Il IV Rapporto annuale sul lavoro domestico, curato dall’Osservatorio DOMINA, evidenzia nei dati aggiornati al 2021 la presenza di oltre 68 mila giovani lavoratori domestici (under 30) regolari, il 7,1% del totale.
Le serie storiche esprimono le tendenze in corso negli ultimi dieci anni. Nel 2012, infatti, i giovani lavoratori domestici italiani erano 14 mila. Negli ultimi dieci anni il numero è cresciuto progressivamente in maniera quasi lineare, arrivando a oltre 20 mila nel 2021 (+41%). I lavoratori stranieri, invece, hanno registrato dal 2012 al 2019 un trend opposto, invertito solo negli ultimi due anni di pandemia.
Complessivamente, il numero è diminuito del 64% nel periodo 2012-2021. Il calo degli stranieri e il contemporaneo aumento degli italiani hanno avuto come conseguenza diretta l’aumento della componente autoctona, passata dal 9,9% al 29,9% del totale.
I giovani lavoratori domestici italiani
Nel 2021 sono 20.467 i giovani lavoratori domestici con meno di 30 anni. Per quanto riguarda la composizione per genere e per tipologia di rapporto, le donne rappresentano l’83% del totale. Il 55,6% dei domestici è inquadrato come colf, mentre il 44,4% come badante. Mediamente si guadagnano 3.600 euro, importo medio che deriva sia dall’orario ridotto (il 56% lavora meno di 19 ore a settimana) sia dalla durata dei contratti (un lavoratore su due non supera i 6 mesi).
Solo il 6% supera i 10 mila euro di retribuzione annua, del resto solo il 9% lavora almeno 35 ore a settimana. La maggior parte di questi lavoratori si trova nel Sud 46%, dove la disoccupazione giovanile è un fenomeno più radicato.
A livello regionale, il maggior numero di lavoratori domestici di nazionalità italiana si concentra in Sardegna (3,5 mila), più che in Lombardia (2,4 mila) e Lazio (2 mila). Pur essendo una regione meno popolosa, questo dato non sorprende, dato che qui ben l’81,9% dei lavoratori domestici ha cittadinanza italiana. Se poi andiamo a vedere come cambia l’incidenza sul totale lavoratori domestici italiani, nelle aree del Sud si tocca l’8,5%. Contro il 6% delle regioni del Nord e il 6,8% del Centro, con una media nazionale di 7,1%.
La componente straniera
Situazione diversa per i giovani lavoratori domestici stranieri, che sono oltre 48 mila nel 2021. Nella maggior parte dei casi si tratta di colf (70%) e l’analisi di genere mette in evidenza la forte presenza maschile (49%). Elementi che evidenziano come i dati siano influenzati dalla recente regolarizzazione. In molti casi, infatti, il lavoro domestico è la porta d’ingresso per il lavoro regolare, ma una volta acquisiti i documenti i migranti cambiano settore economico.
Rispetto agli italiani guadagnano di più (5.500 euro) e il 46% lavora dalle 25 alle 29 settimane e il 64% ha dichiarato almeno 6 mesi di lavoro. Diversamente dagli italiani, si trovano al Nord (61%), dato in linea con la maggiore presenza straniera in queste regioni. Mentre le regioni con la maggiore incidenza sono Campania (9,4%), Calabria (9,1%) e Lombardia (8,8%).