Il Gender Gap si può misurare

Idem, una start-up universitaria, lancia un innovativo progetto per analizzare, valutare e certificare la parità di genere nei luoghi di lavoro.

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a cura di Giorgia Andrei |

L’Italia risulta comparativamente uno dei Paesi più colpiti dal Gender Gap nei luoghi di lavoro: secondo il Global Gender Gap Report del World Economic Forum l’indice relativo alla partecipazione e alle opportunità economiche delle donne, del 59,5/100, si posiziona al 117° posto su 153 Paesi.

Particolarmente critico è il differenziale retributivo a parità di mansioni: le donne lavoratrici a tempo pieno guadagnano l’11% in meno dei colleghi.

Il Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa nel 2019 ha condannato l’Italia per il mancato monitoraggio sistematico del fenomeno e la violazione del diritto delle lavoratrici alla trasparenza retributiva come presupposto di un equo salario.

Il problema sottende anche una scarsa consapevolezza da parte dei datori di lavoro, da una parte della portata del fenomeno, dall’altra dei benefici che deriverebbero dall’affrontarlo in modo sistematico.

La proposta di IDEM 

Un gruppo di ricercatori della facoltà di economia dell’Università di Modena e Reggio Emilia, guidato dalla professoressa Tindara Addabbo, ha sviluppato uno strumento per misurare e certificare la gender equality nei luoghi di lavoro. La soluzione è al cuore del progetto di Idem, start-up universitaria costituita il 20 novembre 2020, che vede tra i principali finanziatori la Fondazione Marco Biagi di Unimore e JobPricing. “Serve un approccio interdisciplinare per cogliere le diverse determinanti alla base delle diseguaglianze di genere, che oltre a essere ingiuste producono inefficienze nel sistema impresa”, dice Addabbo. “Poiché non misurato, il gender gap tende a essere troppo spesso sottovalutato, fino a ‘non esistere’, indebolendo la capacità di cogliere il grande potenziale della diversità anche per lo sviluppo del business”.

La proposta di Idem è un tool di analisi e valutazione la cui metodologia si basa sull’elaborazione di un indice fuzzy sintetico (Idem Index), che consente di misurare la gender equality mediante il confronto con un’organizzazione tipo “gender gap free”: l’indice è la risultante di un’analisi sistematica di tutte le dimensioni ritenute rilevanti dalla ricerca scientifica (carriera, retribuzione, organizzazione, cultura), che a tal fine sono considerate secondo specifici criteri di ponderazione.

Analisi e certificazione

Il processo di valutazione, della durata di tre settimane circa, inizia con la raccolta, mediante un audit online, di una serie di dati e informazioni quantitative e qualitative di natura amministrativa e gestionale. Seguono una seconda fase in cui i dati raccolti vengono analizzati e una terza in cui si restituiscono i risultati, rappresentando non soltanto il livello di equità in assoluto mediante l’Idem Index, ma evidenziando anche le aree di forza e di miglioramento, così da favorire interventi mirati.

L’analisi consente anche di mettere in luce eventuali scarti fra prassi (i fatti rilevati dai dati) e politiche (le intenzioni espresse in procedure, regolamenti ecc.), valorizzando il livello di effettivo “governo” del fenomeno e il potenziale evolutivo o involutivo rispetto alla situazione asis.

L’analisi periodica dello stato dell’arte mediante l’Idem Index, infine, consente di misurare l’evoluzione della situazione nel tempo. L’approccio data driven e la metodologia scientifica sono il tratto distintivo del progetto, ma non sono tutto: quella della parità di genere è una battaglia culturale e Idem ambisce a fare da acceleratore per la gender equality, stimolando la ricerca sul campo, alimentando il dibattito e sensibilizzando anche il pubblico.

“Con Idem colmiamo una lacuna in termini di strumenti e di metodologia, ma tutto ruota intorno alla reale volontà di chi dirige l’impresa: il nostro pay-off Mind the Gap è un invito a chi dirige l’impresa in particolare”, conclude Addabbo.

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