Un ponte tra persone, imprese e futuro

Dalla trasformazione in HR company all’impegno sociale e all’ innovazione tecnologica: Paolo Ferrario, Presidente e Amministratore Delegato dell’Agenzia per il Lavoro e-work, racconta un quarto di secolo di sfide, valori e visioni per il futuro del lavoro

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Intervista a Paolo Ferrario, presidente e ad dell’Agenzia per il Lavoro e-work

di Laura Reggiani | Un quarto di secolo al centro del cambiamento: in un mondo del lavoro sempre più fluido, complesso e digitalizzato, e-work ha saputo evolversi da semplice Agenzia per il Lavoro a protagonista del settore HR, mantenendo al centro l’etica, le persone e il valore della diversità.

In questa intervista, Paolo Ferrario, Presidente e Amministratore Delegato della società in Italia, ripercorre le tappe principali di una storia imprenditoriale fatta di visione, responsabilità sociale e innovazione continua. Dalla nascita della Fondazione Pino Cova ai progetti per le scuole, dalla digitalizzazione dei processi all’apertura ai mercati internazionali: e-work si prepara al futuro con la consapevolezza di chi non ha mai smesso di mettersi in gioco.

Questi 25 anni di attività rappresentano un traguardo importante. Quali sono, secondo lei, i momenti chiave che hanno segnato l’evoluzione di e-work?

Difficile scegliere solo alcuni momenti. Sono stati 25 anni di cambiamenti, di crescita e di scelte per adeguarsi a un mercato in perenne cambiamento ed evoluzione. Sicuramente il cambio di paradigma da Agenzia per il Lavoro ad HR company avvenuto pochi anni fa è stato forse il momento che ha segnato maggiormente l’e-work di oggi. Così come la scelta di investire su hub territoriali in netta controtendenza rispetto alle normali filiali delle Agenzie per il Lavoro: uffici grandi, aule di formazione, professionisti della ricerca e selezione, ma anche e soprattutto della consulenza HR. Possiamo dire che si è trattato di un vero e proprio cambio che ci ha portato alla maturità.

Durante l’evento di festeggiamento ha parlato di diritti, meritocrazia e principi fondamentali del Paese. Come questi valori si traducono concretamente nel lavoro quotidiano dell’azienda?

Ci occupiamo di persone, del loro orientamento, della loro formazione e del loro lavoro. Credo fermamente che questo sia un rapporto privilegiato, ricco di soddisfazioni ma allo stesso tempo di responsabilità. A partire dalle attività che svolgiamo accanto ai giovani nelle scuole. Credo che sia nostro compito essere portatori sani di un lavoro etico e meritocratico. Da sempre cerchiamo di essere così, spero con buoni risultati. E forse le decine di migliaia di persone che negli anni si sono affidate a noi ne danno almeno una parziale dimostrazione.

e-work è cresciuta fino a diventare una realtà internazionale. Quali sono le principali sfide che avete affrontato nel processo di internazionalizzazione?

Il nostro percorso di internazionalizzazione è ancora embrionale. Siamo presenti sui mercati polacco e svizzero con Agenzie per il Lavoro da noi controllate e consolidate autorizzate dai Ministeri del Lavoro locali. Vogliamo però continuare la crescita in altri Paesi europei perché questo ci restituisce conoscenza e professionalità. Il mercato italiano resta il più complesso a livello normativo: questo ci ha permesso di adeguarci con una relativa semplicità ai mercati stranieri. È stato forse più complesso, ma sicuramente stimolante, cogliere le differenti peculiarità e le diverse aspettative delle persone nei confronti del mondo del lavoro.

Con un fatturato che ha raggiunto i 200 milioni di euro nel 2024, quali sono i segmenti di mercato più promettenti? Ci sono dei settori in cui siete particolarmente presenti?

Da sempre abbiamo scelto di essere un’agenzia generalista. Lavoriamo con ogni settore e ogni bacino territoriale. Questo ci ha permesso di non subire frenate brusche e violente di mercati in crisi, ma allo stesso tempo non ci ha facilitato nei percorsi di rapida crescita dei volumi. Ma questo è stato il primo obiettivo che ci siamo dati: costruire una rete territoriale di rapporti commerciali e sociali che fosse svincolata da agenti straordinari, ma al contrario basata sulla forza e sullo spirito di diversificazione che da sempre contraddistingue l’economia del nostro Paese.

È bello e gratificante oggi poter raccontare di essere partner HR di aziende di ogni dimensione, nazionali e internazionali, che si occupano di produzione e di servizi. Poi è chiaro che alcune specializzazioni negli anni si sono create anche al nostro interno. Penso ad esempio al settore ricettivo in genere e a quello dei trasporti.

Quali strategie ha adottato e-work per rimanere competitiva e innovativa nel settore delle risorse umane?

Il mercato del lavoro nel nostro Paese è sempre stato in evoluzione. Negli ultimi anni questa evoluzione ha subito un’accelerazione incredibile, rimodulando le necessità e le aspettative delle persone. E, di conseguenza, le esigenze di risposte e di pianificazione da parte delle aziende. La nostra strategia? Non rispondere semplicemente a una esigenza.

Non ci limitiamo a individuare le risorse adatte a un’azienda, o l’azienda adatta a una risorsa. Cerchiamo di costruire dei percorsi che accompagnino le aziende nella costruzione della propria “branding reputation”, nella costruzione di sistemi di welfare, nel rilevare i bisogni e le aspettative dei propri collaboratori. Cerchiamo di essere accanto alle persone a partire dai ragazzi e dai giovani nelle scuole, orientando e spiegando, fino ai lavoratori adulti, arricchendo le loro professionalità con formazione e riqualificazione.

Il progetto People for People coinvolge le persone e-work nella scelta delle realtà da supportare. Cosa ha ispirato questa modalità e quali risultati si aspettano?

Ci siamo ispirati a tante realtà esistenti con le quali già e-work collabora e che sono da sempre impegnate a sostenere le iniziative sociali. A questa piacevole ispirazione abbiamo aggiunto il desiderio di fare qualcosa di “nostro” che coinvolgesse in prima persona i nostri colleghi, per condividere ancora di più lo spirito che ci caratterizza. Basato certo sulla professionalità e sui canonici pilastri d’impresa, ma anche, e da sempre, sull’etica e sul sociale come risorsa.

È stato un successo di partecipazione e una vera e propria festa che abbiamo condiviso con le strutture premiate. Come azienda ci siamo impegnati a erogare nel medio periodo 250mila euro a decine di strutture che operano sul territorio nazionale con le proprie forze e la ricchezza e l’impegno di volontari. Ecco, cercheremo di fare la nostra piccola parte per rendere questo mondo sempre migliore.

La Fondazione Pino Cova rappresenta il lato sociale di e-work. Quali sono i progetti più significativi realizzati finora e quali quelli in programma?

Si, la nostra Fondazione rappresenta il nostro lato sociale. Ma rappresenta soprattutto la gratitudine di tutti noi per l’uomo che ha fondato e-work e che ha trasmesso all’azienda i principi e valori sulla quale ancora oggi si basa il nostro modo di lavorare. Ricordo ancora quando parlando con Pino Cova spesso ci si trovava a discutere di come il nostro “Sistema Lavoro” non avesse ancora percepito il valore delle diversità dei singoli.

Ecco, Fondazione è questo. Un ponte tra le diversità che permetta ad ogni singolo individuo con difficoltà di realizzarsi e di costruire un proprio percorso, reale, professionale, che diventi però un’opportunità anche per le aziende e non un formale adempimento. Questo è l’obiettivo della parola “ponte”, i passi debbono essere fatti da entrambe le parti per incontrarsi, non importa se nel mezzo oppure no, l’importante è lo sforzo congiunto.

Il nostro progetto più significativo è sicuramente la partecipazione all’iniziativa di Fondazione Accenture chiamata “Job Station”. Persone da noi ospitate presso la sede di Fondazione, seguite dai nostri psicologi, che lavorano per medie e grandi aziende che hanno deciso di percorre quel ponte. Storie di realizzazione, tra loro uniche, che rappresentano davvero il nostro più grande successo.

Digitalizzazione, formazione avanzata e inclusione sono al centro della visione futura del Gruppo. Quali iniziative concrete state implementando in queste aree?

La ricerca e l’innovazione, come per tutti i settori, sono sempre al centro della nostra attenzione. Nessuna attività può prescindere dal restare al passo, dall’evoluzione del mercato in cui opera e dal rispondere, a volte anticipando i tempi, alle esigenze delle persone. I nostri processi di selezione e formazione si stanno già affacciando anche all’Intelligenza Artificiale, considerata non sostitutiva delle attività dei nostri professionisti, bensì come supporto al loro lavoro, in grado di evitare errori e accelerare i processi.

In sintesi, cerchiamo di valorizzare la professionalità aprendo all’innovazione. L’inclusione poi rimane per noi centrale, si tratta ancora una volta di uno di quei principi base su cui si fonda una società, e il lavoro non ne può e non ne deve prescindere.

Il rinnovo del contratto collettivo della somministrazione di lavoro ha introdotto novità importanti. Quali sono, a suo avviso, i cambiamenti più significativi e come impatteranno sul settore nei prossimi anni?

Il rinnovo del contratto collettivo nazionale, frutto tra le altre cose di anni di confronto tra la nostra associazione di categoria e le parti sociali, è un altro importante passo avanti sul cammino di conferma sociale del ruolo delle Agenzie per il Lavoro. Una bilateralità sempre più presente per i lavoratori somministrati, la conferma di importanti fondi per la formazione professionale, strumenti per il sostegno al reddito.

In questo modo, sempre più si dimostra come il lavoratore somministrato non solo non sia un lavoratore meno garantito rispetto a un lavoratore diretto dell’azienda utilizzatrice. Ma come sempre più il ruolo delle Agenzie sia anche e soprattutto quello di tutelare la propria forza, ovvero il rapporto con i lavoratori. Come impatteranno sul settore? Sicuramente con una migliore percezione da parte delle persone del ruolo delle agenzie. Cosa che può solamente facilitare e velocizzare la risoluzione della ancora diffusa problematica del mismatch tra domanda e offerta.

Quale ruolo ritiene debbano avere oggi le Agenzie per il Lavoro nel favorire l’occupazione, l’inclusione e l’adattamento alle nuove competenze richieste?

Credo fermamente che il ruolo delle Agenzie per il Lavoro debba sempre più essere riconosciuto già dal momento della formazione e dell’istruzione dei giovani. L’informazione, l’orientamento, la trasmissione di valori e di conoscenza alle future generazioni è non solo un compito di tutti noi, ma assume oggi un ruolo fondamentale per diminuire il mismatch e la confusione nei giovani al termine del percorso di studi.

Per questa ragione, come e-work siamo costantemente presenti presso scuole di ogni ordine e genere per diffondere tutto ciò a bambini e ragazzi. Tra i diversi progetti in ambito istruzione va segnalata l’attività che il nostro ufficio marketing pianifica e organizza con la nostra Brand Ambassador, atleta paralimpica. Un’attività che dal 2024 ad oggi ha raggiunto diverse migliaia di giovani e giovanissimi per informare, motivare e orientare.

e-work è parte attiva di Assolavoro, l’associazione nazionale delle agenzie per il lavoro. Qual è, secondo lei, il valore strategico e culturale di far parte di questa rete e come contribuisce al rafforzamento del settore?

e-work è parte attiva di Assolavoro dal momento della nascita stessa dell’associazione, anche attraverso la presenza del sottoscritto nel direttivo dell’associazione da ormai dieci anni. Il valore della nostra associazione è tangibile e fondamentale, e si traduce in regole chiare e rispettose in primis dei diritti dei lavoratori, ma anche di quelli delle aziende. Un valore che, come già dicevo, ha permesso di vedere sempre maggiori tutele riconosciute ai nostri lavoratori, sia in ambito bilateralità sia di contratto nazionale applicato. Non ultimo, l’importanza che la nostra associazione trasmette a livello internazionale al nostro settore, essendo riconosciuta come un esempio positivo dall’associazione World Employment Confederation.

Guardando ai prossimi 25 anni, quale eredità spera di lasciare e-work al settore delle risorse umane e alla società in generale?

Parlare di eredità sembra un po’ un abbandono, un passare la palla a chi verrà dopo. Noi invece contiamo di esserci e di partecipare attivamente ancora per altri 25 anni. Scherzi a parte, la nostra eredità continueremo a portarla nelle nostre azioni, nel nostro modo di lavorare, in quel che facciamo ma soprattutto nel come abbiamo deciso di farlo. Alla base ci saranno sempre il rispetto delle regole, dei diritti delle persone e la valorizzazione delle differenze. Credo che il nostro settore abbia dato un enorme contributo al sistema Paese nella lotta alle forme illegali di lavoro, e credo che questa sia la più bella eredità che si possa lasciare, la miglior memoria di ciò che si è, almeno in parte, contribuito a fare.

Chi è Paolo Ferrario

Presidente e amministratore delegato di e-work, HR company presente sul territorio nazionale e all’estero, Paolo Ferrario è stato direttore amministrativo dell’agenzia dal 2000, anno della fondazione, raccogliendo poi l’eredità del fondatore di e-work, Pino Cova, figura storica della Cgil, centrale nella stagione delle riforme del lavoro che portano la firma di Marco Biagi. Con oltre venticinque anni di esperienza, Ferrario ha maturato esperienze imprenditoriali nel settore della formazione e delle politiche attive del lavoro. Impegnato in prima persona nel campo della solidarietà, ha trasformato in realtà il progetto “Fondazione Pino Cova”, la fondazione di e-work dedicata alla tutela e al sostegno di giovani in condizione di emarginazione sociale e disabilità fisica e psichica.

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