Per una generazione cresciuta con di lavoro come binario lineare (studio, impiego, carriera) non è semplice riscrivere le proprie regole e reinventarsi professionisti freelance, liberi ma spesso insicuri.
In Italia, oltre 4 milioni di persone hanno scelto la strada del freelance. Ma dietro l’immagine positiva di un lavoro indipendente si nascondono fragilità importanti: RAL più basse, compensi inferiori per le donne, scarsa protezione sociale. La trasparenza salariale prevista a partire dal 2026 potrà risolvere alcuni problemi, ma non sarà sufficiente. Inoltre, rimettersi in gioco dopo i 35 anni può essere stimolante, ma anche profondamente disorientante.
A frenare molti non è tanto la mancanza di idee, quanto la sensazione di non avere le competenze necessarie per affrontare il cambiamento. Non a caso, tanti professionisti si sentono esclusi dalla trasformazione digitale, convinti di non essere all’altezza. Un timore in parte giustificato: secondo la Commissione Europea, solo il 45,8% degli italiani possiede competenze digitali di base.
Reinventarsi professionisti freelance senza stress
La buona notizia è che esistono soluzioni semplici e accessibili per chi vuole ripartire, senza trasformarsi in content creator né dipendere da algoritmi o sovraesposizione. È il caso dell’email marketing, dei canali proprietari, dei sistemi di comunicazione diretta che permettono di costruire, e non solo inseguire, una community.
“Semplificare non significa banalizzare. In pochi passaggi si può costruire una comunicazione professionale: gestione dei contatti, invio email, creazione di percorsi automatizzati. Il punto è accompagnare le persone, non sostituirle”, spiega Linda Romani, Marketing Manager di GetResponse, da anni attiva nell’ambito del digital marketing e della comunicazione.
“Sempre più professionisti, dopo i 35 anni, scelgono di ripartire da sé: con più consapevolezza, ma anche con il bisogno di strumenti stabili e realmente propri. E oggi, chi vuole davvero posizionarsi con un brand personale solido, non può più contare solo sui social media. Serve costruire una community nei propri spazi digitali: newsletter, contatti diretti, relazioni intenzionali. Per iniziare, davvero, basta una lista contatti e una prima email. Il resto viene con l’intenzione”.
Accesso mirato al digitale
Se lo sguardo verso il digitale parte da un’intenzione consapevole, può diventare uno spazio in cui essere connessi senza rincorrere nessuno. Il digitale, in questo senso, può essere uno strumento accessibile. Non serve conoscere tutto, ma saper scegliere cosa fa davvero al caso proprio.
Più che visibilità, servono direzione, presenza e non ultima autenticità. E più che strumenti nuovi, serve uno sguardo nuovo su quelli che già abbiamo, per usarli non come megafoni, ma come connessioni vere, lente, reali. Perché reinventarsi non significa rincorrere un modello di successo standardizzato, ma costruire una strada personale, sostenibile e capace di durare nel tempo.














