Un’inclusione che non conosce barriere

Il percorso formativo è finalizzato a far diventare queste figure un supporto per i colleghi affetti da patologia cronica, un punto di riferimento per essere ascoltati, per condividere e superare timori e difficoltà legati alla percezione della malattia sul luogo di lavoro.

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Inclusione

Garantire un’occupazione piena e produttiva per tutti, promuovere un ambiente lavorativo sano e sicuro per i lavoratori, inclusi gli immigrati, in particolare le donne e i precari, sono gli obiettivi 8.5 e 8.8 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo Sostenibile.

Sulla scia di questi scopi viaggia il progetto di formazione nell’azienda a favore dei lavoratori con malattia cronica, che vede coinvolta Forma del Tempo (FDT), società pioniera negli studi sull’impresa e formazione manageriale.

Un progetto di formazione pro lavoratori con malattie croniche

Secondo l’OMS una delle sfide più importanti da affrontare sarà l’incidenza delle malattie croniche, sono in costante aumento (si stima che in Europa, oltre il 23% della popolazione attiva soffra di una malattia cronica (OECD/EU, 2016). A questa stima si dovranno probabilmente aggiungere altri dati, quelli tristemente generati dalla situazione sanitaria attuale e dalla cosiddetta “sindrome post-Covid-19” (già oggetto di diversi studi). In Italia, secondo l’Osservatorio Nazionale della salute le proiezioni della cronicità indicano che nel 2028, il numero di malati cronici salirà a 25 milioni, mentre i multi-cronici saranno 14 milioni.

Questo dato ha certamente ripercussioni economiche importanti per le imprese, per l’occupazione e per la società in termini di costi diretti ma anche in termine di benessere e qualità di vita. Inoltre, dal rapporto Eurofound risulta che quasi il 3% degli individui con una malattia cronica ritiene di essere stato discriminato e questa percentuale aumenta al 4,5% se prendiamo in considerazione coloro che hanno una malattia limitante.

“Questo è un tema enorme – asserisce Michela Merighi founder di Forma del Tempo, nonché responsabile del progetto di formazione – immaginate quattro persone in una stanza che lavorano, una di loro ha una malattia cronica e quasi certamente i colleghi non lo sanno. Non lo sanno perché chi è malato spesso non lo dice per paura di perdere opportunità professionali o di non essere capito. Si fanno molti investimenti sulla formazione e lo sviluppo, su questo fronte si fa molto poco.”

Creare inclusione attraverso una formazione dedicata

Un’azienda deve occuparsi delle persone, deve creare un clima che permetta di poter parlare del proprio stato di salute senza timore e senza vergogna. In particolare, ciò può avvenire creando prima consapevolezza sulle caratteristiche delle malattie, rendendo quindi possibile parlarne. Coinvolgere esperti e colleghi che possono proporre conversazioni e mettere in contatto le persone più sensibili. Si devono formare i manager, e gli HR in primo luogo, a entrare in relazione con i colleghi affetti da queste malattie. Creare spazi di ascolto dedicati e riservati. Infine, promuovere azioni di inclusione concrete: garantire la continuità di ruolo o la sua modifica se richiesta dal lavoratore, costruire assieme alla persona soluzioni organizzative che tengano conto delle nuove necessità.

L’occasione per attivare questo percorso formativo è stata il progetto MaCro@Work – Malati cronici a lavoro intrapreso da Enel che ha avuto come obiettivo aiutare l’organizzazione a individuare risposte e strumenti di gestione utili ad affrontare con un approccio inclusivo i lavoratori con malattie croniche.

Gli obiettivi didattici

Il progetto pilota di formazione è stato attivato su 15 HR in Enel chiamati Gestori di Cuore. Si tratta di una figura di supporto per i colleghi affetti da patologia cronica, un punto di riferimento per ricevere accoglienza, ascolto e informazioni utili sia dal punto di vista giuslavoristico, che organizzativo. Questo per garantire al collega affetto da patologia, il massimo livello di inclusione e di partecipazione attiva alla vita aziendale.

Per fare questo i Gestori di Cuore sono stati formati sulla base di tre obiettivi:

  1. Aumentare la conoscenza e consapevolezza dell’impatto della malattia cronica sulla vita anche professionale della persona;
  2. Sviluppare e rinforzare competenze per gestire la complessità della relazione con il collega affetto da malattia cronica (riconoscere e gestire il vissuto emotivo proprio e dell’altro);
  3. Sviluppare consapevolezza rispetto ai carichi emotivi del ruolo di Gestore di Cuore e sviluppare azioni di rete per il supporto reciproco (creazione di una community).

L’attività si è svolta interamente on line, ed è stata condotta principalmente come laboratorio esperienziale Non sono mancati gli approfondimenti teorici ma è stato vincente l’inserimento nel programma di testimonianze non aziendali come le figure sanitarie, allo scopo di aumentare sia la conoscenza delle patologie ma anche e soprattutto la consapevolezza “dell’impatto che la malattia ha sulla qualità di vita e quindi di lavoro”. Infatti, tra le autorevoli testimonianze:

Dott. Stefano Magno – Responsabile Centro Komen Italia per i Trattamenti Integrati in Oncologia, Chirurgo senologo, Fondazione Policlinico Gemelli.

Dott. Salvatore Leone – Presidente di EFCCA, la Federazione Europea delle Associazioni Nazionali che si occupano di Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino; già Direttore dell’associazione AMICI Onlus.

Prof. Alessandro Armuzzi –  U.O.C. di Medicina Interna e Gastroenterologia, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS – Università Cattolica del Sacro Cuore, membro del Comitato Medico Scientifico AMICI Onlus.

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