Orafo per passione e professione? Il lavoro non manca

Il mondo dei preziosi si dimostra, almeno sulla carta, molto attrattivo per i giovani studenti. Secondo un'indagine di Skuola.net, il 28% degli alunni di medie e superiori valuterebbe un possibile inserimento nell'orafo-gioielliero. Tuttavia, molti non sanno come e dove intercettare le opportunità offerte dalle aziende

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Settore orafo italiano alla ricerca di talenti

Il comparto orafo – gioielliero è tra i settori di punta del made in Italy.

Purtroppo, come troppo spesso accade nel passaggio formazione-lavoro, anche qui si fatica a trovare giovani con le competenze adatte. Eppure, secondo un’indagine svolta da Skuola.net, in collaborazione con Federorafi, su 3.000 studenti di scuole medie e superiori, ben 1 su 4 mostra interesse verso un’ipotetica futura occupazione nel settore orafo o del prezioso in generale.

La percezione degli studenti

Ovviamente, il quadro varia in base ai percorsi formativi che stanno seguendo i ragazzi. Il maggior tasso di predisposizione si registra tra gli studenti degli istituti tecnici: oltre la metà non scarta l’idea di un lavoro nel settore orafo. Positivo anche il riscontro degli iscritti agli istituti professionali, dove il 40% si dice pronto. Come normale, tra i liceali tale prospettiva non è in cima alla lista delle preferenze. Solo il 13% al momento vedrebbe di buon grado un inserimento nel mondo orafo – gioielliero. Alle scuole medie è invece favorevole il 24% dei ragazzi. I maschi sembrano essere i più interessati (40%) rispetto alle femmine (21%).

Cosa piace del mondo orafo

Entrando più nello specifico, la fase industriale “prediletta” dagli studenti per il post diploma è quella preliminare, di ideazione e disegno dei preziosi. Tra quanti si dicono pronti a lavorare in questo settore, ben 2 su 3 vorrebbero proprio “creare” dal nulla gli oggetti. A circa 1 su 5, invece, piacerebbe mettere le mani sui prodotti finali, realizzandoli materialmente. Mentre 1 su 7 si sentirebbe più a proprio agio nella promozione del prodotto, come addetto alle vendite o al marketing.

Anche qui, la scuola può avere un influsso determinante. I ragazzi dei tecnici scommettono in massa sul design (così per il 76%, +12% rispetto alla media), quelli dei professionali sulla produzione vera e propria (la seleziona il 41%, il doppio del dato generale). Quelli dei licei, infine, manifestano una maggiore inclinazione per il post-produzione (19%, rispetto a un 14% di media).

Mismatch e conoscenza

A proposito di indirizzi di studio, studenti e famiglie dovrebbero conoscere le opportunità professionali offerte dagli istituti scelti. Soprattutto se, come nel caso del settore orafo – gioielliero, c’è domanda da parte delle aziende e disponibilità degli interessanti. Che però, purtroppo, non conoscono le strade di accesso. Complessivamente, solo 1 studente su 10 sa che le prospettive occupazionali sono elevate, in quanto oggi le aziende riscontrano difficoltà nel reperire lavoratori. Quasi un terzo degli intervistati (32%), invece, pensa erroneamente che sia difficile trovare lavoro in questo settore. La maggior parte (58%), in assenza di informazioni, immagina che segua l’andamento generale del mercato del lavoro.

Lo stesso si può dire per la “geografia” del mercato di riferimento. Solamente 1 su 4 è consapevole che l’Italia sia tra le nazioni di riferimento a livello mondiale per l’industria del gioiello. Quasi 1 su 5, all’opposto, pensa che non sia un settore così importante per la nostra economia. Così come, in pochi hanno idea di quali siano i distretti produttivi che trainano il comparto. I ragazzi piazzano al vertice le grandi città: prima Milano, seconda Firenze e terza Roma. Il vero podio, invece, è composto da Arezzo, Vicenza, Alessandria/Valenza, subito a seguire c’è Napoli/Torre del Greco.

Serve dunque potenziare il racconto e la promozione di filiere dove la mancanza di talenti è evidente e anche dannosa per l’economia del made in Italy.

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