I servizi per l’impiego: pubblico e privato a confronto

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Le difficoltà riscontrate dall’Anpal nella fase di definizione delle procedure, confermate anche dal ritardo nell’entrata a regime dell’assegno di ricollocazione, pongono un problema in materia di servizi per l’impiego. Questi, infatti, hanno assunto un’articolazione disomogenea tra le Regioni, con la conseguenza dell’aumento del divario di opportunità che caratterizza il nostro mercato del lavoro a livello territoriale.

La dotazione organica

La dotazione organica dei 501 servizi pubblici per il lavoro è di 7.934 unità. La Regione con il maggior numero di dipendenti è la Sicilia (1.737 operatori), che raccoglie circa il 22% del totale del personale operativo presso i Cpi. Seguono, per numerosità, Lombardia, Lazio, Campania, Sardegna e Toscana. Si tratta in gran parte di personale incardinato negli enti territoriali da cui organizzativamente dipendono i Cpi (Regioni, Agenzie regionali, Enti di aria vasta, Province) e solo in minima parte afferente a soggetti esterni che supportano i Centri stessi. In particolare, il personale esterno in staff ai Cpi ammonta a 223 unità (poco meno del 3% del totale) e riguarda le sedi del Lazio e della Toscana. Inoltre, la quota di personale che opera in front office è particolarmente elevata, con una media nazionale che si attesta all’83,5%. Va sottolineato che i contatti per addetto con i beneficiari di Naspi riguardano attività amministrative e di tipo burocratico, e non certo servizi di ricollocazione strutturata per tale categoria di utenza. Considerando le stime dei potenziali beneficiari di Naspi per numero dei dipendenti pubblici dei servizi per l’impiego per regione, abbiamo un carico medio di 121 soggetti per operatore pubblico.

Regioni a confronto

Fra le regioni in cui si è verificato un impatto maggiore dei servizi troviamo quelle più organizzate e strutturate in sistemi integrati con i servizi privati (Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna) e regioni in cui l’accreditamento dei servizi privati è stato introdotto nelle procedure regionali solo di recente, quali Campania e Puglia. I 1.737 operatori pubblici per l’impiego della Regione Sicilia, per via del loro alto numero di addetti, avrebbero un carico di soli 49 potenziali beneficiari dell’assegno di ricollocazione. L’età media degli operatori pubblici è molto elevata, e solo il 28,7% ha conseguito la laurea.

La carenza di figure specialistiche

L’indagine campionaria (svolta su dipendenti dei Cpi) condotta da Anpal ha registrato una forte criticità di sottodimensionamento dell’organico, tanto che gli operatori hanno evidenziato la necessità di un fabbisogno medio aggiuntivo di 11 addetti per Centro per l’impiego che, moltiplicati per i 501 Cpi del sistema italiano, richiederebbe l’assunzione di oltre 5.500 nuovi addetti, da dedicare prevalentemente ai servizi di orientamento di II livello e bilancio delle competenze, di incontro tra domanda e offerta e di inserimento lavorativo per i soggetti svantaggiati. Analizzando le tipologie di professionalità mancanti, per quanto la figura dell’operatore amministrativo rappresenti poco più di un quarto delle richieste di personale aggiuntivo, in gran parte dei casi i Cpi lamentano la carenza di figure specialistiche, principalmente orientatori, esperti in consulenza aziendale e mediatori culturali. Questi servizi sono quelli che i servizi pubblici non riescono a svolgere per via della mancanza di competenze specifiche e della scarsità di risorse da destinare alle attività di riqualificazione e ricollocazione dei disoccupati. Le professionalità mancanti nel pubblico sono invece largamente disponibili presso gli operatori privati autorizzati ai servizi di ricollocazione.

Le agenzie private accreditate

Infatti, con l’avvio del nuovo scenario delle politiche attive, in seguito all’attuazione del programma Garanzia Giovani e del regime di accreditamento nazionale previsto dal D.lgs. 150/2015, si è realizzata la rete pubblico-privata degli operatori del mercato del lavoro. Attualmente risultano accreditati all’Albo Nazionale, per i servizi legati all’assegno di ricollocazione, 1.723 sedi, presso i quali, a norma del D.M. 11 gennaio 2018 operano obbligatoriamente almeno due operatori qualificati in ogni sportello territoriale. I soggetti accreditati sono rappresentati dalle Agenzie per il lavoro, autorizzate a livello nazionale alle attività di somministrazione e di intermediazione, tra cui la Fondazione Consulenti per il Lavoro. Quindi, secondo le stime, il personale degli operatori privati al momento ammonta ad almeno 3.500 addetti specializzati nei servizi di ricollocazione. Pertanto, il progetto di potenziamento e riqualificazione dei servizi per il lavoro richiede il più ampio coinvolgimento degli operatori privati.

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