Il potere del crowdsourcing per lo sviluppo aziendale

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Si pensa che Aristotele sia stata la prima persona a menzionare la saggezza e la sapienza delle folle, ma mai avrebbe immaginato la forza che la tecnologia futura avrebbe attribuito al sapere collettivo.

Il potere del cosiddetto crowdsourcing – ovvero quel modello economico in cui un’impresa o un’istituzione sviluppano un progetto attraverso la raccolta di idee, suggerimenti e opinioni da un numero elevato di persone (per l’appunto crowd ovvero folla) – è ormai evidente.

Chiunque abbia valutato il suo autista Uber, taggato la sua posizione su Facebook o aggiunto un’immagine a Google Maps, ha preso parte al crowdsourcing; anche aziende come Amazon incentivano i propri utenti a suggerire miglioramenti per i propri servizi e prodotti. Questi sono solo alcuni esempi.

Oggi molte le aziende si sono aperte alla partecipazione collettiva, con anche prodotti progettati interamente dai consumatori

Questo approccio può essere applicato attribuendo potere prima ancora che alla propria clientela ai propri dipendenti, scoprendo così che la soluzione migliore per risolvere un grave problema aziendale può giungere proprio dalle stesse risorse dell’impresa.

Un percorso che se scavalca le più classiche gerarchie e procedure aziendali, è capace di far sentire il proprio personale responsabilizzato e coinvolto come mai, di portare a importanti miglioramenti nei KPI aziendali e di stimolare lo spirito di innovazione della propria organizzazione.

Ma cosa significa abbracciare un approccio di internal crowdsourcing?

  1. Consentire ai dipendenti di migliorare la propria esperienza

I sondaggi o le survey suoi propri dipendenti sono importanti, danno il polso di come i si sentono nei confronti dell’organizzazione nel suo complesso, della sua direzione, della sua gestione e dell’ambiente di lavoro, ma sono solo un primo passo perché non permettono all’azienda di acquisire idee utili che possono invece risolvere cause di inefficienze o di malcontento interno. In altre parole, l’internal crowdsourcing consente per prima cosa di migliorare l’esperienza che i dipendenti fanno ogni giorno della propria azienda, rendendoli più coinvolti e attivi in ogni interazione che hanno con un collega e con il proprio capo, ma anche con un fornitore e con un cliente.

  1. Fare tesoro delle competenze dei dipendenti

Gli addetti del customer care o dell’assistenza tecnica -come il personale dei punti vendita- interagiscono quotidianamente con i clienti ed è quindi scontato che conoscano meglio le loro esigenze, rispetto a un top manager che guida dal decimo piano una divisione di decine di dipendenti.

Anche il personale del reparto IT o digital può avere dettagli importanti da condividere su come migliorare un processo o una decisione, mentre la conoscenza di un direttore generale sulla medesima area può essere molto più limitata e frammentaria. Condividere le sfide aziendali con un gruppo ampio di dipendenti, aiuta l’innovazione sfruttando un patrimonio di conoscenze e di idee che per l’appunto il crowdsourcing aiuta a valorizzare, mettendolo a fattor comune dell’intera organizzazione.

  1. Cambiare la conversazione in azienda

La condivisione di conoscenza all’interno dell’azienda non solo aiuta a risolvere importanti sfide e a trovare soluzioni di miglioramento, ma è anche una modalità nuova per i dipendenti di comunicare perché non si esprimeranno più solo su cosa pensano, ma anche su cosa farebbero, fornendo così preziose intuizioni e idee che rimarrebbero diversamente celate.

  1. Fare in modo che i dipendenti siano partner strategici

Ai dipendenti piace avere una voce, ma essere ascoltati non è sufficiente: devono sapere che il loro feedback o il loro suggerimento ha valore e che l’azienda lo utilizzerà per definire nuove strategie e per migliorare l’azienda. L’internal crowdsourcing consente a un dipendente di esprimere le proprie idee con l’orgoglio di sapere che potranno contribuire al miglioramento di un’area di debolezza o persino al futuro della propria organizzazione.

  1. Sfruttare la creatività collettiva dell’organizzazione

La potenza creativa di ogni struttura di persone non va sottovalutata e può essere la prima fonte di cambiamento e sviluppo di un’azienda. Non va dimenticato che in un momento in cui i vecchi modelli di business sono messi ogni giorno in discussione, la prima mission di un’impresa è quella di cercare nuove strade, idee innovative, e prima di un concorrente.

  1. Rompere le gerarchie

Il crowdsourcing consente ai dipendenti di presentare il proprio punto di vista, indipendentemente da quale casella occupano nell’organigramma. I suggerimenti sono importanti, non la carica del dipendente, anche perché le soluzioni migliori potrebbero venire anche da chi meno ce lo si aspetta!

  1. Consentire ai dipendenti di far evolvere cultura aziendale

Ogni gruppo di persone è unico. E’ quindi fondamentale riconoscere e valorizzare attraverso il crowdsourcing la diversità dei diversi team e dei suoi componenti dando a ciascuno il potere di definire la sfera di competenza. Questo aumenterà il tasso di partecipazione del personale e il suo senso di appartenenza.

“Il crowdsourcing è un modo eccellente per interagire con chiunque sia importante per la propria organizzazione, a cominciare dal personale che rappresenta la linfa vitale di qualsiasi azienda. Ascoltare i punti di vista dei dipendenti e utilizzare le loro conoscenze permette anche di trovare idee per aumentare l’efficienza e le vendite e per ridurre i costi. In tutto ciò, la tecnologia gioca un ruolo fondamentale nell’ascoltare ciò che i dipendenti hanno da dire e proporre” osserva Giancarlo Rocco:Per questa ragione Medallia ha creato Crowdicity, una piattaforma di ideas collaboration che permette alle imprese di raccogliere spunti e idee all’interno dell’azienda, ma anche di creare innovation competition o hackaton, stimolando così il coinvolgimento di tutto il personale, lo sviluppo di uno spirito innovativo all’interno dell’azienda e la collaborazione, anche con partner e clienti”.

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