Apprendere nell’Infosfera: convegno Asfor Aidp

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Asfor (Associazione italiana per la Formazione Manageriale) e Aidp (Associazione Italiana dei Direttori del Personale) hanno organizzato lo scorso 2 febbraio, nella sede milanese di Edison, l’incontro dal titolo “Apprendere nell’Infosfera. Formazione manageriale e direzione HR”.

 

 

In particolare, Franco Amicucci, presidente di Skilla, Matilde Marandola, presidente di Aidp, e Marco Vergeat, presidente di Asfor, si sono confrontati sui temi dell’apprendimento e della formazione. A introdurre il convegno Giorgio Colombo, direttore HR di Edison. “Siamo in una fase di cambiamento, che richiede una profonda trasformazione culturale – ha detto -. “Non si può parlare di trasformazione culturale senza fare una riflessione sul tema dell’apprendimento”.

Infosfera e nuove frontiere della conoscenza

Riflettere sull’apprendimento significa trovare il senso dell’apprendere in un mondo complesso, nel quale la rapidità del cambiamento ci disorienta. “Stiamo vivendo la rivoluzione più rapida che l’umanità abbia mai sperimentato –ha spiegato Amicucci -. Ed è necessario adottare nuovi paradigmi per capire e vivere il futuro che ci aspetta. Ecco perché la nostra è l’epoca dell’apprendimento continuo, della cosiddetta infosfera, nella quale apprendiamo in modo formale e informale”.

Amicucci è autore del libro “Apprendere nell’infosfera – Esperienzialità e nuove frontiere della conoscenza”. Nel volume, oltre a definire l’apprendimento come “la nuova moneta che garantisce il futuro delle persone”, afferma che la formazione deve essere ripensata, non può più limitarsi a un mero trasferimento di informazioni.

Dare un senso alla formazione

Matilde Marandola ha posto l’accento sul senso che apprendimento e formazione dovrebbero assumere per le direzioni HR, evidenziando l’importanza dell’ascolto. “Stiamo assistendo a una crescita sostenuta del fenomeno delle dimissioni volontarie. Fatto emblematico della vivacità del mercato del lavoro attuale e della volontà, soprattutto nella fascia di età che va dai 26 ai 35 anni, di dare un nuovo significato alla propria vita professionale. A questo si aggiunge il problema del disallineamento tra domanda e offerta di competenze. Qui risiede la grande sfida del nostro tempo, riequilibrare domanda e offerta e pensare una formazione che tenga conto delle necessità di apprendimento delle persone. Per chi si occupa di risorse umane, ascoltare le persone è oggi più che mai importante”.   

Capire la realtà e sviluppare un pensiero critico

Di sfide ha parlato anche Marco Vergeat. Oltre a confermare che i grandi cambiamenti possono creare disorientamento e incertezza riguardo al futuro, il relatore ha sottolineato l’importanza di comprendere la realtà nella quale viviamo e sviluppare un pensiero critico in merito. “Per avere fiducia nel futuro è necessario dare un senso al nostro agire nel presente. Un senso da costruire in modo collettivo, attraverso le relazioni tra le persone. Anche nell’ambito della formazione, non credo agli approcci puntati sul singolo individuo, che tendono a isolarlo senza considerarlo come parte di un mosaico più articolatoNella costruzione di un nuovo paradigma di valori hanno un ruolo fondamentale le aziende, con la loro responsabilità sociale. È importante che esse contribuiscano a definire una formazione con obiettivi precisi e orientata a migliorare le competenze della classe dirigente”.

Lo sforzo di capire la realtà contemporanea, così come la necessità di dare un significato al nostro presente, chiamano in causa il rapporto con la tecnologia. “Non dobbiamo accettare l’imporsi della tecnologia senza avere il controllo sul suo fine ultimo”, ha ammonito Vergeat. Amicucci, infine, la considera un alleato che ci aiuta a rafforzare le relazioni interpersonali, parlando di alfabetizzazione digitale come competenza da sviluppare parallelamente alla capacità di sintesi. Una skill fortemente necessaria in uno scenario che ci vede pervasi dalle informazioni.

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