Come favorire l’occupazione in Italia

Insieme alle misure per far ripartire l’economia occorrono: contrattazione collettiva, riforma delle politiche attive, formazione permanente e riqualificazione delle competenze. Le proposte del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro al termine del Festival del Lavoro 

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Favorire l'occupazione: le proposte dei consulenti del lavoro

Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro ha riassunto in un documento le leve che possono favorire l’occupazione.

In una situazione generale ancora rallentata dall’elevato costo del lavoro, dall’incertezza del quadro internazionale ed economico e dalle difficoltà che le imprese stanno incontrando nel ricercare profili necessari. Si parte dal salario minimo, tema di cui si è discusso diffusamente nel corso della tre giorni.

La posizione della categoria è chiara: “Con il salario minimo per legge si torna indietro – ha affermato la presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti, Marina Calderone -. Dobbiamo sostenere la contrattazione collettiva, in particolare quella decentrata di secondo livello che guarda al territorio. Non c’è dubbio che a pagare il costo di un salario minimo per legge saranno gli imprenditori. Si tratta di circa 12 miliardi l’anno, con un aumento di circa il 20% del costo del lavoro, che farebbe scaturire l’aumento dei prezzi di beni e servizi al consumo. Un vortice negativo che andrebbe a vanificare l’obiettivo del salario minimo, cioè quello di adeguare le retribuzioni all’aumento del costo della vita”.

Politiche attive, formazione, burocrazia

Tra le proposte della Categoria anche una riforma delle politiche attive che valorizzi il ruolo dei Centri per l’impiego e rafforzi la collaborazione tra il sistema pubblico e quello privato. Qui un aiuto può giungere dall’utilizzo della blockchain, che consentirebbe la creazione e la verifica delle informazioni con maggiore velocità, sicurezza e trasparenza. Facilitando il matching tra domanda e offerta di lavoro mediante la creazione del fascicolo elettronico del lavoratore.

Nel documento si sottolinea, inoltre, l’importanza di puntare su formazione permanente e riqualificazione delle competenze di chi è fuori dal mercato del lavoro. L’obiettivo dovrà essere quello di personalizzare gli apprendimenti. E individuare un sistema di certificazione nazionale delle competenze che dia impulso all’innalzamento dei livelli di qualificazione e occupabilità.

Questo sia per incrementare competitività e produttività delle imprese e delle professioni, sia per l’ammodernamento dei servizi e delle misure di politica attiva del lavoro. Altra proposta, la semplificazione burocratica. È necessario infatti sburocratizzare tutte le attività relative all’avvio delle opere pubbliche finanziate dal PNRR. L’avvio in tempi rapidi delle grandi opere infrastrutturali costituirebbe un volano per la crescita economica. E per una maggiore efficienza dell’attività produttiva e, dunque, per l’aumento dei livelli occupazionali.

Favorire l’occupazione con innovazione ed etica

Secondo i consulenti è necessario anche sostenere l’innovazione tecnologica delle imprese. Attraverso il potenziamento di misure e incentivi fiscali come la “Nuova Sabatini”, il “Fondo di garanzia PMI”, “Industria 4.0”. Anche in risposta all’obiettivo Transizione 4.0 che si pone il PNRR.

Importante, infine, incentivare il lavoro etico attraverso collaborazioni interistituzionali con tutti i soggetti interessati a contrastare i fenomeni di sfruttamento del lavoro. Il Consiglio Nazionale è impegnato, ormai da tempo, in tale percorso. Lo dimostra l’Asseverazione di Conformità dei rapporti di Lavoro (Asse.Co.). Ma anche l’accordo con l’Ispettorato Nazionale del Lavoro per la diffusione della legalità e il protocollo sottoscritto con l’Inail per lo sviluppo di iniziative informative e formative in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.


Consulta il documento con le proposte per la ripresa occupazionale dei Consulenti del Lavoro.

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