L’autonomia che fa bene all’azienda

Che cosa significa adottare un modello organizzativo aziendale basato sul Self Management? Ne parliamo con Paolo Platter, Cto e co-fondatore di Agile Lab, una realtà tecnologica che ha scelto di investire nella crescita professionale dei propri collaboratori, valorizzandone al massimo consapevolezza e autonomia decisionale.

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a cura di Giorgia Andrei |

“La nostra azienda aveva un fortissimo imprinting legato ai due fondatori, ma sentivamo la necessità di avere persone che dessero un contributo maggiore e si sentissero nella posizione di prendere decisioni in maniera autonoma, con un impatto anche a livello organizzativo. Il tutto, valorizzando le eccellenti risorse presenti in azienda”.

A parlare è Paolo Platter, Cto e co-fondatore di Agile Lab, azienda italiana che, dal 2014, si occupa di tecnologie distribuite innovative e sviluppa applicazioni in ambito Big Data, Intelligenza Artificiale e Machine Learning. Il caso di Agile Lab è interessante per chi si occupa di organizzazione aziendale e risorse umane, per la particolarità del suo modello organizzativo, incardinato sul Self Management, una struttura basata su principi di inclusione e auto-responsabilità.

Inclusione e auto-responsabilità

“Il Self Management permette di creare uno spazio, fatto di ruoli e cerchie, con responsabilità molto ben definite e deleghe decisionali operative totali”, spiega Platter. “Inoltre, il processo con cui questi ruoli/cerchie vengono creati è inclusivo e integrato: tutti i componenti di una cerchia partecipano nella definizione di sé stessi con l’unico obbiettivo di perseguire un proposito comune. Fondamentale è poi la trasparenza: tutte le informazioni sono disponibili per tutta l’azienda, sempre”. Attenzione: non si tratta quindi di “fare da sé”, ma di sentirsi parte di un processo collettivo nel quale ognuno ha una propria responsabilità. Con vantaggi tangibili per l’azienda: “Le persone, una volta compresi i principi e il meccanismo stesso, si sono ritrovate nella posizione di poter prendere decisioni reali e partecipare a scelte di evoluzione organizzativa. Va detto che in Agile Lab non esistono meccanismi autorizzativi. Il vantaggio per l’azienda è, quindi, avere persone molto più allineate e ingaggiate”.

Trasparenza, formazione e flessibilità

Ma è tutto così semplice? Si può “imparare” a essere autonomi o serve una predisposizione che non tutti hanno? “L’autonomia è una caratteristica individuale, più o meno spiccata e spesso legata all’intraprendenza, ma che può essere educata e rinforzata. All’inizio le persone faticavano a prendere il loro spazio, anche se il meccanismo lo permetteva esplicitamente. Abbiamo dovuto lavorare molto per creare il giusto contesto informativo e operativo per far sì che tutti si sentissero in una posizione di maggiore sicurezza nel prendere le decisioni, ad esempio la garanzia di avere un budget a disposizione, una maggior chiarezza su quali fossero le strategie a cui dover allineare le decisioni e le azioni e, infine, la presenza di figure di mentorship, che potessero aiutare a muovere i primi passi, ma senza entrare nella sfera decisionale. Dopo oltre un anno di pratica, i miglioramenti sull’autonomia sono evidenti”.

Per inserirsi in un contesto organizzativo di Self Management è quindi importante avere la volontà di prendersi delle responsabilità e di agire sempre nell’interesse dell’azienda. Non solo: è fonda- mentale anche dare trasparenza alle proprie azioni e sapersi mettere in discussione nel caso si ricoprano posizioni di leadership. Certo, una leadership diversa da quella tradizionale: “Non parliamo del classico leader eroico ma di un leader facilitatore”, precisa Platter.

Con l’introduzione del Self Management in Agile Lab sono stati creati anche molti ruoli il cui obbiettivo è migliorare la vita in azienda. “Le persone tendono a profondere energie sulle attività che nascono dalle proprie esigenze e priorità; un executive è facile che dia priorità al fatturato e alla redditività piuttosto che al work-life balance, ma quando il processo decisionale è inclusivo, le proposte emergono sulla base delle esigenze di tutti ed è naturale un’attenzione pervasiva alle necessità dei dipendenti, perché le migliorie in tal senso vengono proposte e approvate direttamente dal collettivo”.

Altri pilastri del modello organizzativo di Agile Lab, che costituiscono anche elementi sui quali fare leva per attrarre nuovi talenti, sono la formazione e la flessibilità. Oltre a definirla fondamentale, Platter sottolinea che la formazione debba essere continua e pervasiva. “Siamo arrivati a stressare questo concetto fino alla creazione di una nostra Academy interna, che prenderà il via nella seconda metà dell’anno, con un percorso formativo strutturato in più anni, esclusivo per i nostri dipendenti”. Anche la flessibilità, infine, è un concetto elevato alla massima potenza: “Ognuno può scegliere di lavorare in sede o da remoto e di distribuire le ore di lavoro nella settimana come meglio crede. Nessuno controlla che la somma delle ore sia 40: c’è una fiducia totale nella capacità di ciascuno di organizzarsi al meglio per assolvere le proprie mansioni lavorative e trovare il giusto equilibrio nella propria vita privata”.

Paolo Platter
Paolo Platter è Cto e co-fondatore di Agile Lab

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