a cura di Cesare Damiano |
Lo scorso 3 febbraio Assolavoro e i sindacati confederali Nidil-Cgil, Felsa-Cisl e UilTemp hanno sottoscritto l’ipotesi di accordo di rinnovo del contratto nazionale del lavoro in somministrazione, noto al grande pubblico anche come “lavoro tramite agenzia”.
L’accordo comprende diversi contenuti interessanti. La qualità del dialogo sociale tra le parti ne è un valore centrale: fatto non scontato per un settore che, fondato proprio sulla flessibilità del rapporto di lavoro è stato per taluni, nella prima parte della sua storia, considerato erroneamente sinonimo della condizione di precarietà dei lavoratori. È sempre stata, invece, una mia convinzione che questo settore vada sostenuto per il semplice fatto che, per l’azienda utilizzatrice, questo tipo di prestazione flessibile ha un costo molto più elevato del lavoro dipendente a tempo indeterminato o determinato.
Come spiega una dichiarazione congiunta delle organizzazioni sindacali confederali “l’ipotesi di accordo offre risposte, seppure con gradi diversi, a tutte le rivendicazioni della nostra piattaforma, adeguando le norme ai bisogni delle persone che lavorano in somministrazione e innovando il settore, anche attraverso una maggiore centralità delle relazioni sindacali”.
Una prova di maturità per il settore
Dal canto suo, Assolavoro ha definito l’intesa “una prova di maturità importante per il settore, che dimostra di saper affrontare con responsabilità e visione le sfide del mercato del lavoro, garantendo continuità occupazionale ai lavoratori”. Approccio che si è tradotto negli elementi che ne definiscono la qualità.
Primo, la formazione e le competenze: l’investimento nel fondo bilaterale Forma.Temp viene regolato in modo più strutturato per migliorare l’occupabilità dei dipendenti delle agenzie; ogni anno 300mila lavoratori potranno beneficiare di attività di formazione gratuita. Secondo, il welfare sanitario contrattuale prevede un rafforzamento delle prestazioni assicurative e mediche. Terzo, la continuità occupazionale sarà sostenuta da nuovi strumenti che interverranno durante i periodi recessivi e a supporto delle donne in gravidanza e delle categorie più svantaggiate.
È stata aumentata, con percentuali superiori al 15%, l’Indennità di Disponibilità e quella di Procedura di Ricollocazione ed è previsto un meccanismo di verifica dell’adeguatezza in base all’andamento dell’inflazione. Quarto, è stato concordato un raddoppio del finanziamento per il Fondo di Solidarietà Bilaterale con una crescita dell’aliquota contributiva allo 0,60%, ripartita tra agenzie (0,45%) e lavoratori (0,15%). Infine, è prevista la certificazione della rappresentanza di settore, anche per la parte datoriale, e le regole per l’elezione delle Rsu. La migliore sintesi che può definire l’accordo è che si tratta di un esempio di relazioni industriali di qualità. Un’ottima notizia per il Paese.
*Contenuti di Cesare Damiano realizzati con informazioni fornite da Assolavoro