di Rogero Fiorentino | Tra norme e realtà, la sfida quotidiana nell’ambito della sicurezza su lavoro è preservare vite e dignità.
Il recente decreto-legge approvato dal governo italiano introduce misure urgenti per rafforzare la sicurezza sul lavoro, un tema che resta cruciale in un Paese come l’Italia segnato da una drammatica media di circa quattro morti al giorno nei cantieri, nelle campagne e nelle fabbriche.
Badge digitale nei cantieri edili
Tra le novità più rilevanti spicca l’obbligo del badge digitale nei cantieri edili, progettato per contrastare il lavoro nero e tracciare le presenze, estendibile a breve ad altri settori ad alto rischio. Parallelamente, si prevede un aumento significativo degli organici degli ispettorati, dell’INAIL e dei Carabinieri dedicati ai controlli, con assunzioni che si protrarranno fino al 2028.
Il governo ha stanziato risorse importanti, circa 900 milioni all’anno a regime, tra bonus-malus per premiare le imprese virtuose che riducono gli infortuni e incentivi per la formazione. Tuttavia, la parte esecutiva evidenzia qualche intoppo, come la complessità nel reale utilizzo dei fondi INAIL e la mancanza di alcune misure attese, quali il reato di omicidio sul lavoro e l’istituzione di una procura nazionale dedicata ai reati di sicurezza.
La sicurezza è un problema culturale
Il cuore del problema resta però culturale. Gli incidenti sul lavoro raramente sono colpa solo di fatalità o incapacità individuali: spesso affondano le radici in un sistema produttivo frammentato, caratterizzato da subappalti a catena, pressioni sui tempi di produzione e una scarsa valorizzazione della prevenzione. Troppo spesso la sicurezza è vista come un costo da comprimere, anziché un valore fondante della qualità del lavoro e della dignità umana.
Crescente è la consapevolezza, anche a livello europeo, che la prevenzione non si costruisce solo con leggi più severe o maggiori sanzioni, ma con una formazione reale, efficace e continua, capace di coinvolgere attivamente lavoratori, imprese e istituzioni. La digitalizzazione, con piattaforme uniche per la formazione e il monitoraggio, può diventare un potente alleato, soprattutto per integrare e mettere in rete dati fra diverse banche dati e nicchie operative.
Un punto di grande attenzione riguarda i giovani e chi si affaccia al lavoro per la prima volta: il decreto non solo amplia la copertura assicurativa INAIL agli studenti in alternanza scuola-lavoro nei casi di infortunio in itinere, ma limita anche la partecipazione a mansioni a elevato rischio. È un segnale che la tutela deve partire dalla formazione, e che anche le scelte organizzative nelle scuole e aziende devono rispondere a precisi criteri di sicurezza.
Emerge, per finire, forte la riflessione sulle persone: nella nuova era dell’incertezza globale e dell’innovazione digitale, più che mai i lavoratori chiedono stabilità, sicurezza e relazioni di fiducia sul posto di lavoro. In questo quadro la bilateralità, con i suoi enti nati dalla contrattazione collettiva, rimane un presidio fondamentale: non solo come mediatore di norme e accordi, ma come promotore di una cultura condivisa del lavoro, della prevenzione e della valorizzazione del capitale umano.















