di Barbara Pigoli |
Sostenere la crescita delle competenze manageriali necessarie a gestire le diverse generazioni in azienda attraverso il ruolo abilitante della digitalizzazione.
È questo l’obiettivo dell’Avviso Smart di Fondirigenti, il Fondo Interprofessionale per la formazione dei dirigenti, promosso da Confindustria e Federmanager, a cui si affidano 14mila imprese e più di 82mila manager. Fondirigenti aiuta le imprese ad accrescere le competenze manageriali necessarie a rispondere alle sfide della concorrenza globale.
Gli obiettivi di Fondirigenti sono:
- favorire la managerializzazione delle aziende e l’occupabilità dei dirigenti attraverso percorsi formativi su misura,
- sviluppare un sistema di formazione continua per i manager,
- finanziare lo sviluppo della competitività delle imprese su temi attuali e prioritari,
- sperimentare soluzioni innovative per rispondere alle esigenze delle imprese che vogliono crescere.
Sono 148 i piani formativi approvati a fine febbraio, che beneficeranno di un finanziamento complessivo di 1,8 milioni di euro, coinvolgendo 225 dirigenti in quasi 13mila ore di formazione (Avviso 2/2024). Significativa la partecipazione delle piccole imprese, con 46 piani approvati, a conferma della crescente consapevolezza del valore strategico della formazione digitale.
Leadership digitale per le generazioni digitali
A livello territoriale, il Veneto si distingue come regione leader per numero di piani approvati. Seguito da Emilia-Romagna e Lombardia. “Il buon risultato di questo Avviso è lo specchio di un mondo in rapida evoluzione e di un tessuto imprenditoriale che, nella sua spina dorsale costituita da Pmi, ha compreso la portata della sfida”, commenta Massimo Sabatini, direttore generale di Fondirigenti. “Ai manager si chiede di essere sempre più efficaci gestori di persone. E la tecnologia digitale può svolgere un ruolo prezioso per amalgamare le diverse sensibilità dei più giovani e dei più maturi in una moderna cultura aziendale”.
L’analisi dei piani formativi approvati evidenzia la consapevolezza del ruolo trasformativo delle tecnologie digitali nella gestione delle risorse umane. Emerge un approccio centrato sui dati che potenzia le politiche di attrazione e retention dei giovani talenti, valorizzando contemporaneamente le competenze dei lavoratori senior. I progetti si concentrano su strategie di smart working, knowledge networking e problem solving. Configurando la “leadership digitale” come competenza fondamentale del manager contemporaneo.
Le 3 aree dell’Avviso Smart
L’Avviso ha proposto tre aree di intervento: “digital collaboration intergenerazionale”, “lifelong digital awareness” e “digital age management”. Quest’ultima prevalente tra i piani approvati. I contenuti mirano a sviluppare competenze per la gestione di piattaforme digitali collaborative, sistemi di knowledge sharing, azioni di mentoring e reverse mentoring. Particolare attenzione è dedicata al potenziamento del “digital mindset”. Ovvero, la capacità di ripensare gli assetti organizzativi attraverso la leva digitale considerando il fattore generazionale.
“Per avere una forza lavoro motivata e in equilibrio con la sfera privata ci vogliono manager adeguatamente formati, tanto nella capacità di padroneggiare gli strumenti digitali quanto nella guida delle persone”, conclude il presidente di Fondirigenti, Marco Bodini. “Per molte aziende è la priorità assoluta, per Fondirigenti è la conferma del ruolo chiave che la formazione continua dei dirigenti può svolgere per accompagnare la trasformazione del tessuto produttivo del Paese”.
Il progetto “People & Culture Management”
Massimo Sabatini ha confermato che l’importanza di investire nella formazione per una migliore gestione delle diverse generazioni in azienda si riflette nel progetto “People & Culture Management”. Promosso dal Fondo in collaborazione con Assolombarda, Aldai- Federmanager e realizzato da Maize Jakala. Lo studio ha approfondito il tema, identificato le principali barriere e analizzato pratiche e strategie legate allo sviluppo delle risorse umane, individuando nuovi modelli operativi.
Secondo i risultati, il 91% delle realtà intervistate ha riscontrato difficoltà nell’individuazione di professionisti qualificati. La richiesta di competenze specifiche rappresenta l’ostacolo maggiore, indicato dal 45% delle aziende, con particolare rilevanza per le realtà di piccole dimensioni. Dall’analisi emerge che i “Millennials” (nati tra il 1980 e il 1994) sono oggi la generazione più “dimissionaria”. Il 49% delle aziende ha dichiarato che nel 2023 sono stati proprio loro a presentare il tasso più alto di dimissioni. Seguiti dalla “Generazione X” (29%), dalla “Gen Z” (12%) e dai “Baby Boomer” (10%).
In quest’ottica, diventa essenziale avere in azienda dirigenti capaci di ripensare le modalità di lavoro per i giovani, coltivare motivazione e senso di squadra, e promuovere percorsi di formazione dedicati alla loro crescita professionale. La formazione rimane infatti una priorità assoluta: il 99% delle aziende dichiara di organizzare regolarmente iniziative di aggiornamento, mentre lo sviluppo delle soft skill viene oggi curato, attraverso iniziative specifiche, dal 57% delle realtà intervistate.
Barbara Pigoli è esperta in governance, comunicazione, politiche attive e finanziamenti per la formazione