L’autoformazione come arma per combattere la pandemia

Secondo l'analisi di Cornerstone OnDemand, la tipologia dei contenuti formativi richiesti dai dipendenti si dimostrano differenti nei diversi paesi. 

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La pandemia ha alimentato l’interesse dei dipendenti per l’autoformazione, sottolineando la necessità delle organizzazioni di rispondere con risorse adeguate.

Lo rivelano i dati di Cornerstone OnDemand, che hanno evidenziato un aumento di sei volte nelle iscrizioni a corsi di apprendimento online in Europa a inizio 2020, in concomitanza con l’inizio della pandemia. Sebbene l’impennata iniziale sia nel frattempo lievemente diminuita, l’autoformazione online è tuttora di tre volte superiore ai livelli pre-pandemia, a dimostrazione del costante desiderio e della necessità dei dipendenti di adattare e ampliare le proprie competenze.

Autoformazione: diverse tematiche a seconda dei paesi

“Le sfide non sono affatto finite. Siamo tutti chiamati a fare i conti con un nuovo scenario, ora che molte realtà stanno adottando forme di lavoro ibride ed è difficile prevedere cosa potrà succedere in futuro”, ha commentato Fabio Todaro, Senior Regional Sales Director per l’Italia di Cornerstone. “Le aziende devono offrire ai propri dipendenti le risorse e i contenuti necessari a sviluppare le competenze, a consolidare la resilienza e, in definitiva, a prepararsi al meglio ad affrontare il futuro”.

Per quanto riguarda la tipologia dei contenuti formativi richiesti dai dipendenti, i dati mostrano esigenze molto differenti nei diversi paesi.

In Italia, ad esempio, non sorprende che corsi come Communicate Under Stress, Stay Healthy When Working Remotely e Beat Stress Inducing Thought Processes siano stati e ancora sono tra i più richiesti. Rispetto ai colleghi europei, i dipendenti italiani hanno mostrato una particolare attenzione allo sviluppo di una cultura di collaborazione, motivo per cui il corso Tips for Remote Collaboration ha letteralmente spopolato in Italia, insieme al corso How Virtual Coffee Can Help Build Culture, anch’esso tra le dieci proposte più in voga.

“Durante la pandemia, a cambiare rapidamente e costantemente non è stato solo il modo di formarsi, ma anche i contenuti stessi della formazione. Ogni azienda e dipendente ha esigenze e requisiti unici. Proprio come per le aziende, per adattarsi e crescere i dipendenti devono poter contare su contenuti rilevanti e personalizzati, che rispondano alle richieste in continua evoluzione, nel momento in cui ne hanno bisogno”, ha proseguito Todaro.

Nuovi metodi e nuovi strumenti tutti per la formazione

Cornerstone ha inoltre rilevato un maggior interesse nei confronti delle Learning Playlist, con le quali gli utenti possono creare raccolte personalizzate di contenuti formativi e occuparsi direttamente del proprio sviluppo.

Per rispondere ancora meglio alla crescente domanda di autoformazione, quest’anno Cornerstone ha avviato nuove partnership con fornitori di contenuti come Skilla e Thrive Learning per garantire ai dipendenti dei clienti una vasta scelta di contenuti che consentono l’upskilling e il reskilling per il futuro.

“Grazie a We LEARN, il nostro programma di formazione globale altamente personalizzabile e user-friendly, basato su Cornerstone Learning, gli utenti possono accedere alla formazione nei tempi e nei formati che preferiscono, adattare e personalizzare i contenuti e farsi un’idea chiara degli ambiti su cui dovrebbero focalizzarsi per ottimizzare ulteriormente le proprie competenze”, ha affermato Tatiana De Meo, Group HR Digital Processes Manager di Generali. “Questo ci permette di trovare nuovi metodi per rendere la formazione coinvolgente, piacevole e personalizzabile, affinché le persone possano crescere e raggiungere il loro pieno potenziale”.

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