Istruzione: ancora molte lacune da colmare in Italia

Tra i giovani adulti (25-34 anni) aumenta la percentuale di laureati al 27% nel 2017 al 19% nel 2007, ma si rimane ben distanti dalla media dei Paesi Ocse (44%). Rimangono tuttavia gap da colmare a livello generazionale e di genere.

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Nel rapporto annuale Education at a Glance 2018 realizzato dall’Ocse che offre una panoramica sull’istruzione nei 35 Paesi membri attraverso un ampio ventaglio di indicatori sugli output del sistema educativo livello di istruzione, sulla partecipazione scolastica  e sugli input si evidenziano per l’Italia alcuni elementi di interesse.

Aumentano i giovani con istruzione terziaria

Tra i giovani adulti (25-34 anni) aumenta la percentuale di laureati al 27% nel 2017 al 19% nel 2007, ma si rimane ben distanti dalla media dei Paesi Ocse (44%). Con il 18% di adulti (25-64 anni) in possesso di un titolo di studio di livello terziario, l’Italia ben al di sotto della media dei Paesi Ocse (39%). La quota del 18% è ripartita tra lauree di primo livello (4%) e lauree di secondo livello o titolo equivalente (14%). Rimangono tuttavia gap da colmare a livello generazionale e di genere. Il tasso di occupazione dei laureati 25-34 anni è diminuito dal 70% al 65% circa tra 2007 e 2017, mentre per i laureati 55-64 anni è salito dal 65% all’85% circa. Il gap occupazionale tra uomini e donne 25-34 anni in possesso di un titolo di educazione terziaria è inoltre ancora ampio e al di sotto della media Ocse.

In ambito Stem il 25% dei laureati

In Italia, i campi di studio preferiti sono economia e giurisprudenza (21% dei laureati 25-64 anni, dato al 2016), seguite dalle belle arti e dalle discipline umanistiche (18%), ambito quest’ultimo che risulta invece la prima scelta per gli studenti stranieri (26%). Se tuttavia si guarda all’insieme delle discipline ad indirizzo scientifico, note come materie Stem si conta il 25% dei laureati 25-64 anni. In questo ambito, l’Italia si colloca in linea con la media Ocse (24%), tuttavia distante dalla Germania, il Paese membro con la quota più elevata di laureati nelle discipline Stem, con il 36%. In ambito educazione secondaria, la partecipazione agli istituti tecnici è maggiore che nella media Ocse. Al 2016, il 56% degli studenti iscritti a corsi di formazione secondaria di secondo livello partecipano a corsi di formazione tecnica. Tuttavia, solo il 43% sono ragazze. Se ci si concentra in particolare sulla fascia 15-24 anni, il gender gap è tra i maggiori tra i Paesi Ocse.

La spesa per l’istruzione rimane bassa

In totale, la spesa per istruzione rimane tra le più basse in ambito Ocse. Al 2015, l’Italia investe il 3,9% del proprio PIL nell’istruzione, dalla scuola primaria fino alla formazione terziaria: si tratta di un valore basso rispetto alla media dei Paesi Ocse (5,0%) e che colloca l’Italia nelle ultime posizioni della graduatoria. Si consideri del resto che mediamente dall’istruzione primaria a quella terziaria in Italia sono spesi 8.300 dollari statunitensi per studente rispetto ai 9.800 dollari della media Ocse (dato per di più in diminuzione dai 9.300 dollari nel 2014 rilevati nella precedente edizione del rapporto).

 

 

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