Per la prima volta, Nobìlita Festival arriva a Reggio Emilia, dal 28 al 31 maggio: il titolo quest’anno è Miti e paure del lavoro.
Un festival che gira l’Italia da nord a sud per mappare e testimoniare quanti significati può avere la parola lavoro in Italia, soprattutto, la sua cultura. Saranno quattro giorni di incontri, dibattiti e riflessioni, con oltre cinquanta ospiti attesi tra talk, presentazioni di libri, laboratori e lectiones.
I protagonisti del Nobìlita Festival 2025
Ad aprire il Festival Matteo Saudino, tra i filosofi più seguiti in Italia, con una lectio in anteprima nazionale dedicata a Il mito del lavoro. Un intervento che intreccia filosofia, storia e attualità per rileggere criticamente il valore e il significato del lavoro nella società contemporanea. Chiara Saraceno, tra le più autorevoli sociologhe italiane, a Nobìlita indaga il rapporto tra lavoro e famiglia, tra trasformazioni culturali e nuovi equilibri sociali, anche alla luce del libro novità “La famiglia naturale non esiste”.
Vittorio Lingiardi, psichiatra e psicoanalista finalista al Premio Strega 2025 con “Corpo, umano”, riflette sul rapporto tra corpo, identità e lavoro nell’era della tecnologia. Gianni Barbacetto, giornalista del Fatto Quotidiano, con il suo libro “Contro Milano. Ascesa e caduta di un modello di città”, analizzerà il crollo del modello di Milano come “locomotiva d’Italia” e la necessità di rimettere al centro del lavoro la dignità delle persone, prima del profitto e del cemento.
Paola Di Nicola Travaglini, magistrata nota per il caso di prostituzione minorile ai Parioli, a Nobìlita porterà un monologo sul lavoro e sulla cultura del femminile, osservata anche attraverso lo sguardo maschile. Anche Maurizio Ferraris, filosofo e professore, darà il suo punto di vista sull’attualità del lavoro partendo dal libro uscito la scorsa settimana, “La pelle. Che cosa significa pensare nell’epoca dell’intelligenza artificiale?”.
Il programma in tre temi chiave
Miti e paure del lavoro vuole scattare una fotografia del lavoratore di oggi, a prescindere dal tipo di lavoro. Come stiamo vivendo nella quotidianità, tra paure e miti che magari si sono sgretolati, su tutti quello del posto fisso? Il lavoro dà ancora valore al tempo oppure il successo individuale è un mito? Ai tempi dell’intelligenza artificiale temiamo di non essere abbastanza intelligenti?
Intelligenza Artificiale
Un festival della cultura del lavoro non può prescindere dal farsi domande sulla IA. Nobìlita 2025 dedica al tema numerosi talk (“Il lavoro è come lo immaginavamo?” tra i relatori, Carola Frediani, giornalista esperta di IA e fondatrice del blog guerredirete.it). Anche spazi formativi (Nobìlita Lab: Addestrare Chat Gpt e farlo funzionare, con Alberto Puliafito), presentazioni di libri e dialoghi. In particolare, il filosofo Maurizio Ferraris ne parla con l’AD di Dallara Andrea Pontremoli per riflettere su come imparare a pensare ai tempi della intelligenza artificiale. Non solo da essere umani ma anche da imprese.
Crisi dei valori e crisi delle imprese
Secondo il Report Gallup 2025, solo il 10% dei lavoratori italiani si sente coinvolto e la tristezza è il sentimento dominante. Il Festival Nobìlita affronta questi temi attraverso talk e confronti tra cultura e lavoro, per cercare risposte concrete alla disconnessione emotiva nel mondo professionale.
Chi organizza Nobìlita Festival
Il Festival è organizzato da FiordiRisorse, business community attiva dal 2008 a cui aderiscono in oltre 9.000 tra manager, imprenditori, liberi professionisti e aziende per condividere competenze e networking di alto livello, e SenzaFiltro, giornale che da dieci anni propone approfondimenti, reportage e inchieste sulla cultura del lavoro.
“È anche un festival giornalistico”, spiega Osvaldo Danzi, presidente FiordiRisorse. “Da troppi anni il lavoro è un concetto mal-trattato dal mondo dell’informazione: sempre usato come una notizia, sensazionalistica o negativa o, spesso, presentato solo come un problema. Nobìlita riporta la dignità del lavoro in mezzo alle città, tra le persone, e stimola dibattiti pubblici sempre più assenti nella socialità quotidiana”. Secondo Stefania Zolotti, direttrice di SenzaFiltro, “se ne può e se ne deve parlare, oggi più che mai, attraverso linguaggi e percorsi vicini alle persone. perché lavorare ha smarrito il suo senso, una sua direzione, ma non il bisogno di capire il presente”.