Il settore fashion evolve anche nelle HR: richiesta flessibilità e aderenza culturale

Reverse fa il punto della situazione riportando l’esperienza di Twinset e sottolineando l’importanza delle skills personali legate all’empatia e all’aspetto umano delle relazioni.

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settore fashion

In questi ultimi anni, la fashion industry sta vivendo alcuni cambiamenti decisivi che ne stanno rivoluzionando l’approccio. In particolare, i consumatori sono sempre più orientati verso la sostenibilità – grazie a una crescente consapevolezza – e sono alla ricerca di esperienze di acquisto distintive, fattori che si traducono nell’esigenza da parte delle aziende di adeguarsi a questo cambiamento.

Un’evoluzione resa possibile anche attraverso un avanzamento tecnologico che si manifesta in molti aspetti tra cui l’automatizzazione dei processi, la personalizzazione dell’offerta e la valorizzazione dell’esperienza di acquisto online, volta ad attrarre i consumatori suscitando emozioni e trasmettendo i valori rappresentati dal brand. Un’evoluzione di tipo culturale in cui la valorizzazione delle soft skills dei professionisti è diventata essenziale.

Un settore in evoluzione? Quello della moda

Quello della moda, è un settore eccellente del Made in Italy che, nel 2020, è stato colpito gravemente dal Covid-19, innescando una vera e propria rivoluzione ancora in atto: da un lato, con le restrizioni e le chiusure imposte, la pandemia ha messo in seria difficoltà il retail fisico, primo canale distributivo della fashion industry. Dall’altro lato, è stata registrata una forte crescita dell’e-commerce, una tendenza che ha trovato conferma anche nel 2021 e che difficilmente si tornerà ai valori pre-pandemia, rendendo fondamentale lo sviluppo di competenze digitali per i professionisti del settore.

È evidente come un settore in continua evoluzione che mescola sostenibilità e innovazione come quello della moda servono, ora più che mai, le persone giuste. Reverse, innovativa società di Headhunting fondata nel 2017 da Daniele Bacchi e Alessandro Raguseo, ha realizzato uno studio settoriale rilevando come il mondo della moda stia cambiando e come, di conseguenza, devono cambiare anche le competenze e le caratteristiche delle persone che vi fanno parte in una sorta di gioco di specchi dove il “cultural fitting”, ossia l’aderenza culturale e valoriale tra azienda e candidato, è la base di partenza: una sfida per il mondo dell’Headhunting.

Cosa cercano le aziende del fashion? Quali skills devono avere i candidati?

In questo contesto, che resta estremamente competitivo, le persone devono distinguersi per la loro flessibilità: un mindset che indica come il professionista debba saper raggiungere un obiettivo anche in condizioni mutevoli e ci sia totale condivisione e trasparenza tra azienda e individuo.

L’azienda ha bisogno di andare oltre la motivazione e la passione per il brand: più che la volontà di appartenere alla specifica realtà, è necessario saper individuare la presenza di un’aderenza culturale. A fare la differenza, dunque, sono sempre le persone e la loro abilità nel creare il giusto mood per portare i valori anche in aree più tecniche come quella del manufacturing. Sono queste, le “personal touch”, come l’interazione empatica e l’aspetto umano, ad essere le vere leve strategiche a disposizione dei candidati.

Nella moda il solo tecnicismo non fa più tendenza. A costo di rinunciare al professionista che presenta le maggiori skill tecniche, la fashion industry è disposta a scommettere e a investire nella persona che colma parziali lacune in tal senso con spiccate competenze relazionali e valoriali” – spiega Alessandro Raguseo, Abitudine al confronto e alla relazione, valori solidi ben presenti nel proprio quotidiano, autonomia e grande flessibilità nello stabilire obiettivi e modalità di lavoro: la moda chiede che le persone abbiano queste caratteristiche, indipendentemente dal settore di impiego. Non importa che sotto la lente ci siano posizioni nel marketing o nell’IT, quel che conta è che non si rischi mai un’involuzione relazionale e valoriale”.

Guardarsi intorno per migliorare la propria creatività

Inoltre, in un settore decisamente automatizzato come quello della produzione, si riscontrano convivenze quasi “surreali”, ad esempio tra tecnologia innovativa e creatività. Un drone può trasportare materiali da un angolo all’altro di una fabbrica, mentre molto spesso è un artigiano, forte di tradizione e passione, a occuparsi della loro lavorazione. Ciò che riesce a mantenere l’equilibrio in una situazione molto vicina a un cortocircuito è proprio la presenza di manager capaci di dialogare con l’una e con l’altra parte: comprendere gli aspetti dell’evoluzione tecnologica e, anzi, molto spesso esserne fautori, non significa non essere in grado di accogliere tutto quello che fa parte dell’abilità artigiana e dell’aspetto creativo. Tutto deve coesistere armonicamente con l’obiettivo di far emergere quanto più possibile la parte umana dell’azienda, e sta alle persone dotate delle giuste competenze farlo.

Insomma, è ormai certo che la moda abbia la volontà di investire su chi è abituato ad alzare la testa dalla propria scrivania per guardarsi intorno, per stabilire relazioni di valore e comprendere il sistema.

Reverse, grazie alla specificità offerta dall’utilizzo del Recruiting Collaborativo® – punto distintivo della società che prevede la presenza sia di un Head Hunter specializzato sia di un professionista del settore nel processo di ricerca e selezione – è in grado di trovare i talenti e i professionisti più adatti che rispondono alle nuove e sempre in evoluzione esigenze del mercato.

L’esperienza di Twinset, nota azienda del settore fashion che si avvale dei servizi di Reverse:

“Il mondo del lavoro è cambiato. Il mercato si è aperto a nuove opportunità e si è reso più agile in termini di tempi di selezione e requisiti dei candidati. Privilegiamo le soft skills anche perché investiamo tanto sui giovani. I giovani, quando si avvicinano a questo mondo, chiedono prospettive chiare, piani di carriera, ma anche flessibilità e inclusività, gli stessi valori che vivono nella loro quotidianità” – dichiara il team HR di Twinset. “Per quanto riguarda le professioni, i ruoli più cercati sono sempre quelli legati a e-commerce, loyalty CRM e IT. Oggi i giovani vogliono lavorare soprattutto nel digitale e alcune professioni legate al distretto tessile stanno scomparendo per mancato passaggio generazionale di competenze. Questo tema non è ancora una sfida ma presto sarà un problema: le professioni artigianali saranno le più ricercate e difficili da trovare e gli enti formativi dovranno adeguarsi di conseguenza.”

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