Non può esserci sicurezza senza prevenzione, e la mancata prevenzione, nei contesti di precarietà, comporta un maggior numero di infortuni sul lavoro.
Partendo da questo assunto Ambiente Lavoro (BolognaFiere 10-12 giugno 2025) da 35 anni si occupa di diffondere la cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro attraverso il confronto tra tutti i protagonisti del settore. Il focus principale dell’edizione 2025 è proprio l’impiego di DPI (Dispositivi di protezione individuale) sempre più sofisticati. I quali, dove utilizzati, cambiano nettamente la qualità del lavoro e la sua sicurezza.
Più precari, più infortuni sul lavoro
In questo senso, protagonista della manifestazione è Sicur Labor, un salone nel salone interamente dedicato ai DPI. Pensato per accendere i riflettori sulla necessità di investire nelle nuove tecnologie applicate alla sicurezza e alla prevenzione nei luoghi di lavoro. Tuttavia, la prevenzione ha diverse forme. “Invisibili. Quando la precarietà diventa un rischio per la salute e sicurezza sul lavoro”, convegno organizzato da Uil l’11 giugno 2025 alle ore 9:30, presso la Sala Concerto, si sofferma sulla precarietà. I lavoratori precari e irregolari, infatti, sono più esposti a rischi, infortuni sul lavoro e malattie professionali. Contemporaneamente, sono coloro verso i quali si investe meno in azioni preventive e formazione, pressoché inesistente.
Per questo, dal palco di Ambiente Lavoro partirà una riflessione che si prefigge di mettere in relazione numeri e tipologie della precarietà, con dati e tipologie degli infortuni sul lavoro. Oltre al lavoro nero, c’è quella parte di lavoratori assunti regolarmente ma con contratti atipici o a breve termine. Che molto spesso non beneficiano di azioni mirate di prevenzione e formazione.
Ma quanto investiamo in prevenzione?
Non abbastanza. Come sottolineato nell’analisi a campione “Prevenzione su Salute e Sicurezza: quanto si investe?” della Uil1 – Servizio Lavoro, Coesione e Territorio, che ha coinvolto 83 su 100 rendiconti di spesa delle ASL (anno 2023). Emerge che solo lo 0,4% delle risorse delle Aziende Sanitarie Locali viene destinato ai Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPSAL). Una cifra pari a 399 milioni di euro l’anno.
Fanalino di coda tra le ASL sul territorio nazionale quella di Roma 1 (insieme a Torino, Brindisi e Marca Trevigiana) che destina agli SPSAL solo lo 0,1% del proprio bilancio. L’unica che supera la soglia percentuale sotto lo zero, con l’1% delle risorse destinate, è Trieste. 9.479.001 euro spesi in servizi di prevenzione e salute sul lavoro. Seguita dall’ASL di Benevento (0,9 per una spesa di 4.783.667 euro). Catanzaro e Potenza, entrambe con lo 0,7 delle risorse, destinano al servizio di prevenzione e salute rispettivamente 5.113.419 su 766.785.138 euro della spesa totale e 5.018.262 su 736.619.256 euro la seconda.