Il caso Trenord
Un’azienda che negli ultimi mesi ha lavorato per valorizzare il proprio welfare è Trenord. Andrea Del Chicca, Direttore Corporate e Risorse Umane, Organizzazione e Welfare dell’azienda, spiega come il welfare in Trenord fosse “molto contrattuale”, e “percepito dagli oltre quattromila dipendenti come qualcosa di esterno all’azienda e del quale non veniva compreso il reale valore sociale e, soprattutto, economico”. Sì, perché in Trenord le misure di welfare raggiungevano un massimo di ottomila euro a persona ed erano principalmente rivolte al sostegno al reddito. L’azienda ha quindi intrapreso un percorso di ascolto per capire se i servizi erogati fossero allineati con le necessità dei lavoratori, anche considerando il turnover che negli ultimi anni aveva cambiato le caratteristiche della popolazione aziendale con l’innesto di molti giovani. Sono così emersi nuovi elementi sui quali costruire un sistema welfare più in linea con le esigenze del momento: supporto psicologico, microcredito, eventi di socializzazione, supporti all’orientamento scolastico dei figli.
“Abbiamo anche rivisto i processi, perché era importante aiutare i colleghi a usufruire del welfare, rendendo più facile l’accesso al servizio”, aggiunge Del Chicca. “Si tratta di un percorso affascinate e nuovo che, ne sono convinto, porterà nuovi benefici a chi lavora in Trenord e, conseguentemente, a chi viaggia con noi”.
Il caso Nonno Nanni
Altro esempio di welfare che va oltre il sostegno al reddito è quello di Nonno Nanni. Il produttore di formaggi di Treviso ha rafforzato l’impegno nei confronti dei propri collaboratori con l’obiettivo di migliorare la loro salute e la loro vita lavorativa. Dopo l’attivazione, lo scorso anno, del piano di Flexible Benefit che consente al dipendente di accedere a una piattaforma online per usufruire di diversi servizi dedicati alla persona e alla propria famiglia, l’azienda ha realizzato percorsi formativi indirizzati proprio al benessere.
Silvia Lazzarin, amministratore di Nonno Nanni, dice: “I nuovi progetti sono in linea con la recente e sempre più diffusa ottica di promozione della salute nelle aziende, considerando che l’età media della popolazione lavorativa, compresa la nostra, sta crescendo e ha di fronte ancora molti anni di lavoro da svolgere”. Il primo progetto, gestito da GymHub, lo spin-off dell’Università degli Studi di Padova Dipartimento di Medicina DIMED – Unipd.it, è iniziato a ottobre 2020 con la prima sessione dedicata al benessere posturale e lo svolgimento di esercizi pratici in azienda. La seconda proposta riguarda invece l’educazione e la sensibilizzazione dei lavoratori agli effetti benefici di uno stile di vita salutare e di una corretta alimentazione. “Lo status mentale e fisico dei nostri dipendenti ha indubbi effetti sul rendimento, sulle performance individuali e sulla produttività; da qui, la volontà di continuare a costruire un piano di welfare aziendale sempre più articolato e rispondente alle aspettative e alle esigenze di chi ci sta a cuore”, conclude Lazzarin.
UN WELFARE CHE SENSIBILIZZA
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