Tra burocrazia e tecnologia

La necessità di adottare modalità online per l’erogazione e fruizione di corsi di formazione ha indotto aziende ed enti a intensificare l’uso delle piattaforme di e-learning, soluzioni di cui sentiremo sempre più parlare e destinate a diventare sempre più intelligenti.

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Per la formazione finanziata, nel rapido passaggio dall’Aula alla Fad non sono però mancate le criticità. Il punto è riuscire a conciliare l’abbattimento delle barriere burocratiche all’accesso e alla gestione dei Fondi con la garanzia di correttezza ed efficacia nel loro utilizzo.

Giovanni Galvan, esperto di politiche attive del lavoro, ha approfondito il tema della formazione a distanza nei percorsi formativi finanziati, le problematiche inerenti tracciamento e controllo e i requisiti delle piattaforme informatiche utilizzabili. Per prima cosa, Galvan invita a distinguere tra Fad sincrona e asincrona: nel primo caso si intendono le ore di corso che vengono tenute dal docente (con la presenza o meno di tutor) in tempo reale, in connessione (audio o video o entrambi) diretta con gli allievi, i quali assistono dalle loro postazioni. Il tema del controllo delle attività in questo caso non pone problemi particolari: “Questa attività si svolge in un tempo definito, calendarizzato e quindi controllabile: un eventuale ispettore può vedere se gli allievi ci sono”, dice Galvan. “A seconda della piattaforma di Video conferenza che si usa (Zoom, Skype, Teams, Adobe Connect ecc.) si può o meno avere la registrazione di audio / video dell’intera lezione e, in alcuni casi, il tracciamento sotto forma dell’emissione di un file di testo in vari formati, dove si registra a che ora è iniziata /finita la lezione, quando si sono connessi / sconnessi gli allievi ecc.”. Diverso è il discorso nella Fad asincrona: qui, spiega Galvan, “la fruizione del percorso didattico dell’allievo è svincolata, oltre che dalla presenza fisica, dalla quantità e collocazione oraria dei tempi di fruizione”.

Come tracciare allora l’effettiva partecipazione di allievi e docenti? Nella maggior parte dei casi vengono richieste dagli Enti Finanziatori (Regioni, Fondi ecc.) una serie di declaratorie firmate, che restino agli atti per garantire almeno una presa di responsabilità da parte di allievi, docenti e legali rappresentanti degli Enti Attuatori. “Solo un sistema integrato (tipo block-chain) tra Enti Attuatori ed Enti Finanziatori può garantire la ‘blindatura’ dei dati dalla piattaforma e-Learning (purché ovviamente compatibile con tali standard) e la piattaforma di controllo dell’Ente Finanziatore. E solo questo, in un ambito di formalizzazione dei percorsi a fini rendicontativi, porterebbe all’eliminazione dei registri cartacei e delle relative declaratorie scritte”. Le tecnologie di tracciamento più diffuse consentono di raccogliere il set di dati richiesto dal monitoraggio dei dati fisici previsto per la gestione dei contributi per la formazione continua.

I criteri di raccolta del dato sono comunque diversi: si monitora il tempo di visualizzazione di una pagina, oppure si contano le interazioni con essa, oppure si inseriscono test ogni 10 minuti ecc. Un’altra domanda che si pone nel caso della Fad asincrona riguarda la corretta identificazione degli utenti: l’utente è davvero la persona a cui fanno riferimento le credenziali registrate? “In questo caso ci si sta orientando sempre più verso sistemi di firma digitale o identificazione tramite dati antropometrici, quali il riconoscimento facciale”. Infine, un elemento critico è il fattore tempo: nella Fad asincrona ogni allievo ha tempistiche di fruizione e apprendimento proprie. Che cosa succede se i tempi computati si allontanano in modo consistente dal monte ore previsto dal progetto? “Ci sono varie metodologie di calcolo di equivalenza delle ore di fruizione rispetto a un modello standard, ma non rispondono pienamente ad altre problematiche amministrative tipiche dei corsi finanziati, quali il calcolo del costo dell’allievo che non produce mentre studia in orario di lavoro. Ovviamente la soluzione più semplice è quella dell’acquisizione “a corpo” del corso per ogni allievo, specie in presenza di un attestato di competenza finale. Qui avremmo il vantaggio di calcolare un Voucher per il contributo richiesto e derivarne l’eventuale cofinanziamento forfettario”.

Ciò che emerge anche da queste riflessioni è che una regolamentazione, sebbene necessaria, non dovrebbe penalizzare lo strumento digitale e dovrebbe tenere conto della specificità dei Fondi Paritetici Interprofessionali. Come leggiamo ancora nel rapporto di Skilla: “Snellimento delle procedure, della documentazione, della burocrazia. Questa è la via. Il rischio, in alternativa, è quello di un doppio regime della formazione, dove, da una parte, abbiamo la formazione a finanziamento pubblico, sbilanciata sulle modalità tradizionali per semplicità di rendicontazione e, dall’altra, tutta l’innovazione, la formazione erogata nelle modalità del Digital Learning, gestita con investimenti privati delle organizzazioni, perché si preferiscono la velocità e la snellezza”. In effetti, la gestione burocratica richiede spesso così tante risorse che poche ne restano per focalizzarsi sull’efficacia didattica e sull’innovazione dei corsi di formazione.

Il risveglio della Fad

Alberto Di Noia è AD di Intercom Solutions, azienda di Udine che ha sviluppato, tra le altre soluzioni, enaipschool.com, la piattaforma Fad di Enaip (Ente Nazionale Acli Istruzione Professionale) Friuli Venezia-Giulia.

Intercom è sul mercato dell’e-learning dal 2003 e Di Noia ha visto da vicino come le piattaforme si sono evolute in questi anni: “Oggi le piattaforme di e-learning consentono formazione di tipo sincrono e asincrono. Le attuale tecnologie di web conference sono state integrate in piattaforme che fino a qualche tempo fa erano utilizzate per la sola formazione asincrona. L’evoluzione dal 2003 ad oggi è sotto gli occhi di tutti: i primi progetti di e-learning erogavano contenuti, ma presentavano strumenti di confronto abbastanza basici (nei migliori casi un forum di discussione moderato dal docente o strumenti di chat per il confronto tra studenti). Gli attuali strumenti di web conference hanno di fatto favorito le aule virtuali, permettendo confronti in tempo reale con docente e studenti, si sono arricchiti di strumenti di survey e hanno cominciato a lavorare seriamente (nella maggior parte dei casi) sugli aspetti relativi alla sicurezza e alla privacy”.

Oggi per Intercom l’e-learning è in fase di risveglio: “Nel 2020 ci è sembrato di riprendere un mercato sopito. I nostri primi progetti risalgono al 2003, da allora fino a circa il 2008 il mercato è stato consistente, per poi assottigliarsi sempre di più fino al 2019, quando le tecnologie video (associate all’e-learning) hanno cominciato a destare nuovamente interesse. Nel 2020, dopo la piattaforma di Enaip, abbiamo sviluppato anche Zenlearn, un Lms dedicato a piccoli enti di formazione, academy aziendali e società di consulenza che erogano formazione sul tema della sicurezza sul lavoro con necessità di rendicontazione simile ai corsi finanziati”. A proposito delle piattaforme destinate a questi ultimi, Di Noia conclude: “L’aspetto della rendicontazione e del controllo della presenza online degli utenti (pensiamo al protocollo Scorm o similari) è fondamentale. Su questo genere di corsi è opportuno che tutti gli step (dall’apprendimento, al test di valutazione delle competenze, fino al questionario di gradimento) siano eseguiti all’interno di un ‘unico contenitore’, in grado mappare qualsiasi azione dell’utente per facilitare la segreteria didattica nel processo di ottenimento delle informazioni necessarie alla rendicontazione, che devono essere scaricabili e devono poter essere conservate per diverso tempo all’interno dell’infrastruttura dell’Ente di formazione”.


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