imprese e professionalità: “Ci saranno cambiamenti massicci di allocazione delle risorse verso settori nuovi, più verdi e digitali, e di persone. Occorre prepararsi e la via migliore per farlo è quella della formazione, nella quale le imprese devono ritagliarsi un ruolo attivo e lo Stato deve riconoscere che la spesa in formazione è un investimento. Dobbiamo da un lato transitare una parte importante di popolazione adulta verso competenze digitali nuove e investire nella scuola, perché anche la scuola professionale di trent’anni fa non è più sufficiente a rispondere alle esigenze di oggi”.

La politica deve cambiare passo

Anche da Martina Nardi è arrivata un’indicazione sul possibile sblocco dei licenziamenti, il primo tema che il nuovo Governo si troverà ad affrontare: “Credo si debba gradualmente sbloccare, tenendo conto che non tutti i settori sono stati pervasi dalla crisi e che alcune filiere si sono addirittura consolidate”, mentre Walter Rizzetto sottolinea l’urgenza di non poter più sbagliare: “Non possiamo lavorare in un contesto perenne di politica in emergenza ma legiferare in modo da prevenire i problemi. Un mercato del lavoro transizionale ha bisogno di una politica che corra con la stessa velocità del mondo fuori”. Rizzetto evidenzia anche la necessità di una riforma globale degli ammortizzatori sociali e chiede: “La CIG è ancora la risposta giusta alle problematiche di crisi aziendali? Per esperienza, nel 70-80% dei casi è l’anticamera della chiusura delle aziende”. Una riforma organica del lavoro è invece il punto sul quale ha insistito Angelo Raffaele Margiotta: “Dobbiamo riaffermare la centralità del lavoro e fare uno sforzo di organicità, con una riforma che valorizzi il lavoro pubblico e privato, quale strada maestra verso la crescita e l’occupazione, per dare prospettive certe alle nuove generazioni”. La situazione molto critica delle imprese di alcuni settori, che hanno visto il proprio fatturato nel 2020 scendere al 10% dell’anno precedente, è invece il tema che sta a cuore a Berlino Tazza: “Serve indirizzare le risorse verso iniziative di compensazione per queste categorie”, dice, ricordando come proprio le organizzazioni datoriali degli esercenti si siano battute contro il cashback, “una misura che agevola più il sistema bancario che non l’imprenditore”.

Più formazione a tutela del lavoro

Ha chiuso il dibattito Rossella Spada, ribadendo il duplice ruolo della formazione: “Serve alle imprese per restare in piedi e ai lavoratori per crearsi occasioni di impiego: a breve i licenziamenti saranno sbloccati e dobbiamo dare alle persone, attraverso la formazione, la possibilità di convertirsi e ricollocarsi”, ha detto Spada. “Alle istituzioni chiedo di non drenare ulteriormente le risorse dedicate ai fondi interprofessionali perché siamo fondamentali in un’ottica di formazione continua, se vogliamo avvicinarci agli altri Paesi europei, e di ripensare il Fondo Nuove Competenze affinché sia più aderente alle necessità delle micro e piccole imprese”. 


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