Quanto si investe in Educational Technology?

Il punto sul settore delle tecnologie per la formazione in Italia nei risultati della Ricerca 2021-2022 dell’ Osservatorio EdTech, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e dalla Polimi Graduate School of Management

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Educational Technology Osservatorio

di Giorgia Andrei |

L’Osservatorio EdTech della School of Management del Politecnico di Milano, realizzato in collaborazione con Fondazione per la Scuola, Vodafone, Habacus, Microsoft, MR Digital, Mylia, Pearson, Phyd, Skilla e Sky, analizza lo scenario dell’Educational Technology in Italia, ossia dell’insieme delle soluzioni a supporto del processo educativo, nel quale convivono provider di tecnologia hardware e software e fornitori di contenuti e servizi.

Il panorama dell’Educational Technology

I primi mettono a disposizione di scuole, università e aziende, piattaforme per la formazione, i secondi erogano contenuti formativi su specifici argomenti (programmazione, tematiche tecnologiche, gestione, marketing, competenze manageriale, corsi di lingua ecc.) e in diverse modalità (podcast, videolezioni ecc.) e servizi di consulenza e finanziamento.

Parliamo di un mercato che vale circa 19,5 miliardi di euro e che, come spiega Camillo Loro, direttore dell’Osservatorio EdTech, sta attraversando una fase piuttosto dinamica: “L’emergenza Covid-19 ha sia accelerato il processo di crescita e di trasformazione della domanda e dell’offerta, con implicazioni ancora da comprendere pienamente e da approfondire, sia aumentato la consapevolezza dell’importanza dell’utilizzo della tecnologia a supporto della formazione. Molte delle barriere al cambiamento proprie del tessuto istituzionale ed economico italiano, come la scarsa diffusione delle competenze digitali e la scarsa copertura delle infrastrutture tecnologiche, sono state allentate attraverso questa spinta ‘forzata’ ed è, quindi, proprio questo il momento di cavalcare l’onda per rendere la tecnologia realmente parte integrante del processo educativo e di formazione”. La ricerca ha analizzato l’adozione di Educational Technology da parte di scuole, università e imprese e il panorama delle startup di settore.

Scuola e università: gli investimenti come obiettivo

Registro elettronico, lavagne interattive e videoproiettori sono ormati adottati dalla quasi totalità delle scuole italiane, con percentuali di utilizzo vicine al 100%. Mentre le piattaforme per la gestione dell’aula a supporto della didattica digitale integrata interessano il 79% degli istituti scolastici. Sono ancora poche, invece, le scuole che utilizzano tecnologie più avanzate come software per la creazione di contenuto all’interno di laboratori, learning app e gaming, realtà virtuale/aumentata o intelligenza artificiale.

La maggiore criticità rilevata nell’implementazione di soluzioni EdTech nella scuola risiede nelle competenze dei docenti e del personale amministrativo, indicate rispettivamente dal 54% e dal 42% delle scuole. Quasi la metà delle scuole ritiene che sia i docenti sia il personale amministrativo non abbiano le competenze necessarie per utilizzare correttamente gli strumenti digitali. Il 35% delle scuole, inoltre, reputa troppo onerosa la spesa per soluzioni EdTech. Tuttavia, gli investimenti futuri in tecnologie digitali costituiscono un obiettivo strategico per l’86% delle scuole e riguardano soprattutto laboratori di coding e robotica, nel 57% dei casi, lavagne/pannelli interattivi, videoproiettori e realtà virtuale/aumentata.

Le università investono invece solo il 5% del totale dei proventi in soluzioni di Educational Technology, anche se la maggior parte (il 77%) degli atenei reputa la trasformazione digitale dell’esperienza educativa un obiettivo strategico. In uno scenario futuro, indicativamente nei prossimi 3-5 anni, le università puntano a investire principalmente in learning app e gaming, intelligenza artificiale e blockchain.

Imprese: il futuro è Mooc

Le imprese investono circa il 47% del budget allocato alla formazione in digital learning, ma per quasi la metà di esse (il 42%) si tratta di investimenti onerosi. Tommaso Agasisti, responsabile scientifico dell’Osservatorio EdTech, spiega: “Seppur esistano soluzioni digitali a supporto della formazione, c’è ancora tanta strada da fare: da un lato gli istituti e le imprese debbono investire economicamente nella tecnologia pensando più al ritorno raggiungibile in termini di efficacia che all’aspetto economico, dall’altro i docenti devono fare lo sforzo di investire nella propria formazione sia nell’uso della tecnologia che nell’erogazione innovativa dei contenuti”.

Ad oggi la maggior parte delle imprese dichiara di utilizzare i software di teleconferenza e comunicazione online e le piattaforme digitali custom, ma per il futuro i trend riguardano le learning app, il gaming e le piattaforme Mooc (Massive Open Online Courses), corsi online volti alla partecipazione illimitata e all’accesso aperto tramite il Web. Poche, infine, le aziende che pensano di investire in realtà aumentata/ virtuale e intelligenza artificiale.

Startup: colmare il gap di competenze

Dal 2017 al 2021 si è registrata una costante crescita nel numero di startup fondate, con un picco nel 2020, complice indubbiamente la situazione di emergenza che ha sottolineato l’importanza dell’investimento in EdTech. Il 59% delle 673 startup EdTech censite dalla ricerca offre soluzioni tecnologiche a supporto della formazione. La restante parte, invece, si divide tra l’erogazione di contenuti e le soluzioni di finanziamento per studenti e individui.

Nello specifico, la maggior parte delle startup eroga la propria offerta attraverso piattaforme online, tramite cui vengono messi a disposizione del discente i diversi contenuti formativi, come video-pillole, attività interattive e videolezioni per abilitare la connessione tra professionisti e la condivisione di esperienze. “L’analisi del panorama internazionale delle startup di settore riflette i principali trend di innovazione presenti nell’Education Technology in Italia, cioè la focalizzazione su upskilling e reskilling, il focus su realtà aumentata/virtuale, intelligenza artificiale e la tendenza nella maggior parte delle piattaforme ad aumentare la dimensione sociale dell’apprendimento, tramite l’interazione e la condivisione di esperienze”, conclude Camillo Loro. “In più, a livello globale, osserviamo un progressivo aumento dell’attenzione al matching tra domanda e offerta di lavoro, con una formazione che punta sempre di più a colmare il gap di competenze negli ambiti in cui scarseggia l’offerta, allocando le risorse sulla base della coerenza di professionalità e maturità esperienziale”.

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