La formazione manageriale come fonte d’ispirazione

La formazione manageriale si conferma una risorsa necessaria per mantenere una leadership professionale al passo con i tempi e rappresenta per i manager sempre più un’occasione di ispirazione e di condivisione dell’azione manageriale.

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di Laura Reggiani |

Marco Vergeat AsforLa formazione manageriale serve ancora, e lo confermano le 6,4 giornate investite dai manager nella formazione continua per migliorare le proprie competenze. “Cresce sempre di più la voglia di formazione manageriale, ormai considerata indispensabile, soprattutto dai vertici aziendali e dei manager, in un contesto lavorativo complesso in rapido cambiamento e con forti processi di innovazione organizzativa e digitale che impone l’aggiornamento continuo delle competenze per adeguarle ai processi e alla nuova vision strategica” questa la considerazione di Marco Vergeat, coordinatore scientifico dell’Osservatorio Managerial Learning Asfor-Cfmt e presidente Asfor, in merito ai risultati dell’indagine che, anche in questa sua seconda edizione, fotografa il tempo e l’impegno dedicato dai dirigenti delle aziende italiane all’acquisizione di nuove esperienze per affrontare le sfide lavorative del futuro.

Aumenta il numero di giornate passate in aula

Per i manager lo studio e il percorso di apprendimento non finisce a carriere avviata: nel corso dell’ultimo anno ogni manager ha dedicato alla formazione in media 6,4 giornate, il 20% in più rispetto al 2017. Un dato questo che aumenta nel caso di amministratori delegati e direttori generali (6,9 giornate) e manager under 40 (7 giornate), mentre diminuisce leggermente nella fascia di età 49-56 anni con solo 6,1 giornate in aula.

Più in generale il tempo destinato al perfezionamento delle proprie capacità ha segnato il +44,46% negli ultimi due anni e si prevede che possa superare il 62% entro il 2022. Dato negativo da segnalare quello relativo al 16% del campione che non ha effettuato neanche una giornata di formazione nel corso dell’anno.

La formazione come motivo di ispirazione

Se Leadership, Change Management, Soft Skills, Strategia, People e Project management e Digital mindset, sono i contenuti sui cui è stata e sarà maggiore la richiesta di aggiornamento, si sottolinea in ogni caso un bisogno formativo continuo per ispirare, stimolare e migliorare le performance a livello tecnico e umano, in una logica di apprendimento individuale che si deve innestare nelle organizzazioni e nei team.

Tra i principali valori dell’esperienza formativa troviamo l’ispirazione, lo sviluppo professionale, la necessità di rimanere al passo con i tempi e il supporto al change management.

A chi spetta la decisione sulla formazione

Nonostante molte aziende italiane siano ancora spesso diffidenti rispetto all’idea di investire in programmi formativi taylor made di crescita professionale a vantaggio dei propri dipendenti, è sempre più evidente la necessità di rafforzare questi percorsi per garantire parametri di competitività a livello globale, coinvolgendo prioritariamente chi ha potere decisionale e quelle fasce finora meno coinvolte e presenti.Il tema della responsabilità è infatti una delle questioni centrali: a chi spetta decidere come e quando avviare un progetto di formazione? Non tutti la pensano allo stesso modo: esistono ancora persone che aspettano che venga proposto un percorso di crescita.


“Rileviamo una maggiore richiesta di formazione manageriale vicina ai problemi reali. Da un lato, sta cambiando la cultura aziendale: l’endorsement verso un aggiornamento professionale arriva sempre più spesso dall’alto, con il management che si fa promotore dell’investimento in formazione.
Dall’altro, il singolo dirigente deve comunque diventare il motore del proprio approfondimento, trovando stimoli nella contaminazione culturale che ne può derivare e nella possibilità di misurarsi con problemi e progetti reali da risolvere o realizzare”.

Pietro Luigi Giacomon, Presidente di Cfmt


L’iniziativa nel promuovere percorsi formativi è più elevata in chi ha avuto un’esperienza internazionale e in chi ha già rivestito un ruolo manageriale. Per diventare una risorsa di crescita a vantaggio di tutta l’impresa, è necessario pertanto che tutti i dirigenti si muovano in questa “dimensione individuale”, e che anche i quadri e gli under 40, dei quali attualmente solo il 53,2% ne è convinto siano più partecipi nella definizione dei percorsi di crescita e sviluppo.

Bene il coaching e il mentoring

Scambi e confronti con colleghi, clienti o consulenti, risoluzione di problemi complessi, progetti di innovazione, oltre a workshop e corsi interaziendali, sono ritenute dagli intervistati le modalità di approfondimento più significative.

Poiché la formazione più tradizionale è considerata almeno in parte insufficiente per far fronte ai cambiamenti e alle sfide competitive, l’opportunità che la formazione manageriale deve saper cogliere è quella di integrarsi e integrare altre forme di apprendimento, come coaching e mentoring, master organizzati dall’azienda presso enti di formazione specifici o business school con una forte dimensione internazionale, corsi interaziendali di breve durata e focus group su temi specifici.

Tra le attività formative più utilizzate troviamo i tradizionali corsi in aula, il digital learning, workshop e laboratori di innovazione, mentre tra le soluzioni considerate effettivamente più efficaci in termini di coinvolgimento, impegno e scambio, troviamo al primo posto il coaching, seguito da corsi interaziendali brevi in aula, workshop e laboratori di innovazione.
I fattori che rendono efficace un percorso formativo sono le esperienze e le competenze di docenti e facilitatori, il clima positivo che si instaura, la qualità e l’attualità dei contenuti, i messaggi in grado di ispirare e arricchire, lo scambio, la collaborazione e il lavoro di gruppo.

Poco efficace il digital learning

Secondo il 16,7% dei rispondenti, invece, il digital learning non integrato con altri percorsi appare una modalità di apprendimento poco efficace e adeguata alla necessità di acquisire competenze manageriali solide e difficilmente praticabile alla fine di una lunga giornata di ufficio. L’età dei destinatari non è un fattore di differenziazione né sul suo utilizzo, né sul giudizio di efficacia: si rileva, però, che il 52,7% ritiene il digital learning efficace se integrato con un percorso in aula o on the job che permetta una condivisione diretta tra partecipanti e docenti e dia anche la possibilità di ampliare e rafforzare il proprio network personale e professionale.


I numeri dell’Osservatorio sulla formazione manageriale

Marco Vergeat AsforL’Osservatorio Managerial Learning presentato dal presidente di Asfor Marco Vergeat ha voluto cogliere le percezioni e le opinioni di manager destinatari dell’offerta formativa relative alla formazione manageriale e alle modalità preferite di apprendimento continuo.

L’indagine ha coinvolto un campione di 850 professionisti tra amministratori delegati, top manager e quadri provenienti da tutta Italia, di differenti settori e di diverse fasce di età ed esperienza professionale.

Leggi anche l’articolo sull’Osservatorio Managerial Learning del 2018

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