di Laura Ferrari | Per favorire la partecipazione delle donne svantaggiate nel mercato del lavoro, l’art. 23 del Decreto Coesione ha introdotto un esonero contributivo del 100% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, il cosiddetto Bonus Donne, quale agevolazione temporanea.
In questo articolo analizzeremo chi può accedere, quali sono i requisiti richiesti e cosa serve fare fare alla luce del decreto attuativo pubblicato il 9 maggio scorso.
Bonus Donne a seguito del decreto attuativo
L’art. 23 del Decreto Legge 7 maggio 2024, n. 60, convertito con modificazioni dalla legge 4 luglio 2024 n. 95, ha introdotto il Bonus Donne. Ossia la possibilità per i datori di lavoro privati, in caso di assunzione a tempo indeterminato di donne svantaggiate, di beneficiare di un esonero contributivo pari al 100% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro nel limite massimo di importo esonerabile. Pari a euro 650,00 mensili per ciascuna lavoratrice e nei limiti massimi di spesa autorizzati. Rimangono esclusi dall’esonero premi e contributi dovuti all’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro.
Destinatari, durata e operatività del Bonus Donne
La durata del beneficio e il periodo di competenza dell’assunzione variano in funzione della “categoria svantaggio” a cui si fa riferimento e anche alla zona geografica di assunzione. I criteri e le modalità operative dell’esonero risalgono al decreto attuativo del Ministero del lavoro e Politiche Sociali, in concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, pubblicato il 9 maggio 2025.
Nel caso si tratti di assunzioni con contratto a tempo indeterminato di donne prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno ventiquattro mesi, ovunque residenti, il beneficio spetta per i contratti stipulati con decorrenza dal 1° settembre 2024 e fino al 31 dicembre 2025. Per un periodo massimo di ventiquattro mesi. Il Bonus Donne spetta, sempre per le assunzioni a tempo indeterminato effettuate dal 1° settembre 2024 e fino al 31 dicembre 2025, ma per un periodo massimo più breve, 12 mesi, se si tratta di donne occupate nelle professioni o in settori di cui all’articolo 2, punto 4), lettera f), del Regolamento (UE) n. 2014/651.
Ossia caratterizzati da un tasso di disparità uomo-donna che supera almeno del 25% la disparità media uomo – donna in tutti i settori economici dello Stato membro. Le professioni e i settori vengono individuati annualmente con decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze.
Specificità della ZES Mezzogiorno
L’esonero, per un massimo di 24 mesi, spetta inoltre ai datori di lavoro privati, che assumono con contratto a tempo indeterminato donne prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, residenti nelle regioni della Zona Economica Speciale unica per il Mezzogiorno, ammissibili ai finanziamenti nell’ambito dei fondi strutturali dell’Unione europea. Ma con un limite temporale di riferimento di decorrenza delle assunzioni inferiore.
In particolare, il beneficio spetta per le assunzioni effettuate a decorrere dalla data di autorizzazione della misura da parte della Commissione europea e fino al 31 dicembre 2025. Rimangono esclusi dall’applicazione del beneficio i rapporti di lavoro domestico e i rapporti di apprendistato.
Un’agevolazione a doppio binario
È bene ricordare che il Bonus Donna è un’agevolazione finanziata dal Programma giovani, donne, lavoro 2021-2027. E che, come sottolineato anche dal comunicato stampa che ha preceduto la pubblicazione del decreto di attuazione, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, prevede un doppio binario di attuazione poiché sottoposto, in parte, alla necessaria autorizzazione Ue.
Grazie a un’intensa attività di confronto con la Commissione Europea, è stato possibile svincolare la richiesta di bonus, valida per tutto il territorio nazionale, da quella per le aree Zes (Zona Economica speciale) come Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna. Dando pertanto ai datori di lavoro privati che abbiano assunto dal primo settembre 2024, la possibilità di accedere al beneficio per le assunzioni a tempo indeterminato di donne prive di impiego regolarmente retribuito da almeno ventiquattro mesi, ovunque residenti. Così come per le assunzioni di donne in settori svantaggiati per disparità di genere.
Per i contratti con donne prive di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, residenti nelle aree Zes, che si avvalgono quindi di condizioni di favore, l’esonero segue invece la disciplina europea. La quale prevede la possibilità di effettuare la domanda solo dopo l’autorizzazione della Commissione (31 gennaio 2025) e ne definisce rigidamente l’iter. L’agevolazione non si applica quindi retroattivamente.
Le condizioni per beneficiare del Bonus Donne
Per beneficiare dell’esonero, i datori di lavoro devono soddisfare alcune condizioni particolari elencate all’art. 3 del decreto attuativo in parola. Le assunzioni agevolate dal Bonus Donne devono comportare un incremento occupazionale netto calcolato sulla base della differenza tra il numero dei lavoratori occupati, rilevato in ciascun mese, e il numero dei lavoratori mediamente occupati nei dodici mesi precedenti.
Per i dipendenti con contratto di lavoro a tempo parziale, il calcolo è ponderato in base al rapporto tra il numero delle ore pattuite e il numero delle ore che costituiscono l’orario normale di lavoro a tempo pieno. L’incremento della base occupazionale è considerato al netto delle diminuzioni del numero degli occupati verificatesi in società controllate o collegate ai sensi dell’articolo 2359 del Codice Civile. O facenti capo, anche per interposta persona, allo stesso soggetto.
Per l’area Zes, altra condizione da rispettare è che i datori di lavoro, nei sei mesi precedenti l’assunzione, non abbiano proceduto a licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo. Ovvero a licenziamenti collettivi, ai sensi della legge 23 luglio 1991, n. 223, nella medesima unità operativa o produttiva. Inoltre, il licenziamento avvenuto nei sei mesi successivi all’assunzione incentivata per giustificato motivo oggettivo della lavoratrice assunta con il Bonus Donne o di un lavoratore impiegato con la stessa qualifica nella medesima unità operativa o produttiva del primo, comporta la revoca dell’esonero e il recupero del beneficio già fruito.
Come effettuare la domanda
Ai fini della fruizione del Bonus Donne, i datori di lavoro sono tenuti a inoltrare, esclusivamente in via telematica, la domanda all’Inps.
La domanda deve contenere le seguenti informazioni:
- dati identificativi dell’azienda;
- dati identificativi della lavoratrice assunta o da assumere, ivi inclusa la residenza;
- tipologia di contratto di lavoro sottoscritto o da sottoscrivere e percentuale oraria di lavoro;
- retribuzione media mensile e aliquota contributiva datoriale riferita al rapporto di lavoro oggetto di esonero;
- dichiarazione del datore di lavoro ai sensi del Dpr n. 445/2000, con la quale egli esclude cumulo con altri esoneri o riduzioni delle aliquote di finanziamento con riferimento alla singola lavoratrice.
Le domande di fruizione dell’esonero per le assunzioni di donne prive di impiego regolarmente retribuito da più di 24 mesi ovunque residenti e di donne impiegate nelle professioni o nei settori di cui all’articolo 2, punto 4), lettera f), del Regolamento (UE) n. 2014/651, sono trasmesse all’Inps. Che procede ad accantonare, nei limiti delle disponibilità, le risorse per il finanziamento della misura.
Se la verifica dei requisiti di ammissione dà esito positivo, il datore è ammesso a beneficiare dell’esonero. A fronte dell’ammissione, l’Inps quantifica gli importi erogabili per ciascuna annualità al singolo datore di lavoro istante. Provvedendo ad accogliere le richieste solo se sussiste sufficiente capienza di risorse da ripartire pro quota per i 24 o i 12 mesi di agevolazione.
Per quanto riguarda le assunzioni di donne prive di impiego regolarmente retribuito dal almeno 6 mesi, residenti nella Zona Economica Speciale, è necessario rispettare un iter più rigido. La domanda deve essere presentata preventivamente rispetto all’assunzione dei soggetti. Pertanto, non sono ammesse le assunzioni effettuate prima della presentazione della domanda di contributo. L’Inps ha pubblicato le indicazioni operative con la circolare n. 91 del 12 maggio 2025.
Un sistema di riforme sinergico
Gli esoneri contributivi, così come tutte le agevolazioni che contribuiscono ad abbattere il costo del lavoro, sono elementi preziosi per favorire l’inserimento e il reinserimento dei soggetti fragili. Tra i quali rientrano anche le donne svantaggiate. Spesso alla base della fuoriuscita dal mercato del lavoro delle donne ci sono esigenze familiari, mancanza di servizi a supporto della conciliazione vita-lavoro, necessità di aggiornamento delle competenze in linea con le esigenze del mercato del lavoro.
L’agevolazione economica diventa quindi più efficace se rappresenta un elemento di un sistema sinergico più complesso costituito da percorsi di supporto quali la formazione professionale, l’accompagnamento all’impiego, il sostegno all’autoimprenditorialità, i servizi di welfare aziendale e così via. Questi elementi richiamano immediatamente alla memoria la riforma delle politiche attive in atto.
Il tema del lavoro al femminile, inoltre, è strettamente interconnesso a quello della parità di genere. Sull’argomento, in più occasioni il legislatore è intervenuto a partire dalla stessa Costituzione. Alcuni segnali di cambiamento li ritroviamo anche nelle politiche genitoriali che stanno danno maggiore attenzione al ruolo del padre. Non dimentichiamo poi le incentivazioni introdotte per favorire le politiche di welfare aziendale e in particolare le politiche di conciliazione vita-lavoro.
Sono tutte riforme che lette nel loro complesso, tracciano la strada di un percorso che agisce su più fronti. E che, se accompagnato da un cambiamento culturale, seppur lento, in termini di suddivisione dei compiti familiari e di politiche di carriera e dall’impegno di tutti gli attori del mercato del lavoro, può davvero innescare un meccanismo virtuoso.
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