Il Rapporto sulla formazione continua in Italia di Inapp conferma una criticità strutturale del sistema nazionale, soprattutto in tema di formazione nelle microimprese e di lavoratori con basse qualifiche.
La diagnosi del report svolto per conto del Ministero del Lavoro evidenzia come il divario nella promozione dei programmi formativi tra grandi e piccole e medie imprese rimanga una delle sfide principali per la competitività del tessuto economico italiano. In questo scenario, FondItalia presenta risultati che vanno in direzione opposta.
L’Avviso FEMI 2025.01, di durata annuale e aggiornato al Terzo Sportello, registra infatti, il coinvolgimento di 1.132 microimprese su un totale di 1.887 aziende beneficiarie. Pari al 60% del totale. Nonché la partecipazione di 3.414 lavoratori di imprese con organico da 1 a 9 dipendenti.
“I risultati dell’Avviso FEMI 2025.01 dimostrano che, adottando strumenti adeguati alle specificità della formazione nelle microimprese, queste rispondono con grande interesse alle opportunità di formazione”, commenta Egidio Sangue, direttore di FondItalia. “La nostra policy, che fa leva sulle reti, la semplificazione e la flessibilità, ha consentito di abbattere le tradizionali barriere che limitavano l’accesso di queste realtà”.
Formazione nelle microimprese: l’Avviso FEMI 2025.01
Il trend positivo si evince dalla crescita progressiva nei primi tre sportelli 2025. Dal I Sportello approvato l’11 febbraio, con 330 microimprese beneficiarie e 958 lavoratori coinvolti, siamo ai dati aggregati del III Sportello. Un incremento di oltre il 240% per le aziende e del 256% per i lavoratori. Il tutto con l’approvazione di 120 progetti nel primo Sportello, 141 nel secondo e 161 nel terzo. Un totale di 422 progetti formativi che hanno complessivamente coinvolto 15.005 lavoratori di imprese di tutte le dimensioni.
“La sfida principale per la formazione nelle microimprese non è solo attivare l’interesse, compito già di per sé complesso, ma anche dare seguito con modalità e strumenti adeguati alle dimensioni e alle capacità organizzative”, aggiunge Sangue.
“Nel caso del FondItalia, caratterizzato da una adesione di microimprese pari al 91%, la vera risorsa che ci ha consentito di raggiungerle e coinvolgerle sono le reti. Reti territoriali, di filiera e federali in grado di dialogare con gli imprenditori e co-costruire una visione della formazione intesa come strumento di crescita delle imprese e del Paese”.
La performance di FondItalia si inserisce in un contesto nazionale che vede la formazione continua tornare a crescere dopo il rallentamento pandemico. I 19 Fondi interprofessionali hanno coinvolto nel 2023 quasi 2 milioni di lavoratori. Poco meno del 20% dei dipendenti delle imprese private. Mentre il Fondo Nuove Competenze ha permesso di formare oltre 550mila lavoratori attraverso investimenti pubblici specifici.
Consulta l’executive summary del Rapporto Inapp.