Quanto conta l’employee experience

Una ricerca di WTW evidenzia quattro segmenti distinti che generano valore aziendale in direzioni diverse: “value drive”, “value risk”, “value potential” e “value drag”: tutti hanno a che fare con l'employee experience

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Survey sull'employee experience

Due terzi delle aziende (63%) potrebbero rischiare di perdere valore per la mancata ottimizzazione dell’employee experience.

Secondo l’ultima ricerca di WTW, fattori come tensioni finanziarie, ricadute della pandemia, scenari politici ed economici, oltre al cosiddetto fenomeno delle “big resignation”, sono alla base della situazione di disruption a livello globale. Inoltre, solo un terzo delle aziende ha correlato le performance di business a una strategia di employee experience.

L’employee experience incide sul valore aziendale

Sebbene il livello di engagement nel 2022 possa considerarsi invariato rispetto al passato, opinioni più ampie sull’employee experience mostrano che i livelli di positività di atteggiamento dei dipendenti sono tutti in diminuzione. E hanno un potenziale impatto: la metà dei dipendenti intervistati dichiara di essere pronta a lasciare la propria azienda. Il livello di employee experience è anche correlato ad aumento o diminuzione dei ricavi.  La ricerca di WTW ha evidenziato quattro segmenti distinti che generano valore aziendale in direzioni diverse: “value drive”, “value risk”, “value potential” e “value drag”.

Attualmente, solo un terzo (37%) delle aziende globali si trova in uno stato di “value drive”. Qui, i dipendenti sono più impegnati, sanno che la loro voce conta, sono appagati dal loro lavoro e quindi sono più propensi a rimanere con il loro attuale datore di lavoro. Quasi un’azienda su cinque (18%) si trova in uno stato di “value risk”. Un valore aziendale significativo è a rischio a causa del numero di dipendenti con talento che stanno pensando di trovare alternative. Questi si sentono spesso inascoltati, vedono minori opportunità di carriera e ritengono che la loro organizzazione sia meno propensa ad adeguare il livello di salari alle performance.

Il 15% delle aziende si trova in uno stato di “value potential”. In queste organizzazioni i dipendenti sono scarsamente motivati e disimpegnati e contribuiscono in misura minore alle performance complessive, tuttavia non lasciano l’azienda. Quasi un terzo delle aziende (30%) si trova in uno stato di “value drag”. I lavoratori, in gran parte disimpegnati, hanno espresso il desiderio di andarsene e creano quindi un freno alla creazione di valore.

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