La consulenza che trasforma l’esperienza in valore

“Lavorare con Teresa Monroe significa investire in un cambiamento positivo e sostenibile”, affermano Flavio Cimbalo e Andrea Montuschi. La loro visione? Portare le aziende a un livello superiore, dove ogni interazione, interna o esterna, può diventare un’opportunità di crescita.

0
303
Employer Experience secondo la società di consulenza Teresa Monroe

di Laura Reggiani |

Teresa Monroe è una società di consulenza specializzata in Experience Management (XM) ed Employer Experience, ambito in forte espansione che mette al centro l’esperienza di clienti e dipendenti come leva strategica per la crescita.

Con una vocazione internazionale e una solida presenza locale in Italia, l’azienda si distingue per un approccio umano, personalizzato e orientato ai risultati concreti. La missione di Teresa Monroe è chiara: aiutare le organizzazioni a prendersi cura di ciò che davvero conta, ovvero le persone. Nata da un team di esperti con background diversificati, la società unisce competenza, passione e aggiornamento continuo sulle più recenti innovazioni tecnologiche e metodologiche per offrire soluzioni su misura.

“Il cuore della filosofia di Teresa Monroe è la creazione di esperienze eccezionali, che abbiano un impatto duraturo su brand, dipendenti e clienti”, spiegano Flavio Cimbalo, Senior Consultant, e Andrea Montuschi, Employee Experience Advisor della società.

Quali sono le principali aree di attività della società? Come è strutturata e da quando sono disponibili i suoi servizi anche in Italia?

Flavio Cimbalo, Senior Consultantdi Teresa Monroe
Flavio Cimbalo, Senior Consultant di Teresa Monroe

F.C. | In Teresa Monroe crediamo che il design dell’esperienza non sia solo legato all’ascolto, ma anche alla capacità di creare percorsi motivanti e ad alto impatto nell’ambito di tutte le relazioni strategiche: clienti, dipendenti, partner, fornitori e l’intero ecosistema. Affianchiamo le organizzazioni nella loro evoluzione, non solo attraverso il semplice utilizzo di survey e sistemi. Ma anche supportandole nel creare ambienti e approcci culturali che facilitino il raggiungimento e il superamento degli obiettivi prefissati, ottimizzando l’esperienza nei momenti chiave di contatto utilizzando i dati osservati e trasformandoli in azioni concrete.

Il nostro approccio si basa su quattro pilastri fondamentali:

  • progettazione di esperienze significative;
  • valorizzazione delle persone e diffusione di una cultura centrata sull’individuo;
  • attivazione di cicli virtuosi “insight to action”;
  • scalabilità attraverso tecnologie all’avanguardia.

Inoltre, siamo partner di leader tecnologici del settore, tra cui Qualtrics, QuestionPro, Zendesk e Insideboard. Operiamo in Italia già dal 2020, con un team dedicato a supporto dei clienti italiani.

Quali soluzioni offre la società specificamente nell’ambito dell’Employee Experience e in cosa si differenziano dagli altri servizi disponibili?

F.C. | Offriamo servizi end-to-end completi, che uniscono consulenza strategica e tecnologie avanzate per progettare, implementare e gestire survey dedicate all’engagement e all’intero ciclo di vita dei dipendenti. I nostri Senior Advisor individuano le azioni da intraprendere attraverso analisi solide e approfondite facilitando workshop collaborativi al fine di identificare le azioni chiave da intraprendere, attivare i team rendendoli più adatti al conseguimento degli obiettivi, influenzare positivamente la cultura organizzativa.

Perché oggi è così cruciale per un’azienda investire in un percorso strutturato di Employee Experience?

A.M. | Il ruolo dell’Employee Experience si basa su tre assunti fondamentali. Prima di tutto c’è un aspetto etico per noi importante: prendersi cura delle persone che fanno parte della nostra organizzazione è semplicemente la cosa giusta da fare, così come ci prendiamo cura dei nostri familiari o amici. C’è poi un aspetto più pragmatico legato al business: numerosi studi universitari dimostrano che una buona employee experience genera maggiore produttività. Infine, nell’era digitale, l’esperienza dei dipendenti ha un impatto diretto sulla reputazione aziendale attraverso social media e piattaforme come Glassdoor. Influenzando significativamente la capacità di attrarre nuovi talenti.

Qual è la differenza tra la gestione dell’Employee Experience e le tradizionali “indagini di clima”?

Andrea Montuschi, Employee Experience Advisordi Teresa Monroe
Andrea Montuschi, Employee Experience Advisor di Teresa Monroe

A.M. | L’Employee Experience è l’evoluzione delle vecchie “analisi di clima aziendale”. Un tempo si misurava la soddisfazione delle persone con un questionario somministrato ogni uno o due anni. Oggi questo non è più sufficiente e si è capito che l’esperienza lavorativa si plasma ogni giorno e viene influenzata da tutto ciò che accade in azienda. Una selezione fatta male, o un processo di onboarding approssimativo, possono minare da subito la fiducia delle persone nell’organizzazione.

Oscar Wilde diceva “Non c’è una seconda occasione per fare una buona prima impressione”. Questo è sempre più vero, in una società che vive di relazioni e transazioni veloci: “sbagliare” i primi giorni di lavoro può significare partire con il piede sbagliato e recuperare quel debito di fiducia non è semplice. Lavorare sull’EX vuol quindi dire acquisire consapevolezza di ciò che è importante per le persone e misurare ogni momento, per poi migliorare queste esperienze.

Come si articola un vostro progetto di Employee Experience? Con quale approccio operate? Quali fasi prevede e quali strumenti utilizzate?

A.M. | Il nostro approccio combina tecnologia e metodologie qualitative. Utilizziamo piattaforme avanzate come Qualtrics e QuestionPro per i sondaggi, affiancate da focus group e workshop interattivi, spesso condotti online per facilitare la partecipazione. Ogni progetto inizia con una fase di pre-diagnosi per identificare le aree chiave, prosegue con questionari strutturati e si conclude con un action planning partecipativo. Utilizziamo anche software specifici come Stormz per gestire workshop interattivi, specialmente nei progetti internazionali.

Ci sono dei settori o delle tipologie di imprese che stanno mostrando un particolare interesse per i vostri servizi? Avete dei casi di successo che potete condividere?

A.M. | In Italia, sebbene siamo un po’ indietro rispetto ad altri Paesi, vediamo un interesse crescente verso l’Employee Experience. Le grandi aziende sono naturalmente più attive in questo ambito, anche se ci sono ancora alcune eccezioni. Mentre osserviamo un’apertura interessante anche tra le piccole e medie imprese, soprattutto quelle guidate dalle nuove generazioni, più ricettive su questi aspetti e più disponibili ad effettuare degli interventi correttivi. Certamente alcune culture aziendali tradizionali resistono ancora al feedback dei dipendenti, temendo l’obbligo di dovere poi agire sui risultati.

Le sfide nell’adozione delle pratiche di esperienza dei dipendenti includono infatti la necessità di passare da uno stile di gestione dall’alto verso il basso e di inquadrare i dipendenti come collaboratori piuttosto che come dipendenti. Un esempio significativo è il nostro lavoro con una grande multinazionale franco-americana, dove abbiamo implementato un progetto globale molto articolato, partito con una analisi di “internal customer satisfaction” che ha coinvolto diverse sedi internazionali.

Il progetto ha restituito importanti risultati. Enel tempo si è evoluto con una analisi di misurazione dell’engagement dei diversi team aziendali con l’obiettivo di ricollegare i vari reparti lavorando sulle percezioni delle persone per arrivare a risolvere quello che non funziona.

Come si integra il lavoro sulla Employee Experience con quello più ampio sul Customer Journey? Esiste una correlazione tra dipendenti e clienti soddisfatti?

A.M. | La correlazione tra Employee Experience e Customer Experience è fondamentale e può essere considerata parte di un ciclo virtuoso di miglioramento e supporto reciproco. Non solo i dipendenti soddisfatti creano clienti soddisfatti, ma abbiamo scoperto che funziona anche il contrario. La soddisfazione dei clienti ha un impatto positivo sulla motivazione del personale. Questo doppio effetto crea un potente moltiplicatore che impatta positivamente su metriche aziendali come produttività, reddittività e ritorno sull’investimento.

In conclusione: perché scegliere Teresa Monroe per ripensare e migliorare l’esperienza dei collaboratori?

F.C. | Le ragioni per affidarsi a Teresa Monroe sono molteplici: esperienza internazionale, team locali qualificati, soluzioni data-driven e un forte orientamento all’impatto. L’azienda ha già avviato collaborazioni di successo con marchi nazionali e internazionali, distinguendosi per capacità di ascolto, flessibilità e affidabilità. Ma ciò che più ci distingue è il nostro approccio profondamente umano alla consulenza.

Non siamo la classica società in doppio petto e cravatta rossa: viviamo ciò che predichiamo, applicando i principi dell’Employee Experience prima di tutto al nostro interno. Il tasso di fidelizzazione dei clienti del 97% testimonia l’efficacia di questo approccio. La differenza sta nel cuore e nella passione che mettiamo in ogni progetto e nell’attenzione ai valori e alla cultura aziendale. Non siamo solo consulenti tecnici, ma partner che credono profondamente nel miglioramento del sistema lavorativo per le persone che ne fanno parte.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here