L’intervista a Sonia Palmeri: politiche concrete da chi sa fare impresa

In una regione in cui l’emergenza lavoro è più viva che mai, la concretezza di Sonia Palmeri, Assessore Lavoro e Risorse Umane, che in Regione Campania ha messo in atto misure di successo.

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Sonia Palmeri

di Laura Reggiani |

Dopo aver condotto una brillante carriera di imprenditrice e manager nell’ambito delle risorse umane, Sonia Palmeri ha deciso di mettere la sua esperienza al frutto della politica entrando nella Giunta Regionale campana, dove dal 2015 è delegata al Lavoro e alle Risorse Umane.

Siciliana, trapiantata in Campania, è un’esperta di politiche attive del lavoro, e con lei abbiamo affrontato una serie di argomenti che spaziano dalla disoccupazione al caporalato, dai giovani alle crisi aziendali, e scoperto le misure a favore dello sviluppo occupazionale implementate dalla Regione.

È entrata in politica dopo una significativa esperienza nel privato. Perché questa scelta? Può tracciare un bilancio di questi 4 anni in Regione?

Sono stata imprenditrice per oltre vent’anni e ho fatto questa scelta perché mi è stato chiesto di occuparmi di un settore interessante e complicato come la difesa e lo sviluppo dell’occupazione. Ho cambiato ambiente ma non Dna e sono convinta che l’esperienza maturata nel privato, che vive di logiche mirate all’efficienza e alla meritocrazia, possa dare un apporto importante. Il bilancio è positivo, anche se quattro anni sono pochi per completare il complesso programma di governo pianificato; abbiamo osservato e analizzato i vincoli esistenti a un reale sviluppo del mercato del lavoro campano, concentrandoci sui target più deboli che necessitano di azioni mirate.

Il bilancio è positivo anche misurandoci sulle assunzioni; penso ad esempio a Garanzia Giovani, che ci ha permesso di realizzare oltre 35 mila assunzioni o alle misure per l’autoimprenditorialità, che hanno portato fino ad oggi alla nascita di ben 550 nuove imprese da giovani under 30. Giovani che iniziano a maturare positività e speranza, potendo restare nella loro terra, e il mondo dei giovani si sa che è contagioso. Sono queste e tante altre le dinamiche che ci fanno pensare di aver intrapreso la strada giusta.

Ci sono, nella sua Regione, territori e settori su cui è possibile puntare per un futuro sviluppo?

In Campania abbiamo eccellenze importanti in settori strategici per l’economia dell’intera regione. Penso all’automotive, all’agroalimentare, all’abbigliamento/moda e all’aerospazio, le nostre 4A, a cui si aggiunge il turismo. Proprio su questi settori di grande slancio ci siamo concentrati per indirizzare la formazione degli Ifts, finanziando decine di percorsi volti a fornire una formazione specialistica a migliaia di giovani, unendo in un percorso virtuoso istruzione, formazione e lavoro.

Accompagnano lo sviluppo di questi settori anche la creazione delle Zone Economiche Speciali, gli “Spazio Lavoro”, uffici regionali posizionati all’interno dei principale snodi produttivi e commerciali, con il compito di dialogare con le aziende, rilevando fabbisogni formativi e di organico e riversando le vacancy ai Centri per l’Impiego.

I dati Eurostat collocano la Campania tra le regioni europee con il più basso tasso di occupazione.Quali sono le politiche messe in atto?

I dati vanno interpretati. Quando mi si riporta, ad esempio, che la disoccupazione dei giovani tra i 15 ed i 24 anni è alta non ne rimango stupita, perché ritengo che a quell’età ci si debba concentrare sulla costruzione di competenze. Questo richiederà il mercato del lavoro. In Campania abbiamo una disoccupazione e una inoccupazione importanti. Per questo abbiamo immaginato e messo in atto delle misure specifiche per ogni target. Prima tra tutte “Garanzia Giovani”, che ha fatto cultura e ha dato a tanti giovani la possibilità di capire che prima di andare altrove potevano immaginare un futuro qua.

I datori di lavoro hanno compreso l’importanza di dare un’opportunità ai giovani, utilizzando nel contempo una decontribuzione d’ingresso. Ovviamente non ci siamo fermati ai giovani e abbiamo progettato anche misure dedicate agli “over“. “Garanzia Over”, ad esempio, si rivolge ai datori di lavoro che intendono aprire le porte delle loro aziende ai lavoratori con lunga esperienza, quindi ex percettori di ammortizzatori sociali, ora disoccupati. La Regione assicura a questi lavoratori l’indennità di 800 euro mensili per 6 mesi, mentre alle aziende ospitanti riconosce un incentivo di 7.000 euro per l’eventuale assunzione a tempo indeterminato. Il programma si chiama “Ricollocami” e il nome indica proprio il nostro obiettivo.

Ma una delle misure che ancor più rende il senso del supporto istituzionale a chi non è più giovanissimo è “Ricomincio da me, intraprendo e lavoro”: la Regione accompagna con 25mila euro il sogno di chi sviluppa un’idea d’impresa, mettendo a frutto anni di esperienza. Sono già nate 131 piccole imprese da ex lavorati licenziati da diverse aziende e abbiamo rifinanziato la misura che oggi, come buona prassi, gira tutta l’Italia.

Cosa si può fare ancora per aiutare i giovani a entrare nel mondo lavoro? Quali sono gli strumenti utili? So che puntate sull’autoimprenditorialità.

Sono convinta che per i giovani sia fondamentale conoscere ed entrare nel mondo del lavoro il prima possibile. Per questo tutti gli strumenti sono utili, se sono in grado di generare opportunità di lavoro, evitando le migrazioni involontarie dei nostri ragazzi fuori regione. Da manager ho pensato però che fosse necessario sviluppare la cultura d’impresa e ho deciso di guardare ai giovani che vogliono puntare su se stessi.

Mi sono posta come istituzione al loro fianco e ho supportato con 18 milioni di euro la misura “Selfiemployment” per finanziare con prestiti a tasso zero l’avvio di piccole iniziative imprenditoriali promosse da giovani, curata egregiamente da Invitalia.

Ma abbiamo anche i giovani professionisti a cui la legge impone di fare il periodo di praticantato; tra avvocati, architetti, ma anche infermieri, sono ben 26 le professioni ordinistiche che necessitano di un periodo di formazione obbligatoria. Abbiamo voluto sostenerli nei primi 6 mesi di pratica, erogando loro 500 euro mensili. Un gesto che aiuta migliaia di giovani e le loro famiglie.

La formazione è uno strumento utile a migliorare l’occupabilità e a far crescere le imprese. Quali azioni ha intrapreso la Regione in questo senso?

Va spinto ancor di più l’apprendistato, in tutte le sue tipologie. La Regione Campania ha stanziato già 14 milioni di euro per apprendistato professionalizzante, di alta formazione e ricerca, valorizzazione delle ‘botteghe scuola’, incentivi alle imprese per la trasformazione dei contratti.

L’apprendistato rappresenta un ottimo strumento che ha creato tanta occupazione nei decenni scorsi, con cui sono stati assunti negli ultimi mesi ben 2mila giovani e che può ancora contribuire a crearne.

Tra le altre misure anche “Training per competere”, dedicata alla formazione continua in azienda, per cui abbiamo stanziato 12 milioni di euro. Si tratta di sostenere e orientare progetti formativi in grado di aggiornare le competenze dei lavoratori e sviluppare la competitività delle imprese campane, che possono subire un momento di crisi.

Il caporalato è un altro problema della sua Regione. Come si può contrastare il fenomeno?

Il caporalato è un fenomeno subdolo e rappresenta una piaga drammatica, soprattutto in agricoltura, che rende necessaria la presenza sul campo di diversi attori. Per questo abbiamo investito, insieme alle organizzazioni sindacali e alle associazioni di categoria, in un’attività di formazione degli stranieri, che sono tra i primi ad essere arruolati, e nello sviluppo di banche dati che permettano alle aziende agricole di avere un sistema alternativo legale di reclutamento della manodopera, attraverso le Agenzie per il Lavoro e i servizi pubblici al lavoro. Inoltre, insieme all’Ispettorato del Lavoro, abbiamo immaginato delle premialità per le aziende che si dimostrano regolari dal punto di vista delle assunzioni.

Anche gli infortuni sul lavoro sono tornati a crescere. Quali sono le possibili azioni?

Sono convinta che la normativa vada rivista in termini di obblighi formativi, corresponsabilità e tutela delle attività a rischio, e che ci sia bisogno di mettere in campo misure straordinarie. Credo sia necessario un patto da realizzare con la collaborazione di istituzioni, organizzazioni sindacali e datoriali, associazioni di categoria e organi di vigilanza. Le sanzioni sono importanti, ma non risolvono il problema.

Decisivo, invece, può essere il cambio di mentalità e la crescita di una cultura della sicurezza. Per questo abbiamo messo in campo diverse azioni preventive, andando ad esempio negli istituti scolastici per proporre campagne di sensibilizzazione e organizzando corsi gratuiti per responsabili della sicurezza e datori di lavoro.  Di grande valore anche il Fondo per supportare l’istruzione dei figli di vittime mortali sui luoghi di lavoro e permettere loro di proseguire gli studi e costruire una carriera.

Molte le crisi aziendali in atto in Campania. Jabil, Whirpool, Mercatone Uno. Qual è la situazione?

La situazione è drammatica in tutta Italia e in Campania più che mai. Il nostro territorio è martoriato dalla delocalizzazione industriale e abbiamo circa 400 tavoli di crisi aperti, molti anche con il Ministero dello Sviluppo Economico. Situazioni che nel corso degli anni si sono incancrenite, con migliaia di lavoratori impigliati in stati aziendali comatosi. Dal 2015 non è mai mancata la mia presenza ai tavoli romani né il supporto tecnico e operativo, imprescindibile per operare consapevolmente: provengo dall’impresa e non mi riesce complicato immaginare ipotesi di approcci gestionali costruttivi.

Le crisi vanno seguite con serietà, concentrazione e severità. In questi anni ho portato a casa risultati e vinto battaglie importanti, come quella di Almaviva Contact con cui abbiamo messo in salvo ben 846 dipendenti sul sito di Napoli. Ma ci sono purtroppo anche tavoli interminabili, penso a quelli di Whirpool e Jabil, che hanno numeri alti. Abbiamo però creato una misura che si chiama “WBO Worker Buyout”, un fondo rotativo che permette ai lavorati di un’azienda fallita di costituirsi in cooperativa e assumere la titolarità dell’azienda, conservando anche le commesse.

Qual è la situazione dei Centri per l’Impiego?

Abbiamo assunto 561 dipendenti dei Centri per l’Impiego delle ex province, diventati dipendenti regionali, e stanziato 16 milioni per supportarli con formazione e nuove dotazioni strutturali e informatiche. Questo dimostra che il programma di potenziamento dei Cpi è tra le nostre priorità.

A fine settembre uscirà il bando di concorso per ulteriori 641 operatori dei Cpi a tempo indeterminato. Ci hanno assegnato 471 “navigator” che hanno partecipato a una sorta di mega quiz e non a un reale concorso, che opereranno con un contratto di collaborazione. La Regione Campania non ha scelto la strada dell’assistenza tecnica dei navigator, ma quella delle assunzioni a tempo indeterminato di personale diretto che svilupperà servizi efficienti per i cittadini. I navigator devono indirizzare le loro richieste verso l’Ente che ha posto in essere la selezione.

Il prossimo anno ci saranno le elezioni regionali in Campania. Quali sono le sfide che l’attendono?

Come ho già detto, quattro anni sono pochi. Abbiamo stravolto dogmi, sradicato cattive abitudini e stiamo imprimendo un vero cambio di passo. Sono una passionale, non mi fermo davanti agli ostacoli, anzi la tensione all’efficienza è la mia adrenalina quotidiana.

Mi immedesimo ogni giorno nei panni di chi perde il lavoro, di chi combatte per mantenerlo, di chi non riesce a raggiungerlo. Negli occhi delle madri e dei padri che vogliono un futuro sereno per i loro figli. Ce la faremo, ne sono certa. Nessuno mi aveva mai detto che sarebbe stata una passeggiata!


Sonia Palmeri: chi è

Sonia PalmeriSonia Palmeri è un’esperta di politiche attive del lavoro. Laureata in Giurisprudenza con Master in “Personale e Organizzazione”, ha alle spalle una carriera di imprenditrice nel settore HR e un forte impegno in ambito sociale.

Insignita dal Presidente della Repubblica Mattarella del titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana, Sonia Palmeri è dal 2015 Assessore Lavoro e Risorse Umane in Regione Campania sotto la giunta di Vincenzo De Luca.

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