Under 19 in cerca di opportunità

I corsi di formazione tecnica superiore e quelli di formazione professionale si dimostrano, in base ai dati di Inapp, un buon canale di accesso per i giovani al mercato del lavoro.

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insegnante che spiega agli alunni davanti al pc

di Cleopatra Gatti |

I percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore si confermano un buon canale di accesso al mercato del lavoro: a un anno dalla fine del corso, uno studente su due ha infatti trovato lavoro, mentre a due anni, la quota di occupati raggiunge il 64%.

È quanto emerge da una ricerca dell’Inapp, Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche, condotta su 2.700 studenti in 7 regioni italiane, le uniche che in Italia programmano questa tipologia di offerta.

Bene anche per la formazione professionalizzante della filiera leFP; la rilevazione dell’Inapp, con oltre 11mila giovani intervistati, registra risultati soddisfacenti per i diplomati del quarto anno, tra i quali il tasso di occupazione a tre anni dal diploma supera il 69%.

I corsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore

La parte dell’indagine dedicata all’impatto occupazionale dei corsi Ifts ha coinvolto 2.700 ragazzi che hanno conseguito la specializzazione nei 207 percorsi realizzati in Abruzzo, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Toscana, e, con numeri particolarmente elevati, in Lombardia e Emilia-Romagna. La condizione occupazionale al momento dell’iscrizione al corso evidenziava una quota prevalente di disoccupati (56%) e in cerca di prima occupazione (28%). Solo l’8% era già occupato. L’efficacia professionalizzante dell’Ifts si è manifestata già nel breve periodo: quasi il 54% degli intervistati dichiara di aver trovato un lavoro entro un anno dalla fine del corso.

Ovviamente emergono differenze territoriali rilevanti: dal 64% delle Marche (dove però la quota di occupati in origine era già significativa) al 40% della Campania (valore tutt’altro che trascurabile considerando le criticità dell’occupazione giovanile in tale regione). Al momento dell’intervista, a due anni dalla fine del corso, la quota di occupati cresce e raggiunge il 64%. Per quanto riguarda il canale di inserimento al lavoro, il più efficace è risultato essere proprio il partenariato che ha organizzato il percorso, indicato dal 34% degli intervistati.

Si conferma d’altro canto la rilevanza che tradizionalmente assumono le reti informali (24%), così come la conoscenza diretta del datore di lavoro (13%).

“La ricerca Inapp” ha spiegato il direttore generale Paola Nicastro, “testimonia quanto sia importante la formazione nel percorso di chi cerca un’occupazione qualificata e coerente con il percorso formativo realizzato. Oggi dalla nostra indagine emerge che circa la metà degli intervistati occupati ha ottenuto un contratto a tempo determinato (49%), seguono i contratti a tempo indeterminato (con oltre il 38%), accanto all’8,4% di lavoratori autonomi e al 4,9% di parasubordinati. E lavorano in settori che spaziano dall’impiantistica all’information technology, dal turismo allo sport fino all’enogastronomia”.

I corsi di Istruzione e Formazione Professionale

Notizie positive anche per la formazione professionalizzante della filiera IeFP (il sistema di Istruzione e Formazione Professionale). La rilevazione Inapp, con oltre 11mila giovani intervistati, registra risultati soddisfacenti sia per i qualificati (62,2% di occupati a 3 anni dalla qualifica) che per i diplomati al quarto anno, tra i quali il tasso di occupazione a tre anni supera il 69%. Per entrambi, le performance migliori sono ascrivibili ai Centri accreditati.

Particolarmente positiva è la valutazione espressa sul percorso formativo (argomenti oggetto della formazione, rapporti con docenti e compagni, qualità strutture, stage, ecc.). I tempi di inserimento al lavoro risultano inoltre molto brevi (soprattutto tra i diplomati) e la coerenza percepita tra il lavoro e il percorso formativo è elevata, così come il grado di soddisfazione rispetto al lavoro.

Emerge tuttavia una sensibile differenza tra il tasso di occupazione dei maschi e quello delle femmine (pari a circa 10 punti percentuali). Proprio considerando l’efficacia occupazionale della IeFP bisogna continuare a investire su questi percorsi. Senza dimenticare la disomogeneità dell’offerta sul territorio, in particolare per quanto riguarda il quarto anno, in assenza del quale il percorso si interrompe dopo la qualifica senza consentire agli utenti l’accesso al diploma, privandoli della possibilità di completare i percorsi della “‘filiera lunga” tecnico-professionale.

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