La cybersecurity e il gap di competenze

I giovani di oggi nativi digitali sono interessati agli attacchi informatici e a mettere in pratica le loro competenze. Eppure, come rivela un’indagine di Kaspersky Lab, la cybersecurity non riesce ad attrarre l’attenzione di questa generazione e a fornire ai giovani un percorso di lavoro chiaro.

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di Laura Reggiani |

La domanda globale di esperti di sicurezza informatica supererà l’offerta di un terzo prima della fine del decennio. La recente Global Workforce Survey condotta da Frost & Sullivan ha previsto, sulla base delle tendenze attuali, una carenza di 1,5 milioni di professionisti della sicurezza informatica entro il 2020. Le priorità devono quindi spostarsi rapidamente eliminando, prima che sia troppo tardi, questo gap di competenze nella cybersecurity.

Il settore sta facendo il possibile per incoraggiare i giovani a intraprendere una carriera nella cybersecurity? I datori di lavoro dovrebbero fare di più per canalizzare gli interessi e il talento dei giovani verso questo settore? O forse gli istituti di istruzione dovrebbero preparare al meglio gli studenti con competenze informatiche più avanzate?

Per avere risposte a queste domande, Kaspersky Lab ha condotto uno studio su oltre 12.000 consumatori e professionisti IT negli Usa e in Europa. I risultati mostrano che, se vogliamo avvicinare i giovani a una carriera nella cybersecurity, il gap di competenze dovrà essere eliminato con un’azione combinata del settore e degli istituti di istruzione.

Questa generazione è più vicina alla tecnologia delle precedenti e il pericolo sta nel fatto che, se il talento tecnologico non viene canalizzato correttamente, i giovani potrebbero essere tentati di utilizzare le proprie competenze per intenti criminali.

I giovani dovrebbero dunque essere maggiormente informati delle opportunità di carriera che esistono nella cybersecurity e incoraggiati a sviluppare le proprie capacità per il bene della società. Attraverso una combinazione di istruzione e apprendimento sul posto di lavoro, è necessario coltivare e invogliare i giovani talenti alla professione prima che il gap si allarghi ulteriormente.

Nativi digitali e sicurezza informatica

I giovani di oggi sono altamente qualificati, ma anche altamente influenzabili sulla via da intraprendere nella vita, che si tratti della scelta del percorso di studi, di andare via di casa o di iniziare un nuovo lavoro. Essendo nativi digitali, sono completamente immersi nel mondo digitale e sono affascinati dagli attacchi informatici su larga scala.

Il 23% delle persone sotto i 18 anni conosce qualcuno impegnato in attività informatiche probabilmente illegali (ad esempio l’hacking). Queste attività sono più presenti tra i giovani universitari (24%) e tra quelli che hanno appena terminato gli studi e sono impiegati (23%) rispetto ai giovani disoccupati: solo il 15% di questi conosce qualcuno impegnato in attività informatiche che potrebbero essere illegali. Poco meno della metà delle persone di età inferiore ai 25 anni (47%) è “colpita” dalla notizia di una società hackerata e un terzo (33%) si interessa al modo in cui è stato eseguito l’attacco.

La preoccupazione aumenta con l’età. Un dato allarmante è che più della metà delle persone sotto i 25 anni di età (57%) considera l’hacking una competenza “notevole”. Un numero significativo, invece, userebbe le proprie competenze per divertimento (17%), attività segrete (16%) e profitti finanziari (11%). Molti sono già in grado di confondere le informazioni, con un terzo delle persone di età inferiore ai 25 anni (31%), ad esempio, capace di nascondere il proprio indirizzo lP. Con solo il 50% che parteciperebbe alla lotta contro il cyber crimine, risulta evidente una mancanza di impegno nei giovani nell’utilizzare le proprie competenze informatiche per combattere il crimine.

Aziende in cerca di giovani professionisti

Con l’emergere di un gap di competenze informatiche sempre più ampio, i giovani appassionati di informatica sono la chiave per la creazione di nuovi ruoli lavorativi sul fronte della cybersecurity.

I datori di lavoro non riescono però a canalizzare l’interesse e il talento dei giovani verso questo settore. Un numero enorme di professionisti del settore (93%) riconosce che la professione ha bisogno di evolversi insieme al panorama attuale e futuro e l’87% ritiene che sia importante che i giovani si uniscono alla guerra per la sicurezza informatica.

Il problema sta nel fatto che molti datori di lavoro non offrono ruoli entry-level nel campo della sicurezza informatica; la maggior parte (72%) promuove personale interno fornendo formazione se necessario e reclutando esternamente (53%) i professionisti senior della sicurezza. Con quasi tre quarti delle aziende (73%) con difficoltà nel reclutamento di professionisti IT qualificati, è forse il caso di ripensare i percorsi tradizionali nella professione della sicurezza informatica?

Chi deve formare i giovani?

La questione sul chi sia responsabile del reclutamento della prossima generazione di difensori informatici è importante. Secondo il settore IT, il sistema di istruzione ha un ruolo chiave da svolgere per incoraggiare i giovani talenti alla professione e fornir loro i livelli di competenza necessari. La ricerca ha rilevato che quasi due terzi dei professionisti IT (62%) ritiene che la preparazione delle future generazioni di professionisti nella cyber sicurezza sia una responsabilità degli istituti di istruzione.

Anche il settore IT ha un ruolo fondamentale nella protezione del proprio futuro, con il 27% che attribuisce la responsabilità principale alle società. Per quanto riguarda chi dovrebbe fornire le giuste competenze ai giovani, nel complesso si punta sull’istruzione superiore (49%), sulle società e sulle organizzazioni (27%). Molte le differenze a livello di aree geografiche, legate ai diversi sistemi educativi e alle priorità del governo ma, in realtà, abbiamo bisogno di un approccio integrato tra datori di lavoro e istruzione per fornire e sviluppare le competenze di una generazione affamata di tecnologia.

Garantire il futuro del settore della sicurezza

Molto resta da fare per attrarre giovani talenti all’interno del settore. Bisogna rendere più facile e attraente agli occhi dei giovani qualificati un possibile futuro in questo settore; quasi tre quarti dei giovani (71%) non sono infatti a conoscenza di eventuali stage o opportunità per i laureati in sicurezza IT.

Sebbene le aziende sostengano che le nuove leve non hanno competenze pratiche di cybersecurity o l’esperienza necessaria, pochissimi attualmente offrono ruoli di base o stage che possono aiutare nello sviluppo del talento. Infatti, solo il 45% offre ruoli entry level o percorsi di formazione. Tre su dieci (30%) ammettono di non avere le risorse interne per istruire i laureati al ruolo di responsabili alla cybersecurity. E un dato allarmante è che solo un intervistato su cinque (20%) ritiene che un team dedicato alla sicurezza informatica sarà responsabile della sicurezza IT entro cinque anni, con la metà (50%) che crede che la responsabilità di affrontare il cyber crimine ricadrà sul team IT.

Il ruolo delle aziende informatiche

Risolvere un problema di questa portata richiede sforzi coordinati tra aziende, istruzione e governo. Le iniziative guidate dal settore possono aiutare a promuovere le carriere nella sicurezza informatica. Concorsi internazionali per studenti universitari e giovani professionisti, ad esempio, possono incoraggiare i giovani talenti a utilizzare le proprie competenze.

Lavorando a stretto contatto con le università, le aziende possono essere determinanti nello sviluppo del talento e assicurarsi che gli insegnamenti teorici e pratici siano all’altezza delle aspettative e delle esigenze future. Dando consulenza sul materiale didattico, tenendo lezioni, mostrando le tecnologie e collaborando alla ricerca, il settore può contribuire a entusiasmare, coinvolgere, illuminare e formare la prossima generazione di difensori informatici. Offrendo tirocini, stage e posizioni post-laurea sarà possibile invece rafforzare il rapporto con l’istruzione, evitando che preziose competenze vadano perse quando più servono.


I numeri della cybersecurity

Il 27% dei giovani sotto i 25 anni ha preso in considerazione una carriera nella cybersecurity.

Il 23% delle persone sotto i 18 anni conosce qualcuno impegnato in attività informatiche illegali

Il 57% dei giovani sotto i 25 anni considera l’hacking una competenza “notevole”

Il 73% delle aziende ha affermato che è difficile trovare professionisti nel settore della sicurezza IT

L’87% delle aziende ritiene che sia importante che i giovani si uniscano alla guerra per la sicurezza informatica

Il 71% dei giovani non è a conoscenza di eventuali stage o opportunità per i laureati in sicurezza IT


 

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