La care economy italiana a Vesta 2025

Vesta è un network di relazioni e opportunità promosso dall'associazione Domina che si inserisce in un percorso di sviluppo della care economy, dove gli stakeholder possono avvalersi di una conoscenza competente del mercato

0
419
Vesta, il network della care economy promosso da Domina

Si terrà il 5 giugno presso l’Auditorium della tecnica di Roma la seconda edizione di Vesta, il network della care economy promosso da Domina – Associazione Nazionale Famiglie Datori di Lavoro Domestico.

Vesta è un network di relazioni e opportunità che si inserisce in un percorso di crescita, confronto e sviluppo del settore, dove gli stakeholder interessati possono avvalersi di una conoscenza competente del mercato della cura e dell’assistenza alla persona. Tra gli obiettivi, dare visibilità a un comparto rilevante e strategico per l’economia e per la società italiana, a fronte di una continua crescita della domanda. In questo contesto, l’Osservatorio nazionale Domina sul lavoro domestico promuove informazione e sensibilizzazione basate su fonti statistiche ufficiali e analisi autorevoli.

La care economy italiana

In particolare, la care economy in Italia produce 84,4 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 4,4% del totale. Si tratta di un contributo al pil superiore a quello della ristorazione e doppio rispetto a quello dell’agricoltura. Nel sistema di welfare italiano, una quota significativa dell’assistenza è gestita direttamente dalle famiglie. Pertanto, il primo settore che contribuisce alla care economy è il lavoro domestico.

Pil del lavoro domestico

L’indicatore considerato è il valore aggiunto a prezzi correnti, semplificato nella definizione “pil del lavoro domestico”. Negli ultimi anni si è mantenuto costantemente intorno ai 16 miliardi di euro, registrando nel 2023 un valore di 15,8 miliardi. L’incidenza del pil del lavoro domestico rispetto al pil italiano è invece in lieve calo (0,8% nel 2023). Oltre al lavoro domestico, vanno considerate l’assistenza residenziale e non residenziale, che rivestono una importanza crescente a causa del progressivo invecchiamento della popolazione. Queste due componenti rientrano nella voce “assistenza sociale”, il cui valore aggiunto è quantificato dall’Istat in 16,9 miliardi di euro per il 2023. Ovvero lo 0,9% del valore aggiunto totale.

Care economy -Elaborazioni Osservatorio DOMINA su dati ISTAT

Prodotti farmaceutici

Vanno poi considerati il settore farmaceutico e quello sanitario in senso stretto. Il settore fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e di preparati farmaceutici si occupa della produzione di tutti farmaci e preparati. Risulta quindi necessario distinguere la parte dedicata agli over 65 anni. Nell’ultima pubblicazione dell’Aifa sull’uso dei farmaci in Italia si nota una crescita della spesa pro capite e dei consumi con l’aumentare dell’età. In particolare, la popolazione con più di 64 anni assorbe oltre il 60% della spesa e delle dosi. Considerando quindi il 60% del valore economico del settore, si ottengono 7 miliardi di euro che rientrano nell’analisi sulla care economy.

Servizi sanitari e care economy

Allo stesso modo, va considerata una quota dellle attività dei servizi sanitari, che include le attività a breve o lungo termine di ospedali, generici o specialistici, le visite mediche e i trattamenti nel settore della medicina generale e specialistica. La popolazione over 65 rappresenta il 24% del totale, ma incide in misura maggiore sul bisogno di cura. Infatti, guardando ai dati Istat, se analizziamo i ricoveri, la popolazione over 65 incide per il 49%. Situazione simile per i contatti con il medico di famiglia (50%). Una relazione della Regione del Veneto sull’utilizzo del Sistema ACG nel 2016 analizza i costi sanitari della popolazione per classe d’età e il costo degli over 65 è pari al 53,1% della spesa totale. Appare plausibile considerare il 50% del settore sanitario, ovvero 44,6 miliardi di euro.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here